Castello di sabbia, su Netflix, è un film incentrato sull’avventura di un soldato che si arruola volontario per l’Iraq nei primi anni del nuovo millennio, allo scopo di pagarsi gli studi.
Castello di sabbia – la trama
Il soldato semplice Matt Ocre si arruola volontario, nell’anno 2003, per una missione in Iraq destinata a deporre Saddam Hussein e segnare la fine alla sua dittatura. Il suo scopo è raggranellare una somma sufficiente per pagarsi gli studi universitari che, in quel momento, sono qualcosa ben al di là della sua portata economica.
“Splendido e maledetto giorno!”
Finirà tra i ranghi di una squadra impegnata, più che in azioni d’assalto, a riparare il sistema idrico – seriamente danneggiato dalla guerriglia – nei dintorno di Ba’quba, villaggio alle porte di Bagdad, dove vivono civili ma dove si rifugiano anche bande di ribelli dissenzienti sull’invasione americana.
Il ragazzo protagonista si ritroverà in perenne balia di eventi completamente estranei alla propria già scarsa possibilità di controllo, assediato tra sparatorie e agguati, abbandonato a sé stesso e seriamente tentato, almeno inizialmente, di organizzare un falso incidente sul lavoro pur di farsi rimpatriare.
Tuttavia poco per volta il giovane maturerà una sua coscienza e una sua responsabilità nei confronti di ciò che lo circonda, che lo indurranno a integrarsi in una squadra coesa, ma anche saldamente impegnata a fornire la propria opera a salvaguardia di una popolazione inerme e vittima delle sanguinose circostanze.
Castello di sabbia – la recensione
Sotto la direzione professionale e composta del brasiliano Fernando Coimbra, Castello di sabbia è un film di guerra che non rinuncia a molti spunti già visti in molte altre circostanza.
Il film ostenta pure diverse situazioni cameratesche non proprio originali, facendosi imbrigliare, lungo il corso della vicenda, da qualche venatura di retorica francamente evitabile.
Tuttavia, va riconosciuta al film la circostanza di apparire meticolosamente ambientato e strutturato, giovandosi altresì della valida interpretazione di un manipolo di buoni giovani interpreti.
Tra costoro, spicca il protagonista, che ha il volto intenso e concentrato di Nicholas Hoult (un divo già da bambino ai tempi di About a boy del 2002). Ma anche il valido Logan Marshall-Green (The invitation, Upgrade) appare non meno convincente nel ruolo del solidale capo squadra. Nel ruolo del duro capitano Syverston, sembra appropriata la scelta caduta sul muscolare ex Superman Henry Cavill.
La pellicola ha inoltre l’ambizione di provare a sondare il comportamento della popolazione locale, protesa tendenzialmente ad aiutare un invasore nella sua preziosa opera di bonifica, volta a sopperire a un bene prezioso come l’acqua corrente. Ma anche intimorito e mortificato dalla presenza di una minaccia locale che lo vede soccombere nel modo più atroce, se solo vagamente ritenuto fautore di collaborazionismo con l’odiato nemico occidentale.