Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom (2015), è il documentario montato e diretto dal regista d’origine israeliana Evgeny Afineevsky disponibile su Netflix.
La pellicola, di terribile contemporaneità, ha il potere di trasportare lo spettatore nello spirito d’unità del popolo ucraino.
Il regista dà la parola all’uomo comune che, sfidando la corruzione e la tirannia, ha lottato per la libertà e l’affermazione dei propri diritti.
La trama
2010. Il filorusso Viktor Yanukovych viene eletto Presidente dell’Ucraina, ma non mantiene la sua promessa di trovare un accordo economico con l’Unione Europea.
Nel 2013, il suo Governo giunge a sospendere la Deep and Comprehensive Free Trade Area (accordi economici con la CE) e ciò scatena la rivolta del popolo.
L’aggressione di Vladimir Putin
Proprio in questi giorni stiamo assistendo purtroppo a un nuovo conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa.
L’ordine di Vladimir Putin all’esercito russo di invadere l’Ucraina ha paventato, dopo decenni, la minaccia di una terza guerra mondiale.
L’invasione russa non è però avvenuta dall’oggi al domani. Lo zar del nuovo millennio da tempo si preparava infatti a questo vile atto d’aggressione per riportare l’Ucraina nella sua orbita e allontanarla definitivamente dall’Europa.
Il diario della rivolta
Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom ha il merito di entrare nel cuore della questione, ripercorrendo, come un vero e proprio diario, le tappe fondamentali che ci hanno portato a questa drammatica situazione.
Il documentario di Evgeny Afineevsky (Francesco, Cries of Syria) è composto da una lunga serie di interviste ai protagonisti delle rivolte popolari, scoppiate a Kiev, dopo il mancato accordo tra la Comunità Europea e il Governo guidato da Victor Yanukovych.
A queste sono alternate le cruenti immagini degli scontri tra i manifestanti e le Berkut (Aquile d’oro, ex unità della polizia antisommossa ucraina), scontri durati ben 93 giorni, tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.
L’Ucraina oggi è al centro del dibattito pubblico. Ogni mezzo d’informazione sta descrivendo minuziosamente la situazione di questa nazione invasa da un esercito straniero.
Ma il contesto politico del Paese, oggi guidato eroicamente da Volodymyr Zelenskyj, pur occupando un posto d’eccezionale importanza nello scacchiere internazionale, è quasi sconosciuto al grande pubblico.
La politica filorussa di Victor Janukovyc
Diventa, dunque, preziosa l’introduzione di Winter on Fire. Qui il regista, in maniera sintetica e dinamica, traccia una piccola storia del Paese che si dichiara indipendente dall’Unione Sovietica nel 1991.
Inoltre, vene presentato Victor Janukovyc, Presidente dell’Ucraina dal 2010 al 2014. È luI con la sua politica a scatenare le rivolte dei cittadini nelle piazze della capitale.
Da sempre filorusso, Victor Janukovyc vince le controverse elezioni del 2004, poi annullate, ma riesce ad essere eletto Presidente nel 2010, promettendo la definitiva entrata dell’Ucraina nella Comunità Europea.
Una volta eletto torna però sulle sue posizioni e rompe definitamente ogni rapporto con l’Occidente, riportando la nazione nell’orbita della Russia.
Il futuro con l’Europa
Uno dei temi centrali di Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom è il contrasto tra i cittadini proiettati nel futuro con l’Europa e la classe politica corrotta che vuole riportare il Paese nel passato sotto la guida della Russia.
“Voi ci date la corruzione, noi vi diamo la rivoluzione”.
Era questo uno dei tanti slogan gridati dai manifestanti durante le manifestazioni, parole che riassumono efficacemente la situazione.
Un merito di Winter on Fire è anche quello di dare voce ai veri protagonisti di questa rivolta: personaggi dello spettacolo, come la cantante Ruslana Lyzhychoko, ma soprattutto gente comune.
Sono davvero tanti e tutti significativi gli interventi che si susseguono nel documentario di Evgeny Afineevsky, candidato all’Oscar.
Il medico Katya Korinyo ci racconta delle violenze della polizia, spietata anche contro i volontari della Croce Rossa; l’uomo d’affari Eduard Kurganskyi, invece, ci fa rivivere l’assalto delle Berkut al Monastero di San Michele, dove alcuni manifestanti si erano rifugiati.
È in questa circostanza che il governo filorusso di Victor Janukovyc dimostrò la sua violenza verso un Paese, che, non solo voleva andare nella stessa direzione dell’Europa, ma desiderava soprattutto essere finalmente libero.
I giovani rivendicano la libertà
Dalla sua indipendenza, infatti, l’Ucraina ha faticato molto per ottenere una sostanziale autonomia a causa delle continue ingerenze di Vadimir Putin. É un malessere percepito soprattutto dalle nuove generazioni che pretendono di voltare pagina.
Sono appunto i giovani i veri protagonisti di Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom, in alcuni casi i giovanissimi. Come Roman Savelyev, un dodicenne attivista che non si spaventa di fronte alla violenza della polizia, ma piuttosto combatte con una piccola fionda.
“Sembrava di essere in un film, ma non era così… era la realtà”.
Sono queste le parole del piccolo Roman, che commenta la violenza delle forze dell’ordine.
Il racconto di Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom arriva fino al 22 febbraio del 2014, quando, poco prima dell’alba, Victor Janukovyc lascia Kiev in elicottero, per rifugiarsi in Russia da Vladimir Putin, suo burattinaio.
Winter on Fire è il racconto di un popolo che ha lottato per la libertà e che, con il sacrificio di tanti, l’ ha resa possibile. Persone diversissime tra loro, mussulmani, ebrei, cristiani e buddisti, hanno lottato per l’Ucraina libera: oggi questa libertà è pericolosamente minacciata, ma il messaggio che giunge forte é la speranza e l’idea che nessuno possa mettere in ginocchio una persona libera.
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