I am what I amdi Sun Haipeng è un film di animazione cinese del 2021 che arriva sugli schermi italiani il 25 aprile presso il Far East Film Festival 2022.
Il film è l’allegoria virata nella tradizionale danza folkloristica cinese del leone, degli sforzi richiesti a un giovane per riscattare la sua posizione nel mondo.
I am what I am di Sun Haipeng, la trama
Ah Juan è un adolescente che vive col nonno in un piccolo villaggio nel sud della Cina. I suoi genitori da molto tempo lavorano nella schiera dei migranti al soldo delle grandi città, lontano da casa.
Bullizzato da un gruppo di coetanei, Ah Juan viene difeso da una performante ragazza che mette a tacere i burberi con una esuberante danza del leone. Lei, che condivide lo stesso nome con Ah Juan, gli regala la testa di questo speciale costume e accende in lui l’interesse per la magica tradizione. A quel punto Ah Juan recupera i suoi amici Ah Gou e Ah Mao e con loro convince l’ex-danzatore Xiang Yuqiang (letteralmente, il “forte pesce saltato”) ad allenarli.
Qui inizia il percorso di riscossa del trio, ma soprattutto di Ah Juan, in un estenuante allenamento un po’ alla Karate Kid pieno di colpi di scena e pure di espiazione per lo stesso maestro pescivendolo. I sogni di Ah Juan verranno a un certo punto temporaneamente messi in pausa a causa di un incidente del padre, per poi riprendere inaspettatamente con felino vigore.

Personaggi ed evoluzioni
I am what I am di Sun Haipeng è un omaggio rispettoso a una categoria di nuove generazioni costrette a crescere con largo anticipo e a dimenticare un po’ la giovinezza che gli spetterebbe. I tre ragazzi sono tutti left behind children, dai genitori impegnati a mantenerli da lontano. Un terzetto che è un bel mix di “emarginati”, ognuno con la propria caratteristica “disagiata”: il povero, il ciccio, lo storto. Prede facili, anche troppo. Ma è sul personaggio di Ah Juan, che la storia si concentra e l’evoluzione si sublima: la bittersweet life lo fa crescere e diventare un grande re leone.
Ah Juan passa dalla spensieratezza della sua giovinezza, alla responsabilità di un adulto che deve provvedere a tutta la famiglia. Il corpo stesso si modifica: da ragazzetto deboluccio, col capello lungo e poco “virile”, magrino e mezzo ricurvo, a giovane piazzato che piano piano si raddrizza e ci tiene a dare un bel taglio anche alla chioma. E infine c’è Ah Juan adulto, che ha messo su muscoli, esperienza, serietà, caparbietà e tenacia, così come mostrano la sua espressione e le spalle larghe che lo sostengono.

Computer grafica, danze e azione
Punto di forza della regia sono le continue soggettive che la camera offre nel raccontare le gare e le sfide dalla prospettiva di questi leoni che, da cuccioli, diventano predatori nei confronti delle ingiustizie della vita.
Il leone di Ah Juan è un leone rotto, imperfetto, che danza malgrado le scarpe povere e il piede ferito. Ma è un leone che è stato tale fin dall’inizio, sotto le mentite spoglie di un felino innocuo. L’animazione permette a questa storia di esibirsi in tutta la sua potenza creativa nelle evoluzioni fisiche e nel tremito delle musiche. La colonna sonora pop-rock notevole si sposa perfettamente con le piroette e le battaglie sospese sui pali.

La danza del leone è infatti una performance che ha profonde radici storiche in Cina, soprattutto nella provincia del Guangdong, a Canton in particolare dove è ambientata la vicenda. Attinge all’arte marziale e viene di solito realizzata durante le festività cinesi più importanti.
La sequenza della danza disperata sul tetto è un’alchimia di movimenti musica ed emozioni, che si sublima con tutte le possibilità che la CG regala a questo film.
I am what I am di Sun Haipeng è sia una storia colorata e delicata, sia un riscatto fatto di duro, durissimo lavoro. Riverbera nella perfezione del tratto grafico tra musiche ed emotività avvolgenti.