‘Maestro’ L’omaggio alla vita firmato Bradley Cooper
Maestro riporta sulla scena e dietro la macchina da presa Bradley Cooper, che racconta un pezzo della vita di Leonard Bernstein e la sua storia d'amore con Felicia Montealegre.
In concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Maestro è sicuramente uno dei progetti più attesi. Non solo perché dietro la macchina da presa torna Bradley Cooper – che scelse proprio il Lido per presentare la sua emozionante opera d’esordio, A Star is born. Ma anche perché si racconta di un personaggio celebre ed iconico quale il direttore d’orchestra e compositore Leonard Bernstein (a cui presta il volto lo stesso Cooper) e della sua storia d’amore con Felicia Montealegre (interpretata da Carey Mulligan).
Basterebbero solo i nomi sopraccitati per rendere appetitoso il titolo, reso ancora più poetico dal bianco e nero, che ne delinea i contorni e si rifà a un nostalgico passato. Cooper si dedica, ancora una volta, al ritratto di una coppia e delle dinamiche che la rendono vera, significativa, toccante.
Leonard Bernstein (Cooper) è seduto al piano, mentre risponde alla domande di un giornalista. Le rughe della pelle testimoniano la sua età, ma lo sguardo è sempre acceso e vivo, così come il sorriso, al ricordo della moglie Felicia (Mulligan). Stacco, e siamo negli anni Quaranta, quando Leonard sta per ricevere la grande occasione. Professionalmente e umanamente.
La porto sempre con me.
Chiamato a sostituire Bruno Walter alla Carnegie Hall, Bernstein ottiene un grandissimo successo e il suo nome comincia a girare nell’ambiente. Intanto, una sera, conosce la donna con cui convolerà a nozze e condividerà una parte importante della sua vita. Entrambi inseriti nel mondo artistico, i due trovano un equilibrio fondamentale, grazie al quale imparano anche qualcosa in più su loro stessi e si aprono, in maniera sincera e fiduciosa.
Un pianoforte suona in sottofondo, e il sipario (metaforicamente) si apre. La musica, come prevedibile, è un elemento fondante di Maestro. Il protagonista vive di, con e per lei. Ma non solo. Cooper predilige, evidentemente, raccontare il lato umano di Bernstein, andandone a esplorare gli aspetti più intimi e la relazione con la Montealegre. Il risultato è una sorta di vero e proprio omaggio alla vita, ben sostenuto dalla figura di questo uomo, prima che artista, dedito ai suoi piaceri e pieno di passione.
Sei responsabile dei tuoi doni.
E proprio la passione è l’elemento che unisce Bernstein e Cooper. Nel corso degli oltre 120 minuti di durata, lo sguardo del regista si fa sempre più affezionato, intenso, dolce. La macchina da presa immortala i dettagli di piedi intrecciati fuori dalle lenzuola, di occhi brillanti ed emozionati, di un profilo in penombra pronto a lanciarsi sul letto. Alla sua seconda regia, il cineasta statunitense ritrova lo spirito che lo muove da sempre, quello di un esploratore curioso e attento, al quale preme far conoscere le sue creature e lasciare che dominino la scena.
Una storia d’amore che supera i confini
Leonard e Felicia vivono una storia d’amore di quelle dei film: bellissima, intensa, struggente. Il loro legame non sarà mai spezzato, sebbene affronti degli ostacoli. La tolleranza e l’amore incondizionato sono ciò che ne fonda la base. E sono anche ciò che cercano, in qualità di genitori, di trasmettere ai propri figli. Ma non è sempre così semplice. Maestro spinge, così, a porsi delle domande non banali e oggi attualissime, sul senso e sul significato delle etichette, delle convenzioni, dei limiti.
Non c’è odio nel tuo cuore.
Considerando che si tratta di un biopic, tale aspetto eleva il progetto, ponendo Bradley Cooper tra gli autori emergenti più interessanti. Allo stesso modo fanno lo stile e l’estetica della pellicola. Giocato tra bianco e nero – per i ricordi – e il colore (del presente), il film, di stampo puramente drammatico, sfiora il musical. Encomiabile, in merito, la performance dei ballerini in tenuta marinaresca, a cui si aggiunge Cooper in persona, a suo modo, istrionico e un po’ impacciato.
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