Yaksha di Hyeon Na è un film di azione e spionaggio prodotto da Sangsang Film e distribuito in Italia da Netflix.
Un film egregiamente curato anche dal punto di vista tecnico che sfoggia una storia di moralità e patriottismo avvincente.
Yaksha di Hyeon Na, la trama
Han Ji-hoon (Park Hae-soo) è un procuratore che ha pestato i piedi a un grande business man di Seoul. Per recuperare la reputazione perduta, accetta un incarico delicato a Shenyang, Cina. Ovvero, riferire l’operato del capo della divisione spie sudcoreane a Shenyang: lui è Ji Kang-in (Sol Kyung-gu), nome in codice Yaksha, e risolve le cose a modo suo e senza troppa pietà.
You remind me of something: the white Nikes my class monitor wore at school
I stepped all over them.
(Yaksha parlando con il procuratore Ji-hoon)
Nell’osservare Kang-in e la sua squadra, Ji-hoon, pur mantenendo il più possibile la sua integrità, si fa risucchiare dall’operazione speciale che la squadra sta seguendo: un massiccio inseguimento tra spie da tre mondi, che ha effetti a livello internazionale.
La giustizia avrà la meglio, ma lo scotto da pagare per raggiungere quest’obiettivo sarà comunque alto per l’integerrimo Ji-hoon.
Cura dei dettagli e coreografie bollenti
Da una variopinta Hong Kong, luci al neon pirotecniche nella primissima scena. Una curatissima sequenza d’azione nell’ esordio del film, che finisce in una tradizionale carrellata ascendente come non se ne vedevano da tempo. La strada affollata di Hong Kong in una prospettiva perfettamente centrata che dice tutto sul divenire del film: chiassoso, campito e destabilizzante. Quei primi sei minuti che potrebbero esistere a sé, come un cortometraggio avvincente e potente.
Lo spettatore deve fare l’abitudine sin da subito a un’ immagine appuntita sui volti, dove i pori esaltano profili segnati dalla stanchezza e dal cerone eccessivo degli attori, in stile coreano. Accettare immagini continuamente virate, dove ogni ambiente esalta un tono a cui si connette un’ emozione definita.
Yaksha è un direttore d’orchestra, nell’intreccio e per la sua squadra di atletiche spie che in tre castigano mezzo mondo di squadre speciali. Sul finale, ci si è lasciati un po’ prendere la mano con le esplosioni, memoria di un action-movie hollywoodiano passato un po’ di moda.
Quei diavoli dei giapponesi
Eppure, Yaksha di Hyeon Na coinvolge nella sua dichiarata sfida alle malefatte giapponesi: qualunque sia il punto di vista dal quale lo si riprende, è sempre il Giappone il cattivo finale. Cina e Corea tutti coalizzati contro la furia cieca dei giapponesi, che addirittura si scagliano contro la Corea unita, utopia di una pace reinstallata.
Una storia di tradimenti e valori tra gangster impietosi, ma tutti con il grande obiettivo di salvare la patria. E, quindi, anche lo spettatore salta sulla poltrona. Yaksha è il punitore, quello del lavoro sporco, e lascia a Nike l’incombenza di conferire alla giustizia i malfattori, e rimanere giusto fino alla fine. La forza del film risiede effettivamente nel dualismo imponente dei due protagonisti: pensieri, stili e vite diverse, accomunate dallo stesso vibrante impegno per la giustizia.
Someone told me: Justice must be preserved by any means necessary.
Netflix Aprile 2022 Serie tv e Film in arrivo