Nel giorno quarto del Far East Festival 24, viene presentato In Concorso il film action intitolato Hostage: missing celebrity, incentrato su una delle più acclamate star del cinema sudcoreano, impegnata a interpretare se stesso in un blockbuster in cui si immagina che venga rapito da un gruppo di rapinatori senza scrupoli, intenzionati a ucciderlo se non verrà corrisposto loro un lauto riscatto.
Hostage: missing celebrity – la trama
Hwang Jung-min è da alcuni anni una delle star più famose dell’intenso panorama cinematografico coreano, ed è stato ospite gradito ed applauditissimo quattro anni orsono al Far East Festival di Udine.
Nel film action Hostage: missing celebrity, la novità che il regista debuttante e sceneggiatore Pil Gam-sung conferisce al suo blockbuster, è che la storia è incentrata sul medesimo personaggio dell’attore, che infatti interpreta se stesso: divo incontrastato, ostaggio di biechi rapitori specializzati in sequestri lampo ai danni del ceto benestante.
Tra fughe, inseguimenti, sparatorie e sangue a profusione, Hwang Jung-min (che ricordiamo al FEFF numero 20 con il colossal d’azione The battleship island) si comporta esattamente come nei film action che lo hanno reso una star, salvo che nella vicenda che lo vede al centro dell’azione.
Quasi come se si tentasse di dimostrare che a volte la realtà supera la fantasia, o comunque che una tale possibilità possa risultare cinematograficamente plausibile.
Hostage: missing celebrity – la recensione
La scommessa che il film riesce a vincere è infatti quella di rendere non completamente assurda una vicenda che, vissuta da un personaggio che possiede le stesse generalità della star che lo interpreta, fa in modo di rendere tecnicamente possibile, per quanto spinta e sopra le righe si presenti la vicenda, ogni singola sfaccettatura.
Sino a rendere credibile che la star, che molti di noi hanno già conosciuto alle prese con situazioni al limite del verosimile, possa davvero affrontare la sadica vicenda, attenuandone la spettacolarità esuberante, dopo essere stato intrappolato da una storia per nulla dissimile da quella che egli stesso interpreta abitualmente.
É questo il piccolo tocco magico che attribuisce a un film altrimenti qualunque e scontato, quello spunto in più in grado di fare la differenza tra il puro mestiere e l’opera con qualcosa di originale, da poter ancora distinguersi dalla routine dei film action spesso tutti uguali.
A ciò si aggiunga, onore al merito, la lodevole e per nulla scontata, e, se vogliamo, coraggiosa capacità della star protagonista di sapersi prendere gioco di se stesso facendosi il verso, reinterpretandosi nei vezzi della star che è, grazie al consenso che ottiene dal pubblico che la segue, ma dal quale inevitabilmente prende le distanze in quanto personaggio sulla cresta dell’onda, realizzato e per questo potenziale oggetto di estorsione. 6/10
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