Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima alcuni dei film selezionati allo Skate and Surf Film Festival (SSFF), di cui Vans è lo sponsor principale, e che proietterà alcuni dei corti e lungometraggi tra il 26 e il 28 Maggio all’EX Macello di Milano.
Il tema è piuttosto chiaro e i diversi film si concentrano su una delle due discipline, ma anche su entrambe contemporaneamente.
In questa recensione parliamo di Tasgaoudrar, cortometraggio sul surf proveniente dal Marocco, che riesce ad unire una storia vera e propria a quello che è il tema del festival, un insieme di immagini spettacolari di evoluzioni in acqua su una tavola da surf.
Sinossi
Un giovane berbero è diviso tra il dolore per la perdita del padre pescatore e la sua passione per l’oceano.
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Padre e figlio in una scena iniziale del film
Tasgaoudrar: la recensione di Taxi Drivers
Il film riesce a unire perfettamente una narrazione ben fatta e coinvolgente, seppur semplice, al tema del surf e alla sua spettacolarità.
La sua grande forza è quella di riuscire a raccontare in pochi semplici passaggi la vera vita, plausibile, di una persona qualunque, che subisce una perdita e vive un conflitto interiore struggente, fatto di amore e odio verso un elemento, l’acqua, che è stato finora importantissimo.
La soluzione di questo dilemma è ovviamente il surf, che rende di nuovo piacevole l’esperienza dell’oceano, oltre a coinvolgere il nostro protagonista in nuovi legami d’amicizia molto forti.
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Una delle scene di surf del film
Tutto questo è lampante grazie all’uso delicato e sapiente delle immagini e del montaggio; infatti, i dialoghi non sono stati necessari.
In realtà c’è un voice over in apertura al film, con la voce del bambino, che va a fortificare il nostro legame con lui, ma che potrebbe essere assolutamente superfluo ai fini della comprensione della storia.
La pellicola, nella seconda parte, a volte eccede nel mostrare le varie evoluzioni tra le onde con la tavola da surf. Pur essendo spettacolari, si percepisce una certa ripetitività in alcuni frangenti e un distacco dalla storia di fondo.
Ad ogni modo è a tutti gli effetti un film sul surf, quindi non lo consideriamo un vero e proprio difetto. Narrativamente parlando, però, potrebbe dire tutto ciò che serve con qualche minuto in meno e mantenere comunque la sua forza e la sua carica emotiva.
Degna di nota è la fotografia in luce naturale mozzafiato e l’abilità nel filmare le scene acrobatiche in acqua.
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Una scena del film
Conclusioni
Noi di Taxi Drivers non possiamo fare altro che invitarvi ad approfondire questa nicchia di cinema visitando il sito di Skate and Surf Film Festival e partecipando, se ne avete l’occasione, alle giornate del festival a Milano.