Dodici minuti di dramma, emozioni intense che rimbalzano tra i due protagonisti, Grand Hotel e Bolero Film, che verranno travolte dopo pochissimi attimi da una tragedia ancora più grande: questo è Ragazze sole.
Un corto pieno di sentimento (e di risentimento), presentato al Napoli Film Festival, diretto da Gaetano Acunzo e tratto dalla commedia teatrale Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato, regala diversi spunti di riflessione in un breve ma intenso stralcio di vita.
La trama
Ambientato a Napoli, all’interno di un appartamento, la storia di Ragazze sole avviene il 28 novembre 1980, una data che moltissimi napoletani e campani ricorderanno per tutta la vita.
Si tratta della notte del famoso e tragico terremoto dell’Irpinia, che causò numerose vittime e che lasciò la Campania e Napoli sull’orlo della disperazione.
È con lo sfondo di questo scenario che avviene il corposo dialogo tra le due protagoniste, Bolero Film e Grand Hotel, interpretate da Davide Cristiano e Angelo Pepe. Sono due travestiti e, nell’attimo in cui l’inquadratura si posa su di loro, stanno attendendo l’arrivo dei propri fidanzati, due galeotti conosciuti per corrispondenza.
Nel chiaroscuro della loro casa, Grand Hotel decide di utilizzare le sue arti veggenti per scoprire di che fattezze sono questi due misteriosi uomini, ma invece di scorgere i loro volti, scopre che presto in quella casa ci saranno due cupe tombe, un presagio oscuro che mette i due protagonisti in allerta.
Dopo questa scoperta, Grand Hotel e Bolero Film si alternano in una discussione accesa sulla loro vita da travestiti, un tabù ancora oggi ma che 40 anni fa era una condizione maggiormente ghettizzata, in una realtà in cui i pregiudizi erano ancora più vivi del nostro tempo.
Nelle loro parole è palese che l’amore è l’unico mezzo possibile per uscire dalla propria condizione, da quell’emarginazione che contraddistingue le loro giornate, da quella solitudine che non sembra voler mai andare via.
Il terremoto di due esistenze
Quello che percepiamo da questi pochi minuti di cortometraggio, intensissimi, è l’insoddisfazione e l’eterna paura di non essere mai sé stessi, un sentimento palesemente provato dai due protagonisti.
La vera poesia di Ragazze Sole è il dibattito tra i due protagonisti, interpretato principalmente in napoletano: così potente, così disperato da poter essere paragonato fittiziamente a quel terremoto che li assalirà da lì a qualche minuto, travolgendo per sempre le loro esistenze.
Come ha spiegato il regista Gaetano Acunzo al Napoli film Festival, l’ispirazione all’opera teatrale Enzo Moscato, che proprio i due attori protagonisti hanno portato in scena, si è trasformato da una commedia in un dramma, per raccontare in una breve sceneggiatura le sensazioni e la paura provata in quella famosa notte.
Grazie anche alle magistrali interpretazioni degli attori Davide Cristiano e Angelo Pepe, Ragazze Sole meriterebbe più di 12 minuti sullo schermo, ma un intero lungometraggio, che darebbe la grande possibilità di approfondire le vite sicuramente piene di sfaccettature dei due protagonisti.