Con soli cinque giorni di riprese e dieci per il montaggio, “Hollow”, vincitore del Premio Steel al Tuscia Film Fest 2008, vede Edoardo Costa adeguatamente calato nei panni del criminologo dell’FBI Santini, il quale, sulle tracce di un pericoloso serial killer, finisce per essere lo spettatore diretto del suo ultimo massacro.
Appare evidente, nel corso dei circa diciotto minuti di visione girati in digitale, l’influenza da parte della tipologia di film derivata dall’ormai classico “Seven”, tanto più che, proprio come nel lungometraggio diretto da David Fincher nel 1995, i crudi omicidi vengono inscenati senza mostrare mai troppo.
Ma a sorprendere è soprattutto il modo in cui Luigi Cecinelli, attivo sia in televisione che nel teatro, riesca nell’impresa di conferire un taglio decisamente internazionale all’insieme, tanto da non lasciare minimamente intuire che la tetra Los Angeles rappresentata non sia altro che la nostra Latina.
E i meriti vanno sicuramente riconosciuti anche all’operato di un valido cast tecnico, nella speranza che prodotti del genere finiscano prima o poi anche per tornare a invadere le sale cinematografiche tricolori nelle vesti di lungometraggi.
Del resto, a produrre è la Digital desk di Pier Giorgio Bellocchio, quindi siamo tutt’altro che dalle parti di una “povera” operina amatoriale.
Francesco Lomuscio