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In Sala

‘Making of’. Il cinema racconta sé stesso, tra ironia e commedia sociale

L'ultimo film di Cédric Kahn è incentrato, tra esperienze personali e fiction, sulle disavventure di un regista e dei protagonisti del suo film, dentro e fuori dal set, mentre a un giovane aspirante cineasta viene affidato il 'making of'

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L’amore per il cinema e per i temi sociali del regista francese Cédric Kahn si fondono e si alimentano l’un l’altro nel suo ultimo film, intitolato Making of (che, in gergo cinematografico, indica un film-documentario sui retroscena della fase realizzativa del film stesso) e presentato nella sezione Fuori Concorso all’80. Mostra del Cinema di Venezia.

Il film è in sala con I Wonder Pictures.

Una commedia in salsa agrodolce (si ride, ci si rattrista e ci si coinvolge), che sfodera il lato tragicomico del mestiere più bello del mondo, quello di fare cinema e girare film, soprattutto per chi vuole mantenersi indipendente e non cedere ai diktat dei produttori che vogliono manipolare le sceneggiature ad uso e consumo di un dichiarato intento commerciale.

“Il cinema è una droga”, ripetono i finanziatori citando registi di chiara fama di un recente passato, e questo vale anche per il disorientato protagonista, Simon, un affermato cineasta francese, di quelli che ancora ci credono, che ha appena iniziato le riprese di un film impegnato (sugli scioperi  e i travagli degli operai in una fabbrica in via di occupazione) di cui ha scritto anche la sceneggiatura, quando viene posto di fronte a un dilemma antico come il mondo. Scendere a compromessi (cambiando il finale pessimista da lui scritto) o rinunciare al denaro della produzione che gli serve come il pane, per pagare i salari e mandare avanti il set?

Quando il Making of risulta più autentico dello stesso film

Già dalla prima scena veniamo introdotti nell’idea di partenza di Kahn per questo suo nuovo, ironico e scanzonato tributo alla settima arte: un gruppo di operai sfonda la barriera già pericolante di una fabbrica, per dare vita ad un’occupazione, con tutto ciò che ne consegue. Pensiamo si tratti di un film a tema sociale, invece una voce fuori campo interrompe la scena e la tensione: è il regista, che blocca imprecando l’azione, perché un giovane tirocinante sprovveduto, girando il making of, è entrato nel mirino della macchina da presa annullando così il ‘buona la prima’.

Capiamo allora che si tratta di un film sul fare film, di un film nel film (sarebbe forse troppo citare a ispirazione, über alles, Effetto Notte, con le inevitabili, dovute differenze), con un ulteriore livello di lettura, quello del making of: un occhio che documenta e descrive l’opera girata, la quale a sua volta rappresenta una finzione che può in ogni momento diventare realtà.

La lotta quotidiana per fare film, tra riprese, budget e vita privata

Simon, interpretato dal simpatico attore francese Denis Podalydès, qui burbero e scontroso come tutti i registi impegnati che si rispettino, vorrebbe solo girare il suo film, una storia di operai che lottano per impedire che la loro fabbrica venga delocalizzata. Ma niente va come previsto: i produttori vogliono riscrivere il finale e minacciano di tagliare il budget; la stessa troupe, attori e maestranze entrano in sciopero rendendo il film quanto mai reale; il suo matrimonio e la sua vita personale sono in piena crisi; e, a peggiorare ulteriormente le cose, l’attore protagonista, Alain (un logorroico Jonathan Cohen), è un egocentrico narcisista sempre a caccia di consensi ed ingaggi, fino al punto da voler avere l’ultima parola nella discussione con una giovane operaia, benché il copione preveda il contrario.

Tanti i personaggi riconoscibili nella vita pulsante e caotica di un set, che in qualche modo il regista cerca di tenere a bada, spesso senza riuscirsi, giurando di cambiare mestiere. Ma, come gli risponde il suo agente “dopo pochi mesi ti annoieresti a morte”. D’altro canto, sul piatto della bilancia c’è anche la vita privata, sempre in equilibrio precario perché il cinema, sembra dire il regista, impone spesso il sacrificio della lontananza, non solo fisica, ma anche mentale, del concentrarsi completamente su un’idea e sulla sua realizzazione.

Tre storie in una per raccontare il sogno del regista e di tanti giovani aspiranti

Un personaggio puro, positivo e che lascia spazio alla speranza è quello di Joseph, un pizzaiolo che sogna di fare cinema, il quale, dopo essere entrato nel film di Simon/Kahn come comparsa, viene ingaggiato dal regista (che riesce a riconoscerne il talento e l’umiltà) per dirigere il making of e il dietro le quinte, ruolo che il giovane  prende molto seriamente iniziando a seguire passo passo la troupe e ad immortalare il caos del set. Leggendo il copione che Joseph tiene nascosto nel cassetto, Simon rivede se stesso, il sognatore di tanti anni prima, e lo incoraggia a continuare, mantenendo intatta quella semplicità e forza narrativa del primo copione.

La speranza che il sogno del cinema continui e che ci sia sempre qualcuno disposto a portare avanti le cause dei deboli contro le ingiustizie è legata alle nuove generazioni, con i loro sogni ancora intatti. La prova di ciò è che il making of, realizzato da un principiante, può diventare a volte interessante quanto o più dello stesso film.

“Il film è il risultato dell’assemblaggio di tre progetti cinematografici – racconta il regista – un film su dei lavoratori in sciopero, un film su un regista esaurito, e il making of di un film. Mi è sembrato che queste storie fossero in risonanza reciproca e che, mettendole insieme, se ne potesse ricavare una commedia sociale, con il cinema come sfondo: un mondo che difende le cause nobili mentre riproduce le sue disuguaglianze sociali. Potrebbe anche essere l’incontro tra il giovane che ero un tempo, pieno di sogni, in attesa dell’opportunità giusta, e il regista che sono diventato, capace di fare film e costretto a mettere continuamente in discussione il proprio processo creativo: tre film che avranno una regia distinta, ma che si sovrapporranno in un caos disorientante. Nel complesso, una commedia umana.”

  • Anno: 2023
  • Durata: 119'
  • Distribuzione: Andrea Romeo – I Wonder
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Cédric Kahn
  • Data di uscita: 26-September-2024

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