La palma d’oro al miglior film è stata consegnata dalle mani del regista messicano Alfonso Cuaron e del presidente della giuria, l’attore francese Vincent Lindon, al regista svedese Ruben Östlund per il suo Triangle of Sadness.
Cinque anni dopo la Palma d’oro per The Square, la satira graffiante del regista svedese ha colpito ancora e ha messo d’accordo la giuria.
“La lavorazione del film è stata lunga e complessa; quasi cinque anni con numerosi intervalli a causa dalla pandemia”, ha raccontato Östlund alla conferenza stampa organizzata nella stupenda villa Saf Saf da Film i Väst, la pluripremiata società di produzione scandinava che quest’anno ha calato gli assi con cinque film a Cannes, tra cui quelli premiati con la Palma d’oro, Triangle of Sadness e Holy Spider
Dopo aver vinto la palma d’oro nel 2017 mettendo in ridicolo il mondo dell’arte contemporanea, Östlund passa sotto la sua lente di ingrandimento i conflitti sociali, la lotta di classe ed i rapporti uomo donna viziati dai rapporti economici.
Prima parte: Carl e Yaya
Il triangolo della tristezza è una zona tra le sopracciglia e la fronte che rischia di fornire una immagine triste al volto quando una persona è tesa o preoccupata o perché semplicemente invecchia; motivo per il quale è spesso oggetto di attenzione della chirurgia estetica.
“Puoi rilassare il tuo triangolo della tristezza? la zona tra le tue sopracciglia” diranno a Carl, interpretato da Harris Dickinson, durante un provino per una sfilata, nella prima parte del film.
S’inizia dal mondo della moda con i suoi ridicoli messaggi ipocritamente inclusivi proiettati sugli schermi delle sfilate, per osservare Carl e la sua fidanzata Yaya, interpretata da Charlbi Dean, una modella ed influencer con la quale ha un rapporto conflittuale prevalentemente a causa del fatto che Yaya guadagna di più e perché non è chiaro se sono innamorati o se stanno insieme per convenienza.
Sono entrambi giovani e bellissimi, fanno parte di un mondo visibilmente assurdo e la loro estetica diventa mostruosità con l’avvicinarsi della telecamera.
Non c’è un piatto che possa essere assaporato senza che non debba diventare un post per i follower dei social media di Yaya.
ÖSTLUND indaga sul rapporto tra i due personaggi attraverso una discussione su chi debba pagare il conto della cena facendo esplodere un conflitto surreale.
Il film è fluidamente diviso in tre capitoli appunto come i vertici di un triangolo della tristezza che analizza la società contemporanea con ironia tagliente al punto che scomodare un paragone con Luis Buñuel non sembra eccessivo.
La divisione in tre capitoli non era nelle intenzioni del regista come da sua stessa ammissione durante la conferenza stampa, ma è si è delineata durante le riprese del film
Seconda parte: lo Yacht
Così ci troviamo proiettati nella seconda parte del film dove Carl e Yaya vengono invitati a una crociera su uno yacht insieme a un gruppo di milionari: oligarchi, produttori di armi sui quali primeggia un capitalista russo commerciante di concimi che ama definirsi il re della merda.
Tutto questo mondo convergerà, come in un film dei Monty Pyton, nella delirante cena del capitano interpretato da un divertentissimo e scatenato Woody Harrelson, un americano marxista che duellerà in citazioni sul socialismo (dove primeggiano quelle di Ronald Reagan e Margaret Thatcher) con l’industriale russo, re della merda, interpretato dall’attore croato Zlatko Buric.
Terza parte: il naufragio
La terza parte è quella che ha fatto scomodare il paragone con Lina Wertmüller per il suo Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. In cui, dopo il naufragio, gli ospiti della crociera si trovano tutti su un’isola e i rapporti di potere si invertono.
Il più forte è chi sa fare le cose e un Rolex diventa una merce di scambio quasi inutile ed è così che una donna dell’equipaggio, abile a pescare e cucinare reclama la leadership in virtù delle sue abilità.
Triangle of Sadness è un film potente e divertente la cui principale qualità è quella di far ridere e pensare, un opera estremamente importante nella cinematografia di Ruben Östlund che conferma la sua capacità di arrivare al cuore dello spettatore
Henrik Dorsin alla conferenza stampa organizzata da i vast alla villa Saf Saf ( foto Giovanni Battaglia )