Fiori sull’inferno, con la regia di Carlo Carlei, è una serie di Rai Uno, in tre serate, che termina il 26 febbraio, e sarà subito disponibile per intero su RaiPlay. È tratta dall’omonimo romanzo di Ilaria Tuti. Che il personaggio e l’autrice siano donne si nota, come del resto per Lolita Lobosco (dalle storie di Gabriella Genisi) e Imma Tataranni (da quelle di Mariolina Venezia).
Fiori sull’inferno possiede un tono molto meno leggero, ma lo stesso approccio femminile. Un mix di determinazione e tenerezza, insieme a un non so che di stravaganza.
La serie è co-prodotta da Rai Fiction e Publispei.
Fiori sull’inferno La trama
Il commissario Teresa Battaglia inizia ad accusare i primi sintomi di Alzheimer. Ma quando tra le Alpi Giulie comincia ad aggirarsi un killer, entra in lotta contro il tempo e contro la malattia (Dal sito di RaiPlay).
Fiori sull’inferno Il personaggio di Teresa Battaglia
Teresa Battaglia (Elena Sofia Ricci) porta con sé, sul viso e nei comportamenti, tutte le ombre del suo passato. È una donna in età, diabetica come lo svedese Wallander, col quale condivide, oltre a una certa cupezza, anche una profonda solitudine, quella consumazione dei pasti da sola, e la trasandatezza sulla salute. Eppure, per la prima volta sulla scena, compare ballando, nella sua bella casa di Udine.
Perché, nonostante sia rigida brusca e ostinata, ci viene presentata fin da subito nei suoi aspetti più lievi, in una danza piena di armonia e di movenze leggere. Sarà questo lato del suo carattere a costruire un’intesa con i quattro bambini della storia (Mathias, Oliver, Diego e Lucia), trascurati o maltrattati dagli adulti. I quali a loro volta vivono un legame segreto con il fantasma che insanguina la neve di Travenì, il luogo immaginario in cui è ambientata tutta la vicenda.
La Teresa Battaglia di Ilaria Tuti
La Teresa Battaglia di Ilaria Tuti dice di sé: «Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»
Teresa Battaglia e le relazioni
Fiori sopra l’inferno ricalca un po’ i modelli del poliziesco contemporaneo. Il protagonista è sempre una persona con una situazione familiare sentimentale e privata irrisolta. Un passato spesso oscuro da tenere a bada che rende il personaggio più intenso, e carico di umanità.
Non manca il collega venuto da fuori con cui sembra impossibile collaborare, che deve fare i salti mortali per una prima accettazione, e presto o tardi si renderà insostituibile. In questo caso si tratta del sottoposto Massimo Marini (Giuseppe Spata), arrivato fresco fresco dal Sud con una buona dose di aspettative e ingenuità. Teresa Battaglia approfitta subito della sua sprovvedutezza per proiettare su di lui tutte le sue nevrosi, le paure, le insicurezze. E le angherie.
Massimo arriva dalla Sicilia con le scarpe di vernice e il suo il cappottino da fighetto: così lo definisce il collaboratore di Teresa, Parisi (Gianluca Gobbi), che la teme, l’asseconda, ma le è oltremodo affezionato. Teresa, dal canto suo, con il suo fare svalutante, definisce la mise di Massimo da centro commerciale.
Ma noi già lo sappiamo che il trio diventerà una vera e propria famiglia e che Massimo troverà, nel gelo di questo Nord incomprensibile, il calore dell’amicizia e, perché no, anche dell’amore.
Teresa Battaglia e i quattro bambini. Sulla neve
Elena Sofia Ricci è credibilissima nel rendere lo spaesamento e l’incredulità ai primi segni della malattia. E la risolutezza nel non trascurare nulla dell’indagine, che va portata avanti fino allo scioglimento, perché la posta in gioco è troppo alta. Insieme a lei, a Massimo e Parisi, i quattro bambini si sono giurati assoluta fedeltà e un silenzio complice. Se ne vanno insieme, anche di notte, sfidando le loro paure, come i ragazzini di Stand by me, e non fidandosi, giustamente, degli adulti. Anche qui è facile intuire che sarà Teresa Battaglia ad azzerarne la diffidenza e costruire un legame di fiducia.
Tutta la vicenda ha come sfondo il biancore della neve, le montagne e la tetraggine del bosco, in ambienti molto diversi dalle ultime fiction della Rai, soprattutto napoletane. Da Il commissario Ricciardi, Vincenzo Malinconico, I bastardi di Pizzo Falcone o la più recente Resta con me.
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Nulla da togliere ai prodotti televisivi del Sud, affatto; ma forse si sentiva il bisogno di ambientazioni diverse, un po’ più vicine alle serie tv del Nord Europa. Che con Fiori sull’inferno hanno in comune l’ossimoro compreso nel suo stesso titolo. La soluzione dei casi polizieschi (omicidi sempre efferati) nel tentativo di pacificare l’animo dei protagonisti, che rimane sempre tormentato.
Il futuro di Teresa Battaglia
I romanzi di Ilaria Tuti su Teresa Battaglia sono quattro; c’è tanto materiale perché la serie continui per almeno altre tre stagioni.
Donato Carrisi, si è espresso così a proposito del personaggio: “Con la sua protagonista, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi”.
Possiamo dire che Carlo Carlei ed Elena Sofia Ricci insieme hanno fatto altrettanto con la protagonista televisiva, e augurarci per questo di rivederla ancora.