Qualsiasi appassionato del settore conosce bene il nome di Renny Harlin, al secolo Lauri Mauritz Harjola, regista e produttore nato in Finlandia e cresciuto con l’influenza del cinema di Alfred Hitchcock e Don Siegel, provando ad ispirare la propria impronta a quella lasciata da questi grandi nomi. Grazie a vari progetti, negli anni ’90 è stato uno dei nomi più richiesti di Hollywood, arrivando a dirigere le star più quotate di allora, come ad esempio il buon vecchio Sylvester “Sly” Stallone in Cliffhanger – L’ultima sfida.
L’ARRIVO DI HERCULES
Alcune scelte non proprio azzeccatissime di Harlin lo hanno fatto finire un po’ in sordina, perdendo quello slancio che gli aveva quasi promesso una carriera brillante. Nonostante questo però è riuscito a restare a galla nel settore, apparendo anche in numerosi progetti televisivi come produttore e regista (White Collar), fino a quando non decide di iniziare la produzione di Hercules 3D, tramite la casa di ‘Millenium Films’.
Non abbiamo sbagliato a scrivere: il nome iniziale del progetto era proprio Hercules 3D, fino ad arrivare a Hercules: The Legend begins, al primo trailer ed infine assumere il nome che conosciamo oggi.
LA TRAMA
Il film narra le vicende dell’Antica Grecia, nella sua epoca di miti e leggende. La regina Alcmena cede alle avances di Zeus per avere un figlio in grado di sovvertire il regime tirannico del re Anfitrione, suo marito, e riportare così la pace in una terra ormai vessata dalle troppe guerre. Da quest’unione nasce Hercules, bambino dalle origini semi-divine che ignora i propri natali ma che cresce con smisurata forza. Il cuore di Hercules è però umano, e il suo unico desiderio è avere accanto l’amore di Ebe, principessa di Creta, già però promessa sposa al figlio del perfido Ificle, fratello del nostro eroe.
In seguito alle avventure e alle sfide che dovrà affrontare, Hercules viene a conoscenza del proprio passato e capisce di dover fare la scelta più importante di tutte: tutelare il proprio amore e vivere felice con Ebe, oppure sfidare la sorte e adempiere al suo destino: quello che lo renderà il più grande in ogni epoca.
L’ACCOGLIENZA
Purtroppo l’accoglienza del film non è stata granché. Ha ricevuto pesanti giudizi negativi dalla critica ed è risultato un flop al botteghino. A fronte dei 70 milioni stanziati, ne ha incassati solo 61. Le cause sono varie, ma forse più di tutto poco appeal degli attori, di cui molti senza un alto indice di risonanza mediatica.
Altro problema è la pretenziosità della pellicola: la trama subisce un ruolo marginale all’interno del prodotto, risultando come un semplice pretesto che tiene insieme le numerose scene d’azione presenti. A causa di questo, sembra quasi di assistere alla parodia di un b-movie, vale a dire un disperato tentativo di imitazione dei grandi colossal a tema storico in voga allora (vedi Troy o Il Gladiatore).
IN CONCLUSIONE
Probabilmente nelle intenzioni del regista Harlin c’era l’idea di partire con una saga a tema Hercules o di creare il proprio Universo di eroi, alla stregua di come accaduto all’MCU in contemporanea in quegli anni.
La scommessa non è stata vinta, ma il film ha comunque spunti interessanti, come ad esempio la facilità con cui si possono riconoscere tecniche di regia per cui Harlin è diventato famoso e ricercato ad Hollywood. Un film da intrattenimento adatto ad una piattaforma streaming mondiale con cui si riesce a passare una scorrevole serata non impegnativa. Ed eroica.
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