Terza tappa di Joel ed Ellie, terzo episodio della serie di The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco e disponibile solo su Sky. Dopo Mazin e Druckmann (gli showrunner della serie) la regia passa in mano a Peter Hoar, già noto in numerosi prodotti televisivi, tra cui Daredevil e The Umbrella Academy.
The Last of Us, la trama dell’episodio
Fuggiti dalla ZQ di Boston, Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) si incamminano per raggiungere il territorio sicuro di Bill (Nick Offerman), del quale viviamo il cambiamento che l’incontro con Frank (Murray Bartlett) porta nella sua vita e la creazione di un legame indistruttibile.
Ode alla vita e all’amore
Sembra quasi inutile ripetere quanto l’uomo, le sue azioni e i legami che crea siano le fondamenta di tutto quello che stiamo vedendo. In questo quarto episodio (e probabilmente anche per il resto della stagione) la violenza e l’azione risultano ancora più secondari, di breve passaggio e nulla più.
La crudezza e la paura di questo mondo non vengono creati da fiumi di sangue e cadaveri, ma da immagini spoglie e liminali di un mondo antropologicamente moderno caduto in disgrazia. O almeno per alcuni di questi ultimi sopravvissuti.
Per la prima volta nella serie di The Last of Us, Joel ed Ellie divengono piccoli passeggeri di contorno, lasciando grande parte della puntata alla storia di Bill e Frank, interpretati eccezionalmente da Murray Bartlett ed un Nick Offerman, inedito in queste particolari vesti. Due uomini che hanno fatto della pandemia, non una fine, ma un nuovo inizio.
Cercando di non entrare in particolari, vengono fatte modifiche allo script originale del gioco, nel quale il rapporto tra i due risulta meno corposo e definito. Questo, però, non è assolutamente un male, anzi. Mazin e Druckmann non hanno paura di fare scelte ben definite e possibilmente controverse, realizzando un elogio alla dolcezza umana e all’amore verso il prossimo.
Bill e Frank, insieme dall’inizio alla fine
Uno scorbutico, mite e americano tutto d’un pezzo, l’altro dolce, sensibile e capace di vedere oltre il velo del pregiudizio. Con una storia che ricalca la sensibilità de I Segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, Bill e Frank mostrano allo spettatore un microcosmo quasi idilliaco per la realtà in cui esso si forma. La regia di Peter Hoar non corre, raccontando l’armonia e i dissidi della loro vita, manifesti della volontà dei due protagonisti che quel tempo possa non finire mai.
I piccoli momenti di vita quotidiana vengono inquadrati con naturalezza, avvicinando lo spettatore sempre più a Bill e Frank e colpendolo forte negli attimi di maggiore coinvolgimento. Da sottolineare ancora l’eccellente lavoro di Murray Bartlett e Nick Offerman, superlativi nel raccontare il progressivo cambiamento nei loro animi e nelle loro vite.
Il finale di puntata, poi, racchiude perfettamente l’emotività e la potenza che questo episodio porta con sé. Però, sfortunatamente, lo spettatore più attento potrebbe arrivare ai titoli di coda dell’episodio chiedendosi dove siamo andati a parare.
Long, Long (useless) Time
Per quanto il valore espressivo della narrazione, recitazione e messa in scena finora sia innegabile, questa puntata non porta quasi per nulla avanti, risultando, a malincuore, inutile.
Come sottolinea il titolo dell’episodio (che si rifà alla canzone di Linda Ronstadt Long, Long Time), la lenta e felice vita di Bill e Frank si prende tutto il tempo necessario (forse anche troppo) per esprimersi al meglio, senza però entrare mai in contatto, se non in brevi momenti di poca rilevanza, con lo sviluppo narrativo principale.
Così facendo, i due divengono personaggi di contorno per il viaggio di Joel ed Ellie, che non hanno mai modo di interagire con loro, e la loro abitazione non diviene altro che un’altra casa da razziare. Si crea quasi un checkpoint di natura videoludica dove i nostri possono solo riposarsi, ricaricare le proprie armi e andare avanti con la loro avventura. Trasformando la storia di Bill e Frank in un monito per il futuro semplice e blando. Cosa assai triste per le grandi potenzialità che aveva.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
The Last of Us
Anno: 2023
Durata: 1 ora e 16 minuti
Distribuzione: HBO / Sky
Genere: Azione / Drammatico
Nazionalita: USA
Regia: Peter Hoar
Data di uscita: 30-January-2023
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