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Mubi Film

‘Sacrificio’ – La recensione dell’ultimo, straziante film di Tarkovskij

Un sentore di fine imminente e di rinuncia a lottare emerge chiaramente nell'ultima, accorata e pessimistica opera del grande maestro russo, che riesce senz'altro in modo appropriato a immergersi nelle inquietudini che spingono il suo tormentato protagonista a immolarsi per una causa più grande del suo stesso esistere.

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sacrificio

Su MUBI è possibile vedere, o rivedere, Sacrificio, ovvero l’ultimo lavoro del compianto regista russo Andrej Tarkovskij, anche in questa occasione in grado di dar vita a una vera e propria opera d’arte.

Un tuono a ciel sereno, e nulla sarà mai più come prima

L’anziano intellettuale Alexander trascorre la sua esistenza in un’isola semi-deserta della Svezia, in compagnia del giovanissimo figlio, della moglie e di pochi amici che vivono in quello stesso luogo.
Nel giorno del suo compleanno, mentre si trova a passeggio col bambino, che non parla a seguito di una operazione alla gola, mentre gli racconta una storia di origine giapponese su un albero secco che, ripiantato ed annaffiato ogni giorno alla stessa ora, riprende a fiorire, l’uomo incontra il postino del luogo, e lo invita a festeggiare assieme alla sua famiglia e al medico che li ha in cura.
Ma improvvisamente dal cielo si avvertono sinistre vibrazioni che si trasformano in assordanti rumori di aerei che solcano minacciosi il cielo.
sacrificio
La tv annuncia il pericolo di un Terzo conflitto Mondiale, ed Alexander, preoccupato che quel suo idillio terminale di vita possa essere compromesso, così come il destino dei suoi cari, si accinge a “sacrificarsi”, rinunciando a parte di ciò che in vita si è conquistato – la bella casa, la fedeltà coniugale, la sua stessa adorata famiglia – in cambio almeno della sopravvivenza dei suoi.
Ritenuto folle dopo aver appiccato l’incendio della bella casa in riva al mare, l’uomo verrà ricoverato, in un certo senso dopo aver portato a compimento il suo sacrificio. In concomitanza il figlioletto, seduto nei pressi dell’albero secco ripiantato ed annaffiato con metodicità, riprenderà l’uso della parola contemplando quella sorta di ikebana che si rivela la vera e autentica eredità paterna.

Sacrificio – la recensione

“Sai, talvolta mi dico che se ogni giorno, esattamente alla stessa ora, facessimo la stessa identica azione, come un rituale, nello stesso identico modo, sistematicamente…. ogni giorno alla stessa ora, ecco che il mondo cambierebbe. Sì, qualcosa cambierebbe…cambierebbe per forza.”
É avvolto da un alone di tetro pessimismo l’ultimo, esemplare lavoro cinematografico di un Andrej Tarkovskij già compromesso dalla malattia, e quindi piuttosto incline a rifugiarsi nelle angosce del suo alter-ego protagonista (interpretato da un ispirato Erland Josephson).
Non a caso il film è dedicato al figlio del regista, che, come quello del suo protagonista Alexander, rappresenta la speranza di una vita che continua, nonostante l’apocalisse, per lasciare spazio alle nuove generazioni.
“Ogni dono che si fa comporta un sacrificio. Altrimenti che razza di dono sarebbe?”
La famosissima scena finale del sacrificio della bella casa isolata, strutturata secondo un lunghissimo piano sequenza, che ripercorre le tappe di una lucida follia del protagonista, così immedesimato nell’ offrirsi da agnello sacrificale, pronto a cedere tutto ciò che di buono si è procurato durante la vita, ha una forza e una intensità che trasmettono il senso più drammatico  della fine ormai inevitabile.
Quella che il grande autore, probabilmente, sentiva addosso come un macigno insopportabile.

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Sacrificio

  • Anno: 1986
  • Durata: 147
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Svezia
  • Regia: Andrej Tarkovskij