In occasione del “Festival del cinema tedesco“ tenutosi a Roma, nelle giornate dal 16 al 19 Marzo, abbiamo intervistato Lina Drevs, autrice e regista del cortometraggio Migliore Sorella ( “Sis-Beste Schwester”, 2022).
Lina, dai tuoi studi in Danimarca alla “European Film College” alla “Film University Babelsberg “di Berlino ci puoi raccontare come si vive il cinema dalle vostre parti a livello di visione e percezione? Che tipo di esperienza é stata quella che ti ha formato nelle scuole di cinema che hai frequentato?
Sono cresciuta in un piccolo paesino della Germania e ricordo di come ogni mattina , mentre passavo la piastra tra i capelli per allisciarli, guardassi un film al giorno per poi, ritrovarmi successivamente a studiare a Berlino regia nella “Film University Babelsberg “.
Per me il cinema è un modo per poter esplorare nuovi mondi e nuove vite, per immergermi in nuove situazioni. Può essere in parte definito come una via di fuga ma allo stesso tempo è ciò che mi permette di poter raccontare delle storie e per poterne conoscere delle nuove.
In Danimarca si trattava di un corso intensivo di nove mesi , assieme a 120 studenti provenienti da tutto il mondo , all’interno del quale era possibile poter sperimentare tra i vari corsi. Questo ti permetteva di poter essere intraprendente, di poter sbagliare e di fare esperienza in qualunque settore, ed è stato infatti proprio lì che ho capito di voler intraprendere un percorso da regista.
All’inizio ero infatti convinta che avrei scelto qualunque altro percorso fuorché quello della regia, mentre alla fine sono stata incoraggiata sempre di più nel poter raccontare le mie storie dal mio punto di vista.
Ho iniziato inoltre con i documentari per poi spingermi anche alla regia di cortometraggi di finzione , genere con il quale ho sperimentato maggiormente nell’Università a Babelsberg.
Nella tua carriera non sei stata solo un’autrice o una regista, ma anche un’aiuto regia e una regista di seconda unità. Raccontaci di più, come ti sei trovata in questi altri ruoli? E se ti é servito a crescere professionalmente.
Credo che sia stata un’ottima opportunità ed esperienza, non dover essere sempre la persona principale al quale doversi rivolgere durante il set. Ciò che mi è piaciuto ancor di più è stato il fatto di poter essere comunque in grado di aiutare le persone e al contempo poter avere una chiara visione delle idee di regia e di ciò di cui un regista si occupa.
Adoro lavorare con le persone, conoscerle, connettermi con loro ed aiutarle il più possibile, per questo svolgere questi ruoli mi è stato di grande aiuto. Allo stesso tempo però è stato stressante, hai molte cose a cui dover pensare, molte responsabilità e questo ti permette di vedere un’altra realtà del set.In fin dei conti però trovo che tutto questo sia stato più che stimolante e di grande aiuto.
Il tuo cortometraggio Migliore Sorella ( “Sis-Beste Schwester”) è arrivato al festival di Cannes…
Non me l’aspettavo, quando abbiamo girato il corto è stato durante la pandemia, nella pioggia, nel fango e avevamo tutti un’aspetto alquanto “interessante” e poi all’improvviso ti ritrovi a Cannes, dove devi indossare un vestito elegante, farti i capelli e bere il prosecco.Sono stati due mondi completamente opposti, ma è stato così divertente. Sono così felice e fiera per il mio team.
Il corto sta girando e le persone lo stanno guardando, sono molto soddisfatta.
In tutti i tuoi lavori, così come accade nel tuo primo cortometraggio “Mothers and daughters “, racconti di donne molto forti e intraprendenti. Trovi che sia un tema che si ripete nei tuoi lavori? Perché e quali sono le tue influenze? A quali registe o registi ti sei ispirata o vorresti ispirarti?
Sin da quando ero piccola, sono sempre stata legata alla figura della donna, ho sempre avuto molte amiche femmine e mi schieravo sempre dalla loro parte. Quando poi ho iniziato questo lavoro, tutti mi hanno sempre consigliato di prendere un cameramen e di lavorare con più uomini, eppure io non sono mai stata del tutto d’accordo, volevo che si potessero dare maggiori opportunità a noi donne.
Ci sono tante storie che non sono state mai raccontate o che addirittura non vengono definite interessanti, eppure io le ho sempre trovate così particolari ed importanti.Ho sempre voluto mostrare come noi donne possiamo essere complesse e diverse.
Siamo spesso legate ad un ruolo prestabilito dove veniamo viste solo come dolci, carine e silenziose, ciò che mi sono infatti prestabilita di mostrare è proprio tutto il contrario: anche noi donne possiamo essere audaci e coraggiose, possiamo dire ciò che ci passa per la testa.
Uno dei tanti film che ha avuto un grande impatto su di me è stato “American Honey” di Andrea Arnold.
Mi sono innamorata di questo film perché è così audace e indipendente.Andrea Arnold è stata bravissima nello storytelling poiché puoi capire molto semplicemente attraverso gli sguardi dei vari personaggi, ed il modo con il quale questi si muovono nell’ambiente.Sicuramente anche Sofia Coppola, Greta Gerwig con”Lady Bird” , dove è così autentica, sono registe alle quali mi ispiro maggiormente.
Dunque si, Sofia Coppola, Greta Gerwig e Andrea Arnold sono registe che spero si possano vedere maggiormente sul grande schermo.
Credi che come regista donna, sia più difficile lavorare in questo settore? E a quali progetti ti vorresti dedicare in futuro? Visto che lavori in Germania ci interesserebbe capire come é possibile per uno studente entrare nella industria tedesca.
Non penso sia molto difficile entrare in questo settore, quanto rimanerci all’interno.
Penso che la parte più ardua sia riuscire a restare nel “posto” che ti meriti, poiché credo ci siano ancora molti problemi legati al riconoscimento delle donne e dei loro lavori.
E’ tutto un discorso di potere, e a quanto la tua figura venga presa sul serio rispetto a ciò che crei.
Non voglio farne una questione politica ma spesso osservo anche le piccole differenze all’interno del contesto sociale. Questo accade ad esempio con i amici maschi registi che hanno una grande consapevolezza delle loro capacità e dei loro lavori e non si fanno problemi di alcun tipo nel creare e dirigere. Mentre poi accade che le mie amiche ,registe, ci siano più dubbi , perplessità e maggiori difficoltà nel buttarsi nella regia.
Attualmente sto finendo di lavorare al mio final (esame finale) all’Università di Babelsberg, ed è quasi terminato.Spero che anche questo progetto a cui sto lavorando possa percorrere la stessa strada di Migliore Sorella ( “Sis-Beste Schwester”), dove le persone possano guardarlo ed eventualmente apprezzarlo.
In generale ,per il mio futuro sono orientata nel creare film con donne, per donne che raccontino della figura femminile; poiché sono così fiera di poterlo fare, in quanto conosco moltissimi lavori di registe che sono fantastici e che non vengono apprezzati quanto dovrebbero.
Per questo il mio desiderio più grande è di riuscire a lottare per il riconoscimento di questi lavori.
Ciò che funziona maggiormente per me è rimanere connessa con la mia identità e con il mio pensiero, senza permettere alle persone di dirmi cosa posso e non posso fare.
Mi piace poter raccontare storie personali perché penso di avere maggiori capacità nel poterle raccontare, focalizzandomi su piccoli dettagli importanti.Per questo credo che uno dei primi step a cui andare incontro sia riuscire a capire cosa ci piace raccontare: Di cosa voglio parlare? Qual è il soggetto principale ? Sono disposta a lavorare a questo progetto per più di un anno o due (poiché spesso si tende a lavorare per molto tempo su di questi)?.
Bisogna focalizzarsi su qualcosa che ci faccia emozionare, arrabbiare o rattristire.Su qualcosa che ci faccia sentire vivi, su delle emozioni.
Invece trovo che un consiglio utile per poter iniziare a lavorare nell’industria del cinema sia avere un atteggiamento di apertura.Quello che infatti, personalmente, mi ha aiutato molto è stato conoscere nuove persone e nuove ideologie.
Bisogna essere disposti a conoscere , a lavorare, a creare contatti e connessioni; non solo con chi è già importante e conosciuto ma anche con le persone che stanno appena iniziando poiché non puoi mai sapere cosa ti aspetta!