Le tre scimmie, di Nuri Bilge Ceylan, esce nel 2008 e conquista Cannes, vincendo il Premio per la Miglior Regia. È ora disponibile sul catalogo di Mubi.
LE TRE SCIMMIE SAGGE
Le tre scimmie è un dramma familiare che tenta di scavare nelle dinamiche interpersonali dei personaggi, nei vuoti lasciati dai dialoghi mancati e dai sentimenti repressi. Le tre scimmie del titolo, infatti, fanno riferimento alla celebre iconografia giapponese del “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare il male”, che lega con un filo diretto il film a un regime di incomunicabilità manifesta. È su questo silenzio che si costruisce la tensione del film, una tensione mai rilasciata.
È un film tragico sul lutto, sul non detto e sull’illeggibilità dei sentimenti, con una fotografia cupa che ne appesantisce ulteriormente il tono.
TENSIONE INESPLOSA
Quando Eyup finisce in prigione, prendendosi la colpa al posto di Servet, inizia la tragedia personale di Hacer e Ismail, madre e figlio, abbandonati in una situazione d’instabilità che apre le porte alla desolazione e al desiderio. La mancanza di comunicazione e di dialogo porta a una tensione emotiva per cui la tragedia è sempre in agguato, dietro l’angolo, ma non arriva mai. Le tre scimmie sceglie di non fare esplodere la carica tragica degli eventi e delle relazioni e ciò crea una tendenza anti-climatica, in cui anche i dialoghi cruciali e i passaggi chiave sono in qualche modo smorzati. È emblematico di questa prospettiva il litigio tra Servet e Hacer, che rivela allo spettatore i reali sentimenti di lei. L’intera sequenza è attenuata della sua potenza attraverso una regia che si assesta alla distanza emotiva di un campo lungo.
LE TRE SCIMMIE E IL FUORICAMPO
L’azione rimane nascosta tra le pieghe del fuoricampo, luogo privilegiato dove gli eventi si svolgono, perché l’interesse del regista è mettere in campo tutte quelle forze ed emozioni che scaturiscono da ciò che accade e da ciò che fanno i personaggi, più che rappresentare quegli stessi eventi. La tendenza in Le tre scimmie è di rilegare i misfatti nel fuoricampo e creare una stasi anti-spettacolare che gioca le proprie carte nel tavolo dei sentimenti. Gli eventi diventano come dei fantasmi, non si vedono ma condizionano tragicamente le vite dei personaggi, costretti a rincorrerli alla ricerca della verità (nella prospettiva di Eyup) o per una passionalità non sempre razionale (per Ismael e Hacer).
La scelta di celare l’azione nel fuoricampo ha una ricaduta ancora più potente su ciò che è rappresentato. Basti pensare che i due omicidi e l’adulterio accadono entrambi fuori dallo sguardo della macchina da presa, ma ne mostrano sempre le ripercussioni tragiche, sui volti e nei silenzi dei personaggi.
Le tre scimmie
Anno: 2008
Durata: 104
Regia: Nuri Bilge Ceylan
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