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In Sala

Aguasaltas.com – Un villaggio nella rete

In “Aguasaltas.com” si racconta come Internet, la globalizzazione, le multinazionali, i media, i reality show, gli scandali politici stiano drammaticamente cambiando la società mondiale, scrivendo per tutti noi una storia infame, disumana e colma di menzogne

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Anno: 2011

Distribuzione: Kitchen Film

Durata: 103′

Genere: Commedia

Nazionalità: Portogallo

Regia: Luis Galvao Teles

Aguas Altas: un piccolo villaggio in Portogallo, felice di entrare nel XXI secolo con l’apertura di un proprio sito web. Sfortunatamente, a Madrid, una multinazionale ha registrato lo stesso dominio per il lancio sul mercato di una nuova acqua minerale. Quale futuro si prospetta per il piccolo centro? Pagare i 500.000 euro che l’azienda ha richiesto come risarcimento o chiudere il sito? Questa sfida si trasforma rapidamente in un circo mediatico, dove gli abitanti del minuscolo borgo si trovano costretti a difendere il loro sito web in nome del proprio villaggio e addirittura dello stesso Portogallo!

Trasponendo in un’atmosfera mediterranea le commedie sociali britanniche, come Svegliati Ned (1998), L’erba di Grace (2000) e Irina Palm (2007), tanto per citare alcuni tra i titoli più conosciuti, Luis Galvao Teles ci propone una storia profondamente umana, un autentico inno alla semplicità. Questo villaggio sul lago che sembra un piccolo paradiso – così simile a tanti incantevoli luoghi del nostro paese – è purtroppo costretto a fronteggiare una minaccia che per alcuni sarebbe invece una benedizione. Inizialmente nascono divisioni e contrasti su come affrontare la questione: gli abitanti si scontrano, cambiano posizione fin quasi a distruggere l’armonia della collettività, prima di mettersi d’accordo e trovare una via d’uscita condivisa da tutti o quasi.

In Aguasaltas.com si racconta come internet, la globalizzazione, le multinazionali, i media, i reality show, gli scandali politici stiano drammaticamente cambiando la società mondiale, scrivendo per tutti noi una storia infame, disumana e colma di menzogne. Trattasi decisamente di un film corale e rurale, dove il personaggio principale è il villaggio, con la sua comunità ancora avulsa dalla cultura cibernetica e tecnocratica che ormai domina sempre di più le nostre città. È una storia radicata nella realtà e portatrice di sentimenti universali, “condita” da un umorismo pacato, che strappa qualche sorriso dalle labbra.

Chi si aspettava un film sulla lotta feroce contro le multinazionali rimarrà tuttavia deluso, benché il messaggio intelligente ci sia tutto e non manchino certo i buoni sentimenti che nascono dalla spontaneità di una vita semplice, contrapposta a quella viziata e corrotta degli abitanti della grande metropoli. Quella di Luis Galvao Teles è una storia allegra, a tratti persino esaltante. Beninteso, nulla di nuovo sotto il sole, visto che le tematiche affrontate sono tutt’altro che originali e il film stesso è formalmente essenziale, quasi elementare, con un utilizzo basilare della colonna sonora, quasi fosse un saggio di fine corso di una scuola di cinema. Difatti, lo stile del regista portoghese è spavaldamente classico e attento all’euritmia della natura. Non manca inoltre uno sguardo caldo e confidente sulla condizione umana, con una fotografia a tratti impressionista, la quale prende molto dai toni degli scenari naturali. Forse è proprio l’eccessiva semplicità l’unico vero neo di questa pellicola, la quale non beneficia nemmeno di un cast che lascia il segno: gli attori sono tutti degli onesti mestieranti. A dire il vero, la location svolge un ruolo cruciale nella riuscita del film, con questa natura incredibile nella sua armonia.

Ciononostante, in un periodo come quello natalizio, dove abbondano i soliti orridi cinepanettoni, volgari, sostanzialmente stupidi e portatori il più delle volte di non-valori, Aguasaltas.com rappresenta una occasione per stare bene, godersi il bello, sia dell’uomo che della natura, per merito di questa pacata storia anti-globale, semplice sì, ma profondamente umana. Una pellicola che è un inno sobrio alla vita, dove si cerca di proteggere quel Piccolo mondo antico (1895) di cui parlava Antonio Fogazzaro e che sta inesorabilmente scomparendo sotto i nostri occhi.

Riccardo Rosati

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