Anno: 2012
Distribuzione: Fandango
Durata: 120’
Genere: Drammatico
Nazionalità: Italia/Francia/Romania
Regia: Daniele Vicari
“Credo che il film possa essere un’occasione per riflettere sul ruolo e sulla funzione sociale che la polizia di Stato dovrebbe svolgere in un Paese democratico”: queste le parole con cui il regista Daniele Vicari ha aperto la conferenza stampa, tenutasi a Roma il 6 aprile scorso, per la presentazione del suo ultimo lavoro, Diaz – Don’t clean up this blood, lungometraggio di finzione su alcuni dei fatti avvenuti a Genova durante il vertice G8 del luglio 2001.
Il film, nello specifico, focalizza l’attenzione sulla violenza fisica e sulle torture psicologiche perpetrate dalla polizia ai danni di 93 persone, tra giornalisti e manifestanti, durante l’irruzione notturna nella sede del Media Center del Genoa Social Forum prima e all’interno della caserma di Bolzaneto dopo.
I fatti narrati in proposito sono estrapolati dagli atti di un processo che attende ancora il terzo grado di giudizio e la cui sentenza definitiva stabilirà la condanna o meno dei numerosi poliziotti coinvolti.
Quella di Vicari è una regia di forte impatto emotivo. Le scene dei soprusi degli agenti di polizia che si accaniscono su uomini e donne inermi, e che costituiscono il cuore della narrazione, sollevano sdegno e rabbia.
Vicari: “Il senso profondo di Diaz sta nel raccontare il modo in cui sono stati sospesi i diritti delle persone, nel modo in cui le persone sono state devastate nel fisico e nello spirito. L’obiettivo narrativo principale del film è interrogarsi sul significato stesso della parola ‘democrazia’”.
Appare come un’occasione persa che, proprio in questo quadro di denuncia e di stimolo alla riflessione, il film non condanni parallelamente e anzi, censuri, l’azione violenta e devastatrice dei black block, un elemento tutt’altro che trascurabile nel contesto di quelle terribili giornate e che di democratico ha meno di niente.
I black block, quella schiera di gente che ha aggredito la città con spranghe e molotov, seminando il panico e violentando i principi pacifici delle migliaia di persone che al G8 di Genova manifestavano il proprio dissenso, in ‘Diaz’ sono ridotti a tre personaggi del tutto marginali, più vigliacchi che vandali. Peccato.
Nel cast del film, che conta 130 attori e 8000 comparse, Claudio Santamaria nel ruolo di Max Flamini, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Renato Scarpa.
Presentato alla 62esima edizione del Festival di Berlino, Diaz – Don’t clean up this blood ha vinto il Premio del Pubblico nella sezione Panorama.
Ginevra Natale