Mami Wata, film del regista nigeriano C.J. ‘Fiery’ Obasi, è in concorso al Lucca Film Festival nella sezione lungometraggi. Il film, già presentato al Sundance, è stato proiettato al festival in anteprima italiana al Cinema Centrale di Lucca.
Mami Wata : la trama
Mami Wata è ambientato in un piccolo villaggio chiamato Iyi. La storia è incentrata principalmente su tre personaggi femminili: Mama Efe, sua figlia biologica Zinwe, e la figlia adottiva Prisca.
Mama Efe, sacerdotessa, fa da intermediaria per Mami Wata, madre e dea delle acque venerata in diverse parti dell’Africa Occidentale. Tramite la donna distribuisce consigli e benedizioni agli abitanti del luogo che in cambio concedono il loro raccolto.
Zinwe, contraria ai modi in cui la madre usa i propri poteri, scappa rubandole il totem della dea, speranzosa di divenire lei stessa intermediaria.
Prisca, nonostante sia sempre al fianco di Efe, appare più scettica verso la sua assoluta fede e il suo assoluto rifiuto di qualsivoglia fattore che possa scuotere la tradizione.
Quando un ragazzo si ammala e muore tra le braccia di Efe senza che possa fare niente per salvarlo, la fiducia riposta in lei e nel suo legame con Mami Wata comincia a vacillare.
L’arrivo dal mare di un uomo misterioso, Jasper, e la ribellione di un gruppo di uomini che vuole prendere il controllo, sconvolge definitivamente il villaggio e le vite delle tre donne.

Lo scontro di potere tra tradizione e modernità
Il film unisce al dramma familiare e alla narrazione di credenze tradizionali e folcloristiche la riflessione su sistemi di potere in vacillante equilibrio e su un mondo plasmato dalla modernità.
Da una parte un villaggio matriarcale, in cui tutto ciò che si ha e di cui si ha bisogno è la fede in una Madre divina. Dall’altra il desiderio irrefrenabile dell’uomo di arrivare ed essere primo.
Jasper, Jadi e gli altri rivoluzionari vogliono spodestare Mama Efe, portare nel villaggio elettricità, scuole e ospedali. Ma tutto ciò che offrono non sono che armi, violenza e morte.
C. J. ‘Fiery’ Obasi inserisce elementi dell’era moderna, come sigarette, pistole e moto in uno spazio e in un’atmosfera che sembra senza tempo. Ultraterreno e terreno si scontrano in un mondo in bianco e nero che ne sottolinea i contrasti. Il nero accentua il bianco dei disegni sui volti degli abitanti del villaggio, dei costumi e delle conchiglie nei capelli delle donne che scintillano sullo sfondo scuro.
Il nero del cielo pare annunciare la minaccia e la paura, ma anche la speranza e la possibilità di una nuova fede. E mentre nel cielo rimbombano brutali gli spari degli uomini, le onde in bianco e nero di Mami Wata continuano ad infrangersi sulla spiaggia.