“Storie. Gli esseri umani hanno bisogno di storie”.
Inizia così, con queste parole, il documentario di Armin FerrariA noi rimane il mondo. Un film presentato al Biografilmdel 2022, prodotto da Altrove Films e Albolina Film in collaborazione con Kinè e Home Movies e, adesso, disponibile in streaming su Openddb, il network delle produzioni indipendenti.
Un film fatto di tante storie che si intrecciano fra loro
E proprio di storie, di molte storie che si intersecano l’una nell’altra creando una trama di racconti che solo apparentemente nulla hanno a che fare l’uno con l’altro, è fatto il film di Ferrari, qui al suo primo lungometraggio documentaristico. Un’opera che evidenzia la miriade di direzioni che ha preso, nel corso degli anni, il lavoro creativo del collettivo di narratori indipendenti Wu Ming, a partire dal loro blog “Giap”.
Sotto il nome di Wu Ming (che in cinese significa “senza nome”), dopo la pubblicazione negli anni Novanta del libro “Q” con lo pseudonimo di Luther Blisset, si è riunito un gruppo di scrittori bolognesi che hanno iniziato a firmarsi, appunto, Wu Ming nel momento in cui scrivono un’opera collettiva e, semplicemente, Wu Ming 1, 2, 3, 4, e 5, quando fanno uscire le loro opere singolarmente.
Il progetto Wu Ming
Il progetto Wu Ming, col tempo, è cresciuto, arrivando a costituire la Wu Ming Foundation, un “collettivo di collettivi (di collettivi, e così via)”, come è scritto sul loro sito. Alcuni di questi collettivi, nati da varie discussioni sul blog “Giap”, sono presenti – e si raccontano – nel documentario di Armin Ferrari.
É il caso di Resistenze in Cirenaica, “cantiere culturale permanente”, attivo a Bologna nel rione Cirenaica, che recupera storie di resistenza al colonialismo italiano e ai fascismi. Oppure di Alpinismo Molotov, che riflette sui “modi di andare in montagna, depurati da machismi, nazionalismi, esasperazioni sportive e degenerazioni commerciali”. O, ancora, del collettivo Nicoletta Bourbaki, un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete.
A far da collante alle esperienze dei vari collettivi narrati in A noi rimane il mondo (che trae il titolo da una delle ultime frasi di “Q”) così diverse fra loro ma accomunate dalla stessa matrice, vi sono le voci dei Wu Ming che, attraversando trasversalmente il film, affrontano varie tematiche legate al paesaggio, definito come il “territorio che acquista significato grazie agli abitanti che lo abitano” e, quindi, può essere paragonato a “una casa dopo che una famiglia ci va ad abitare” e ogni angolo acquista via via un significato specifico.
Raccontare il territorio
Ovviamente, parlare di paesaggio porta a confrontarsi con il cambiamento climatico, a come questo impatti sul territorio e a chiedersi come uno scrittore possa affrontare il tema. Tenta di dare una risposta, nel finale del film, Wu Ming 2, quando afferma che è possibile
“raccontare il territorio con le sue contraddizioni, i suoi conflitti, quel che gli dà forma: raccontare la storia di questo territorio, della lotta tra terra e acqua che perennemente avviene sotto ai nostri piedi senza che ce ne accorgiamo, credo sia un ottima chiave per raccontare il cambiamento climatico”.
Certo, di primo acchito, guardando A noi rimane il mondo, si resta spiazzati dalla frammentarietà della narrazione, così pregna di storie molto diverse fra loro, che si intrecciano sino a formare una rete talmente intricata che si pensa sia difficile da svolgere. In realtà, con il procedere della visione, si entra in sintonia con quanto viene raccontato e si giunge ad apprezzare il lavoro di Armin Ferrari che si avvale della bella fotografia di Harald Erschbaumer e delle musiche di Simonluca Laitempergher.
“A noi rimane il mondo”
Alla fine ci si interroga su ciò che si è visto, sul significato del film. E ci si risponde che “A noi rimane il mondo”, un mondo complesso, difficile, malato. Ma è l’unico che abbiamo e spetta a noi preservarlo. Certo, non solo guardando un film, ma impegnandosi di persona, per quello che ognuno di noi può dare.
È sotto questo punto di vista che il film di Armin Ferrari diventa importante e, in quanto tale, andrebbe divulgato il più possibile.
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