Book of love è la commedia romantica, ma un po’ troppo prevedibile, targata Sky Original diretta da Analeine Cal y Mayor. Non bastano il bravo protagonista Sam Claflin (Scrivimi ancora, Enola Holmes) e il bizzarro equivoco alla base della storia a dare una sterzata a un film un po’ troppo basato su stereotipi e cliché del genere.
La trama di Book of Love
Henry Copper (Sam Claflin) è uno scrittore inglese rigido e tradizionale che ha scritto un libro d’amore che non sta vendendo come sperato. Per smuovere la situazione l’editrice di Henry lo manda in Messico per promuovere il libro in un tour, dal momento che lì ha un grandissimo successo.
Una volta arrivato in Messico, Henry viene accolto da Maria (Verónica Echegui), la traduttrice del suo libro, che lo accompagna nel tour insieme a suo figlio e suo nonno. In occasione del primo appuntamento in agenda, lo scrittore inglese capisce che il motivo del grande successo del suo libro è dovuto alla traduzione fatta da Maria che ha riscritto alcuni passaggi, trasformandolo in un romanzo molto più piccante.

La recensione
Book of Love è una commedia romantica che avrebbe tutte le carte in regola per entrare nella lista dei classici comfort movie, ma che, purtroppo, non riesce a fare nessun salto in questa direzione.
Alla base c’è un simpatico equivoco sul quale si sarebbe potuto giocare molto di più invece di liquidarlo in poche scene e semplici battute. Il perno fondamentale attorno al quale ruota l’intera vicenda non è abbastanza potente per far sì che la storia possa proseguire anche successivamente in maniera autonoma. Romanticismo, commedia e tenerezza rendono la pellicola godibile, ma, purtroppo, dimenticabile.
I personaggi di Book of Love
Un doppio filone è quello che attraversa il film che, però, si appoggia sempre sull’amore e su tutto ciò che ne deriva. Dal libro, che ha come argomento principale proprio il sentimento che lega gli innamorati, alla relazione tra i due protagonisti.
L’amore è il filo conduttore che, nel bene e nel male, anima Henry e Maria. Entrambi sono soggiogati dall’amore, ognuno in un modo diverso. Lui inibito, distaccato e timido. Lei esuberante, aperta ed estroversa. Due mondi destinati a incontrarsi e scontrarsi come nelle classiche storie d’amore. Ma a prevalere sono i cliché che occupano la maggior parte della narrazione. Anche se, in alcuni casi, fanno sorridere e sono da apprezzare. Una su tutti la somiglianza del personaggio di Henry con quello interpretato da Hugh Grant in Notting Hill. La goffaggine di quello che dovrebbe essere un inglese imbranato cattura e conquista non solo le fan sfegatate (fino all’esasperazione ed esagerazione), ma anche il pubblico in generale. Ma la bravura di Sam Claflin sembra quasi essere accantonata da una storia carina, ma al contempo prevedibile.

Mondi a confronto
Oltre al dualismo tra Henry e Maria che incarnano due figure contrapposte, sia come atteggiamenti che come approccio nei confronti dell’amore, altri binomi sono presenti, seppur in parte celati, in Book of Love.
Per esempio c’è la contrapposizione tra due mondi: quello inglese e quello messicano. Entrambi portati all’estremo, vengono descritti, al di là di quelli che si possono considerare stereotipi, attraverso un sapiente utilizzo del bilinguismo. Un’arma spesso a doppio taglio che, però, in questa commedia sembra essere uno degli elementi portanti. Il continuo passaggio dall’inglese allo spagnolo e viceversa denotano anche il carattere e l’approccio diversi nei confronti della vita e dell’amore da parte dei due protagonisti. Non stona e non stanca il frequente espediente della traduzione e dell’incomprensibilità. Anzi, probabilmente si poteva osare ancora di più da questo punto di vista.
Nota a margine: il tentativo di spezzare una lancia a favore dell’autorialità femminile che deve farsi spazio all’interno di un sistema dove l’ago della bilancia pende sempre un po’ di più verso il maschile.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli