Rainer Frimmel e Tizza Covi, collaudato 'ensemble' registico di documentari di successo come 'Mister Universo' e 'La pivellina', con 'Vera', stupiscono per la corrosiva autenticità della loro onesta finzione.
Disponibile su MUBI, ‘Vera’ è il film calibrato sul personaggio di Vera Gemma appunto, figlia di Giuliano Gemma.
Vera nel senso di nome proprio e vera come autentica, in un modo o nell’altro la storia colpisce.
La recensione di ‘Vera’
Giocato perfettamente anche in scrittura tra finzione e realtà, secco e neutrale, il film sa essere molto ironico, autentico e in grado non solo di far sorridere il pubblico in diversi momenti, ma anche di commuovere in altri.
Sarà la delicatezza dei registi. Tizza Covi, Rainer Frimmel. O la loro umiltà e capacità di ascolto verso i personaggi che raccontano. Sarà anche la loro indole inclusiva di collaborare con persone di strada, non veri attori e spesso di documentare i margini della vita portando anche li luce e creatività con successo sociale.
Tutte queste cose assieme sfornano un prodotto che sa di essenza della vita, fatta poi alla fine di piccole cose, segnali di dialogo, impegno nell’ascolto come se i registi fossero due affermati psicologi. Tale è la loro capacità anche politica, di entrare nelle anime.
Dopo i meravigliosi La pivellina eMister universo in cui personaggi autentici come il ventenne Tairo, di mestiere domatore di leoni in un piccolo circo nella periferia di Roma, che non crede al malocchio e forse solo casualmente era fidanzato di Vera, il duo affronta la dualità tra finzione e realtà in questo nuovo ibrido, ironico doc.
Il trailer
Vera Gemma
Con un nome così impegnativo le persone d’acchito sia aspettano di sicuro molto. Inizialmente Vera, sempre elegante, nutrita di paillettes, tacco dodici e pellicciotti sgargianti, assillata dal corpo, un pò ferma agli anni ’90, dove il padre era una star, con una bellezza tendente all’artificiale, apparentemente collide e stride col suo nome.
Questo in apparenza, perché andando avanti con la pellicola, cioè più a fondo, sia nel film che forse anche nella vita, emerge una ‘gemma’ che offre attenzione al prossimo, pura e a volte quasi ingenua. Insomma il film insegna anche a non giudicare. O a farlo quando il quadro è completo, almeno.
Con un’infanzia luccicante, come le pailletes che indossa, Vera è entrata in contatto con il cinema migliore italiano; amici del padre erano Sergio Leone, Pasolini, ma l’essere figlia di ..cosa comporta?
Di questo ‘peso’ ne parla anche con Asia Argento, altra figlia di un padre famoso, come nel cimitero che visitano assieme accadde al figlio di Goethe di non avere nemmeno un nome nella tomba.
‘E finiremo così’? si dicono le due, ironiche
La sinossi di ‘Vera’
Vera Gemma, figlia del grande e bell’attore di spaghetti western Giuliano Gemma, porta il peso da sempre di un cognome Vip. Abituata a una vita all’ombra del suo celebre padre, è stanca delle sue relazioni superficiali e per questo decide di rimettersi in contatto con alcune persone che conosce nell’alta società romana. E difficile emergere dall’ombra di un padre famoso.
Quando causa un incidente stradale in cui un bambino rimane ferito, un po’ per volta, entra in contatto sia col piccolo che con suo padre, ma anche in questo contesto di borgata si sente fuori luogo e, soprattutto, continua ad avere la sensazione di essere uno strumento al servizio degli altri.
“All’inizio di qualsiasi idea per un film, c’è la curiosità verso la vita degli altri e il tentativo di capire in che cosa davvero consiste quella vita dietro la facciata. Durante le riprese, le persone vere rimangono vere e allo stesso tempo si trasformano in personaggi immaginari. E al termine delle riprese, persino noi non sappiamo più che cosa è vero e che cosa è stato inventato”.
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