La recensione del film Sayen disponibile su Prime Video.
Prima della recensione di Sayen
Sayenè il secondo lavoro del regista e direttore della fotografia Alexander Witt, proveniente da una ricca carriera come regista di seconda unità, specialmente per Ridley Scott.
Prodotto dalla Fabula in collaborazione con la piattaforma VOD Prime Video e Casting Calls for Movies, il film include nel cast alcuni nomi internazionalmente riconosciuti del settore audiovisivo spagnolo e cileno: Arón Piper (tra i principali interpreti della serie NetflixÉlite), Roberto García Ruiz con Enrique Arce (presenti nella pluripremiata serie La casa di carta, prodotta sempre da Netflix), e infine l’attore Alejandro Trejo.
La trama
Sayen (Rallen Montenegro) è una ragazza Mapuche, un popolo amerindo originario del Cile centromeridionale e dell’Argentina. Tornata a casa da sua nonna Ilwen (Teresa Ramos) dopo sei anni all’estero, Sayen pare aver finalmente ritrovato il suo posto fisico e spirituale nel mondo, vicina alla sua gente e alle tradizioni che più le appartengono.
Ma la pace è solo un miraggio: la grande foresta pluviale dell’area Wallmupu è un potenziale deposito di cobalto su cui gli enti governativi e le multinazionali straniere non vedono l’ora di mettere mano. Ed è qui che entra in gioco Antonio Torres (Arón Piper), mandato nell’area dal padre Máximo Torres (Enrique Arce) per acquistare alcune aree strategiche della foresta per conto della compagnia Actaeon. La situazione precipiterà con una escalation rapidissima, portando a conseguenze catastrofiche per Ilwen e alcuni Mapuche vicini a Sayen. La giovane sarà costretta a misure drastiche per vendicarsi e riportare la quiete nell’area. Chi avrà la meglio?
La recensione di Sayen: ne valeva davvero la pena?
Quella narrata è una storia che regge parzialmente. Mettiamo che sia giustificabile il tentativo di Antonio e la sua squadra di inseguire Sayen per strapparle di mano il cellulare contenente prove incriminanti. Ma dopo l’omicidio a sangue freddo di Ilwen tutto precipita nell’improbabile: perché gli antagonisti non si premurano di uccidere anche Sayen? E il cellulare che aveva causato tutto quel putiferio, dov’è finito?
È inoltre chiaro fin dal principio che il popolo Mapuche non ha forze sufficienti per far valere i propri diritti: il film ci mostra esplicitamente che la multinazionale nemica ha forti agganci con i reparti militari e il governatore della regione. Queste sono amicizie più che sufficienti a garantire la perfetta sicurezza dei loro affari contro le minacce di una giovane Mapuche e della sua povera gente.
Inoltre, il governatore è sempre in grado di anticipare possibili inconvenienti fornendo notizie ben precise alla stampa nazionale, invertendo così l’ordine dei fatti.
Dunque, sarebbe davvero necessario andare a spendere così tante risorse per agguantare una ragazza Mapuche nel bel mezzo dell’immacolata, e a tratti inesplorata, foresta Wallmapu?
È tutto un pretesto?
Cercando di trovare una giustificazione profonda a questo film verrebbe più spontaneo credere che la messa in scena sia solo un pretesto per trattare, seppur superficialmente, alcuni temi delicati e per sfoggiare tutta l’ingannevole meraviglia dell’alta definizione. Ma anche in quest’ottica ci sono dei problemi da rilevare.
Si può davvero parlare di ambientalismo e identità culturale? Sayen è solo un film d’azione, un tentativo manchevole e velleitario di guidarci nel contrasto fra modernità e Wilderness, aspirando a essere la tappa finale della linea filmica e documentaristica sui ben noti e tristi scontri tra amerindi e colonizzatori. Ma l’intero presupposto si perde appunto dietro a una narrazione bassa e debole, con un cast di grandi nomi che non sa reggere il gioco, diventando macchiettistico e quasi ridicolo.
Così come non basta, secondo il filosofo Paolo D’Angelo, inquadrare con la macchina da presa un po’ di natura per ottenere un paesaggio, allo stesso modo non bastano alcune immagini della foresta cilena e di certe ritualità Mapuche a fare dei suddetti argomenti la propria bandiera.
E sul femminismo che dire? Sayen è la ragazza che scombussola le tradizioni, l’unica della sua comunità a venire addestrata alla vita nella foresta come gli altri guerrieri maschi. Ma anche questa nobile premessa si perde nel breve flashback mostratoci prima che la protagonista si svegli tra le fiamme, accanto al corpo esanime della nonna. La sequenza è atta soltanto a giustificare narrativamente le capacità di sopravvivenza di Sayen? Viene proprio da pensarla così…
Quel poco che resta
Il videoartista Alessandro Amaducci aveva già espresso chiaramente quali fossero i rischi dell’alta definizione: è una tecnologia che crediamo possa restituirci una qualità sempre più accurata di ciò che viene inquadrato; ma poi non ricordiamo che l’immagine digitale è di origine sintetica, numerica. Ecco qui il paradosso: un’immagine elettronica molto precisa e dettagliata non fa altro che allontanarci ancora di più dalla realtà, sostituendola con una versione progressivamente edulcorata.
È questa l’impressione che si ha della natura mostrataci: la rimasterizzazione di un videogioco, la percezione irriflessa di un paradiso perduto. Una natura che ha del marziano.
Abbiamo dunque appreso una lezione importante: sfoggiare un armamentario tecnologico all’avanguardia è rischioso. Le inquadrature pirotecniche ed esteticamente perfette, tipiche di un docufilm prodotto dalla BBC, non sono la soluzione a una corretta restituzione della natura, garantendo soltanto un’estraneità che invece voleva essere ben perseguita, per esempio, da Godfrey Reggio nel suo Koyaanisqatsi.
Alexander Witt ha invece sfoderato per Sayen tutto i suoi tecnicismi, giungendo spesso a livelli di maestria estetica così alti da risultare fuorvianti, inadeguati. Poteva sicuramente venir fuori un lavoro degno delle abilità di cui il suo regista è depositario (vi invito a scorrere la lista di film e serie a cui Witt ha precedentemente contribuito), ma non è questo il caso. Sarà per la prossima volta!
Dopo la recensione, il trailer di Sayen
Sayen
Anno: 2023
Durata: 94 min
Distribuzione: Amazon Prime Video
Genere: Azione/thriller
Nazionalita: Cile
Regia: Alexander Witt
Data di uscita: 03-March-2023
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