Con La luna sott’acqua il regista rispolvera il dramma del 9 ottobre del 1963, quando franò la diga del Vajont.
L’ onda enorme sommerse Erto, causando la morte di 2000 persone. Alessandro Negrini intervista chi continua a vivere in quel paesino semi-abbandonato e, sotto-traccia, punta il dito contro i dirigenti dell’Enel di allora che, colpevolmente, non allertarono in tempo la popolazione.
Con “La luna sott’acqua” il regista accusa il silenzio dello Stato
Il momento clou del doc è quello in cui Negrini mostra un vecchietto che legge una lettera indirizzata virtualmente a Mattarella, colpevole di non aver presenziato nel cinquantesimo anniversario della tragedia.
Per protesta, avendo il Capo dello Stato inviato la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, Grasso, il sindaco lasciò che alla rievocazione presenziasse il vice-sindaco.
Un doc che non ha il passo del cinema militante, ma che lascia affiorare, con garbo, il sentimento comune degli abitanti di Erto, di mestizia e rassegnazione nei confronti di uno Stato che non ha avuto nemmeno il coraggio di assumersi le proprie colpe.
Negrini inserisce una voce off femminile, nella speranza di condurre lo spettatore in un regime di credenza sospeso e sognante, ma l’espediente risulta un mero e superfluo esercizio di stile.
Un dramma già raccontato nel 2001 da Martinelli
Nel 2001 Renzo Martinelli diresse Vajont La diga del disonore, con Laura Morante. Daniel Auteuil, Anita Caprioli e Philippe Leroy
La luna sott’acqua sarà proiettato in concorso il 29 settembre al Napoli Film Festival.
ON THE ROAD FILM FESTIVAL: domani Maree di Alessandro Negrini e il viaggio sonoro di Mali Blues