A Locarno in concorso la co-pruduzione belga francese ‘Rule 34’ (Regra 34).
Stando a ciò che dichiara la regista brasiliana Julia Murat su ciò che le interessa oggi, sono i dibattiti sul genere, la razza e il decolonialismo suscitati dal movimento black in Brasile, rivelatori di un sistema oppressivo che tiene tutti bloccati.
E fin qui le premesse sembrano ottime.
Partiamo dal titolo. Forse non tutti sanno che la Regola 34 è una regola di internet, cioè un elenco umoristico di regole non ufficiali, citate scherzosamente dagli utenti della rete, che afferma che, se una cosa esiste, allora ne esiste anche la versione porno.
Potremmo dire però che non basta avere buoni intenti se poi si sviluppano male. Rule 34 (Regra 34) è un film che va su due binari paralleli che cioè non si toccano mai e, sviluppa, a dir poco, un personaggio bipolare.
Avvocato di giorno che difende i diritti di donne picchiate, abusate in famiglia, la sera si prostituisce su canali Bsdm in cambio di Tokens e rischiando l’autosoffocamento; si trastulla poi col suo preferito, Mr Cock, un nome – una garanzia, va con uomini, con donne e ha una linea di condotta spiazzante oltre a traumi regressi che la portano verso il masochismo e l’autodistruzione, anche e soprattutto per erotizzarsi.
Spegnimi una sigaretta sulla pelle, passami pure un bicchiere rotto addosso, soffocami con un sacchetto della spesa. Sono diversi i modi malsani di provare piacere / dolore e, di sicuro, ognuno lo fa come vuole.
Quello però che non torna nel film sono le continue esternazioni su vessazioni patriarcali, potere maschile, errori familiari e colpe scaricate su genitori, rivendicazione del ruolo femminista di esistere o le consulenze che Simone eroga poi alle altre donne, gli studi impegnati che fa nella giurisprudenza, per poi passare malamente alla contraddizione.
Pregio del film e far riflettere su due realtà contrapposte. Difetto è forse l’aver messo troppa carne al fuoco, troppe tematiche dal sociale, al decolonialisno, al black lives matter al Bsdm, fino alla liberazione e ai diritti sessuali di ciascuno.
La sinossi di ‘Rule 34’
Simone è una giovane studentessa di giurisprudenza che scopre di avere una passione per i casi di abusi nei confronti delle donne, nonostante Simone è una studentessa di legge che si appassiona ai casi di difesa nei confronti delle donne nei processi per violenza e abusi sessuali.
Tuttavia nella sua vita privata – più per desiderio che per necessità -i propri interessi sessuali la portano verso un mondo fatto di violenza ed erotismo. Fa infatti l’attrice di porno amatoriali on line ed è sempre più attratta dal sadomaso, dove la paura e il dolore di mescolano alla gratificazione sessuale, portandola pian piano a desiderare di essere aggredita.
La musica di ‘Rule 34’
La musica a cura di Lucas Marcier, Maria Berlado è una delle cose di sicuro che colpisce di più nel film, creando stati allucinati, violenti, ripetitivi, reiterati come un mantra ipnotico, soprattutto nei momenti di sofferenza e attrazione sessuale
Due parole sulla regista e la sua filmografia
Julia Murat ha una lunga esperienza da montatrice, regista e produttrice. Il suo primo film Histórias que Só Existem Quando Lembradas (2011) è stato presentato a Venezia e ha vinto 39 premi internazionali. Pendular ha vinto il Premio FIPRESCI alla Berlinale 2017. Regra 34 è il suo terzo lungometraggio.
2017 Pendular
2017 Operações de Garantia da Lei e da Ordem
2011 Historias Que só Existem Quando Lembradas
2009 Dia Dos Pais
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