Va bene così, il film con Matilde Gioli e Silvia D’Amico su Prime Video

Sentimenti serviti a tavola in una cena in famiglia. Va bene così di Francesco Marioni con Matilde Gioli e Silvia D’Amico è disponibile in streaming su Amazon Prime Video.

Va bene così, la storia

Il film ripercorre la storia di tre generazioni. Uomini e donne che nell’arco di quindici anni si incontrano, si conoscono, si scontrano seguendo i loro impulsi più profondi. Quella di Riccardo (Fausto Sciarappa) è infatti una famiglia  ‘moderna’. Separato, ha una figlia, Paola (Matilde Gioli), di venticinque anni e una fidanzata della stessa età, mentre l’ex-moglie si trova invece a Parigi e instaura un rapporto profondo con Paul, il padre di Jean, marito di Paola. Questo intreccio verrà servito a tavola giocando sulle incomprensioni dell’altro e sulle differenze di vedute, e solo il tempo, chissà, stabilirà l’equilibro familiare definitivo.

Su Amazon il film in streaming

Va bene così, la recensione

C’è chi troverà subito delle imprecisioni, delle forzature, degli scambi forzati o delle battute scontate (come nella maggior parte dei racconti). Ma come si legge nel titolo, Va bene così. Fine. L’intero film può essere letto e interpretato in vari modi, anche come un’ammissione dello stesso regista incapace di tenere fermi i personaggi e i loro istinti. Una presa di posizione netta e apprezzabile in quanto la storia riporta tutta una serie di eventi che si sfiorano fino a scontrarsi generando conseguenze inevitabili e incontrollabili. Lo stesso autore, più volte, lascia che siano i soggetti a esprimersi con tutto il rischio che questo può comportare. Lo stesso Riccardo all’inizio sembrava rispecchiare la classica routine quotidiana di città (compresa la signora nella prima sequenza), ma immediatamente c’è la svolta mentre il farmacista, presa la macchina, si dirige verso la casa di Faenza aspettando la famiglia. All’inizio non riesce nemmeno a trovare il luogo dove lavora la sua ragazza (evidenti crisi di orientamento), ma è comunque un primo segno di smarrimento del personaggio che, come si vedrà più avanti, dovrà prima o poi scegliere in che direzione andare.

Un posto a tavola

Ed è qui che il film si ferma, o meglio, si siede a tavola e osserva da vicino gli episodi di una famiglia allargata e aperta a qualunque prospettiva. Il quadro che emerge è di un gruppo che sembra voler tener fede alla propria ragione, ma che segue senza troppi problemi i propri sentimenti. Di Riccardo rimane in testa questa sua paura del cambiamento, nonostante comunque si sia fidanzato con una donna più giovane di sua figlia. È un timore che si vede nei dettagli, dagli arredi (gli stessi del matrimonio precedente) alla cassetta che riporta indietro il tempo a quel fatidico sì con la bambina in braccio. Tutti elementi che danno l’idea che la gente, in fin dei conti non cambia.

Cambiamento

In realtà, non è cosi. “Ci trasformiamo così profondamente che quando ce ne accorgiamo siamo già delle altre persone”, come afferma uno dei personaggi nel film. Si cambia pelle, ed è una chiave di lettura interessante quella mostrata dal regista mentre affronta l’amore nel tempo, diventandone di fatto l’unità di misura. Un film che però lascia troppi spazi vuoti al centro del film, troppi interrogativi, ma forse sono troppe aspettative per un racconto che non vuole essere altro che una fotografia di momenti sconnessi tra loro che dimostrano quanto poco ci conosciamo in realtà.