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‘Romanzo radicale – Io sono Marco Pannella’ La recensione

L’immagine poetica di un uomo in lotta per i diritti civili

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È andata in onda la sera dell’11 novembre su Rai Tre (ora su RaiPlay), la docufiction di Mimmo Calopresti, Romanzo radicale. Nel titolo, la sintesi del film, che descrive vita politica e vita privata di Marco Pannella, facendole efficacemente coincidere. Il termine radicale a riprendere il nome del movimento, diventato poi partito tra mille ostacoli, ma anche la totalità dell’esperienza, sua e dei compagni di viaggio.

L’avventura di un uomo che riflette, interprertandola e anticipandola, l’evoluzione negli anni Settanta. Dimostrando come gli Italiani di allora fossero molto più avanti dei politici che pretendevano di rappresentarli.

Romanzo radicale

Andrea Boschi è Marco Pannella nella docufiction di Mimmo Calopresti

Romanzo radicale La trama

 Nel 1959 l’Italia è un Paese dove non è possibile divorziare, l’aborto è un reato, il servizio militare un obbligo. Meno di vent’anni dopo, divorzio, aborto, obiezione di coscienza sono diritti irrinunciabili. Dietro queste conquiste c’è un uomo che, in quegli anni, non è ancora un deputato, non ha spazi televisivi che gli diano la parola o un grande partito che lo protegga. Marco Pannella riesce a scuotere l’Italia e a vincere le sue battaglie mosso dalla rivoluzionaria convinzione che la politica debba occuparsi della vita delle persone. (dal sito di RaiPlay).

Romanzo radicale Il personaggio

Il ruolo di Marco Pannella è stato affidato ad Andrea Boschi, quasi irriconoscibile con i suoi tredici chili in meno, per meglio assomigliare al personaggio. Niente di improvvisato: l’attore è stato giustamente seguito da un nutrizionista, un preparatore atletico e uno psicologo. Sostenuto per affrontare il lavoro in tutta serenità e recuperare, poi, la forma fisica che gli appartiene, solo provvisoriamente sospesa.

Il risultato è questo personaggio tanto somigliante all’originale, ma non troppo uguale, che non si confonde mai con l’attore. Andrea Boschi presta il suo corpo, la gestualità, lo sguardo, la voce, e soprattutto l’entusiasmo, avvicinandosi a Pannella, senza mai sostituirsi, né aderirgli smaccatamente.

Marco Pannella si definiva radicale, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. E Andrea Boschi è riuscito a restituire queste convinzioni a una persona che si è fatta  personaggio, nel film di Colapresti, ma soprattutto nella realtà dei decenni da lui attraversati.

Romanzo Radicale - Romanzo Radicale - Io sono Marco Pannella - Video - RaiPlay

La focalizzazione  temporale

Lo vediamo ingrigirsi, Pannella, e mettere su pancia, ma il fuoco della narrazione è soprattutto quello della battaglia per il divorzio, la legge in parlamento prima, il referendum poi. Una scelta vincente quella di non diluire il racconto lungo l’intera vita di un uomo che ha vissuto tanto e tanto ha lottato per le sue idee.

Un solo sciopero della fame (quanti ce ne sono stati nella realtà), una sola battaglia (vinta, mentre lui guardava già ben oltre), perché tutto è cominciato da lì, perché è stata una vittoria per tutta l’Italia dei diritti, e lo spartiacque tra una società ancorata al passato e quella che si apriva fiduciosa al futuro.

L’ha ben ritratta Pasolini nelle sue interviste quell’Italia divisa su un tema così appassionante. Divisa ma non in guerra, come accade oggi per ogni respiro. Le interviste di Pasolini sono presenti nel film, a ritrarre una nazione in bianco e nero, un po’ naive, che nel suo argomentare ci sembra così ingenua, tenera e quasi divertente.

La ricostruzione politica

Forse per gli eventi politici del passato, avremmo preferito qualche spiegazione in più. Non tanto per chi ha l’età di chi scrive e quei fatti li ricorda molto bene, ma per  gli spettatori più giovani. Almeno quando la fiction lascia il posto al documentario, lo spazio più adatto per le informazioni, che la parte romanzata avrebbe potuto rispecchiare.

Così come sono chiare invece le richieste del partito radicale ai comunisti (colpevoli di non interessarsi ai diritti civili, ma solo a quelli sociali) e quelle dei comunisti verso i radicali (accusati del contrario). La rigidità di queste  posizioni politiche emergono bene dalla testimonianza di Luciana Castellina, ma i giovani non sanno chi sia, come non conoscono i compagni di lotta di Marco Pannella.

Comunque la linea di separazione tra comunisti e radicali è ben comprensibile e noi tiriamo un sospiro di sollievo quando sullo schermo compare il volto di Berlinguer, che finalmente fa la sua dichiarazione di voto per il referendum, invitando tutti per il no all’abrogazione della legge. Chiara anche la fatica di spiegare agli Italiano l’illogicità del no e del sì ai quesiti referendari, con i quali spesso si fa confusione ancora oggi.

La ricostruzione privata

Il personale è politico, recitava lo slogan di Carol Hanisch negli anni Settanta. Tuttavia, se c’è stata coerenza tra le libertà inseguite nell’impegno civile e politico di Pannella e la vita privata, per quel che ne sappiamo abbastanza libertaria nelle relazioni sentimentali, c’è sempre stata anche da parte sua una certa riservatezza.

Rispettandola, il film di Calopresti si avvicina all’intimità del leader radicale con pudore. Non si sofferma sulla sua bisessualità: appena un bacio sulle labbra all’amico francese Jean Yves, forse il suo primo vero grande amore, a detta di Maxence Dinant che lo interpreta, e la nascita della relazione con Mariella Parachini (Irene Casagrande), compagna di tutta la sua vita.

Romanzo radicale

Andrea Boschi (Marco Pannella) e Irene Casagrande (Mirella Parachini)

Marco Pannella tra benevolenza e visionarietà

Tra la dimensione pubblica a tratti sopra le righe e quella privata più discreta, Calopresti ha costruito l’immagine poetica di un uomo politico unico nella storia d’Italia. Lo ha reso sempre sorridente, sia mentre mangia piatti doppi di pasta asciutta con gli amici, sia quando sogna le lotte a venire..

Quasi non interessassero più, ma forse non interessano, davvero, quelle soluzioni creative (e anche buffe) inventate per accentrare l’attenzione. Non c’è il leader che teneva in scacco il parlamento con i suoi interventi fiume, che s’imbavagliava alla Rai per le sue proteste silenziose.

Insomma, non ci sono le stravaganze che ne hanno fatto un personaggio eccentrico. Solo il suo sguardo da sognatore, di benevolenza e visionarietà, forse gli aspetti di lui che più restano, accompagnati dal successo delle sue e delle nostre battaglie.

Struggente la scena che lo vede insieme al Dalai Lama, nell’incontro del 2014: abbracciati, in un’intesa tutta loro. Un invito alla pace e alla non violenza che commuoverebbe chiunque.

 

L’amore è la costanza dell’attenzione

Marco Pannella

Romanzo radicale

  • Anno: 2022
  • Durata: 98minuti
  • Genere: docufiction
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Mimmo Calopresti
  • Data di uscita: 11-November-2022

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