Dal 13 al 29 Aprile, per la regia di Massimo Verdastro, la Compagnia Verdastro Della Monica in collaborazione con TSI La Fabbrica Dell’Attore ha portato in scena al Teatro Vascello di Roma una visione contemporanea del Satyricon. Nella rivisitazione di quello che da anni viene considerato come il più celebre romanzo dell’antichità, Massimo Verdastro ha coinvolto drammaturghi italiani di indiscusso spessore come Luca Scarlini, Antonio Tarantino, Marco Palladini, Letizia Russo, Andrea Macaluso e Lina Prosa, dando vita a testi inediti che sono successivamente confluiti nel progetto teatrale proposto al pubblico romano.
Organizzato in cinque Capitoli (I. La Pinacoteca di Emolpo; II. Tra scuola e bordello; III. Quartilla; IV. La cena del nulla; V. Nell’anno di grazia post naufragium), il lavoro diretto da Verdastro costituisce una rivisitazione di alcuni degli episodi centrali dell’opera di Petronio che rimane così straordinariamente attuale nei temi trattati. La crisi profonda e radicale dei costumi, la denuncia del processo di involuzione galoppante che attraversa la società, l’inadeguatezza del sistema di insegnamento che non appare più in grado di formare i giovani e che li abbandona disarmati di fronte alle sfide reali della vita, una volta usciti dagli schemi della cultura scolastica.
Il ciclo di Capitoli di cui consta l’intero spettacolo si apre e si chiude con due episodi che vedono come co-protagonista il poeta-pedagogo Eumolpo. Nel primo, scritto da Antonio Tarantino con un prologo di Luca Scarlini e arricchito da una performance dal vivo del pittore Silvio Benedetto, viene narrato l’incontro tra il giovane studente Encolpio ed Eumolpo in una pinacoteca adorna di videoritratti che sembrano assistere al dialogo che ha luogo tra i due personaggi. Nell’ultimo, che è stato scritto da Lina Prosa e che narra il naufragio dei due studenti Gitone ed Encolpio sulla spiaggia di Crotone, sarà lo stesso Eumolpo a concludere lo spettacolo con un monologo sul disfacimento spirituale e fisico del suo (ma anche del nostro) tempo, chiamando in causa lo stesso scrittore latino.
La pluralità di voci e di registri stilistici che caratterizza la versione originale del Satyricon viene mantenuta nella rivisitazione che ne fa Verdastro, sia attraverso la scelta di coinvolgere autori diversi per la stesura della nuova drammaturgia, sia mediante l’adozione di espedienti linguistico-formali che prevedono l’alternarsi di un latino maccheronico alla proiezione di stralci di testo originale sullo schermo retrostante agli attori, così come l’avvicendarsi di monologhi e scene corali.
Frutto di un lavoro attoriale e di regia di indubbia sostanza, questa Visione Contemporanea del Satyricon non fa sconti allo spettatore offrendogli, in cambio di un robusto ascolto attivo, l’opportunità di riflettere con sguardo critico sulla civiltà e sulla società.
Manuela Materdomini