E’ un thriller sentimentale “Gli altri”, per la regia di Daniele Salvo, presentato all’Ortigia Film Festival.
La vicenda è ambientata negli anni ’50 in un paesino del sud che affaccia sul mare. Sandrino Caridei (Lorenzo Parrotto) si reca notte fonda a casa di Amelia Jandoli (Ida Di Benedetto) e le chiede di seguirla a casa sua dove il fratello gemello, Felice, sta morendo e invoca disperatamente il suo nome. La donna è turbata, afferma di non aver conosciuto nessun Felice e prende tempo. Lo sconosciuto insiste e lei accetta di seguirlo, ma giunta al capezzale del moribondo, scopre che ha già esalato l’ultimo respiro. Decisa a scoprire cosa si cela dietro quel fitto mistero, inizia a indagare e a chiedere a Sandrino di fornirle qualche elemento che possa aiutarla a dipanare la matassa. L’impresa è ardua, anche perché lei, insegnante di ricamo e cucito in un educandato femminile, ha sempre vissuto da sola, al riparo del mondo. Indizio dopo indizio, risale a Marisa Salvati (Gioia Spaziani), sposata con il commendatore (Peppe Servillo), un imbroglione, con un passato da fascista, che spilla il denaro ai disoccupati del paese, illudendoli, dietro lauto compenso, che li farà emigrare in Argentina. Una serie di colpi di scena chiude la vicenda.
Salvo gira la vicenda prevalentemente in interni e lascia che la narrazione ruoti intorno ad Amelia, una donna che ha sempre vissuto ai bordi della propria esistenza e condotto una vita fatta di niente. Tirata in ballo, suo malgrado, scoprirà dentro di sé una vitalità e una forza inaspettata, che la condurrà a svelare il perché un’altra, mentendo, abbia rubato la sua identità.
Nelle prime battute la vicenda intriga, poi il ritmo cala e la vicenda amorosa di due personaggi della vicenda si mescola alla Storia, quella con la S maiuscola, che ci riporta (siamo nel ’52) alla fame e alla miseria che attanagliava allora il Sud e alla vana speranza dei più di poter dare una svolta alla propria vita, emigrando. Un taglio in fase di montaggio avrebbe reso più fluida la vicenda che s’incaglia in più punti ma che, nel complesso, fedele ad una confezione scolastica, si avvale di una calibrata scenografia (Marco Vigna) e di pregevoli costumi (Daniele Gelsi). Perfetta Ida Di Benedetto (“Immacolata e Concetta L’altra gelosia”, “Le buttane”, “Rosa Funzeca”), anche co- sceneggiatrice assieme a Dino e Filippo Gentili. Nel cast Gianfranco Gallo nei panni di Gaetanino, un sacrestano in combutta con il losco commendatore.
Nei titoli di coda la dedica a Bernardo Bertolucci. Piccola citazione al melodramma di Raffaello Matarazzo “Chi è senza peccato”, interpretato da Amedeo Nazzari e Ivonne Sanson. Tratto dal romanzo di Michele Prisco.
Come sembra ormai consuetudine nelle opere italiche il titolo scelto per il film resta un mistero.