Approdato nelle sale cinematografiche a fine Ottobre 2021, dopo tanti rimandi dovuti alla pandemia, Freaks out è finalmente disponibile anche su supporto blu-ray. Un’edizione limitata targata Eagle pictures che, racchiusa in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, dispensa anche una card da collezione all’interno della confezione. L’ottima occasione per poter godere appieno dell’opera seconda a firma di Gabriele Mainetti, dopo il premiato, esplosivo debutto Lo chiamavano Jeeg robot, datato 2015. Un’opera seconda che molti hanno spesso definito una sorta di Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino con protagonisti i mutanti marveliani X-Men. Perché al suo centro troviamo la ragazza elettrica, il giovane capace di prendere confidenza con gli insetti (ad eccezione delle api), l’uomo lupo e il nano calamita.
I loro nomi: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario, rispettivamente interpretati da Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, un irriconoscibile Claudio Santamaria e Giancarlo Martini. Quattro fenomeni da baraccone che vivono come fossero fratelli nel circo di Israel alias Giorgio Tirabassi, nella Roma del 1943.
Fino al momento in cui questo scompare misteriosamente, facendoli ritrovare soli e alle prese con il pericolo dell’occupazione nazista. Rappresentata in particolar modo dal folle e spietato Franz incarnato da un eccellente Franz Rogowski, in cerca di individui dai poteri straordinari per il suo Zirkus Berlin. Una figura a tratti guardante, senza alcun dubbio, a quella proposta da Charlie Chaplin nel super classico Il grande dittatore. Titolo destinato a rivelarsi soltanto uno degli importanti modelli su pellicola da cui Freaks out attinge. Del resto, per il volo in cielo di Matilde e Cencio sparati tramite cannone Mainetti dichiara di essere stato influenzato dal muto Viaggio nella luna. Cortometraggio realizzato nel 1902 dal pioniere degli effetti speciali Georges Méliès.

Ma, allo stesso tempo, è impossibile non pensare, in realtà, ad un palese omaggio a Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam. Come evidente è un rimando a Federico Fellini nella presenza di una attempata signora prosperosa durante la sequenza del bagno nel latte. Mentre, se Steven Spielberg rientra chiaramente tra i principali cineasti di riferimento, L’armata delle tenebre di Sam Raimi riecheggia nell’assalto attuato grazie alle catapulte. Man mano che, non senza ironia (dovuta soprattutto a Cencio), prende forma un kolossal probabilmente unico nell’intera storia del cinema italiano.
Un kolossal capace tranquillamente di reggere il confronto con l’infinità di blockbuster e costosissimi cinecomic hollywoodiani. Dei quali rispecchia l’aspetto visivo tutt’altro che vicino alla provincialità tipica delle produzioni tricolori del terzo millennio.
Sguazzando allegramente in mezzo a spettacolari bombardamenti, cruda violenza con tanto di splatter e bizzarrie assortite, a cominciare dal geniale incubo futuristico del citato Franz. E la colonna sonora? A firma del regista stesso affiancato da Michele Braga, cita di certo Nino Rota, John Williams e Danny Elfman. Per rientrare tra i punti di forza di Freaks out, mirato a ribadire che la guerra si prende gli uomini migliori e li trasforma nei peggiori. Senza annoiare mai lo spettatore, che potrà inoltre approfondirne diversi aspetti nella ricca sezione extra del disco in alta definizione. Infatti, insieme a due trailer e ad una videogallery artwork, abbiamo gli storyboard di tre sequenze, lo spot ironico Gel Testa Ferma e un making of. Oltre a tre minuti di papere, undici riguardanti le musiche, quasi cinque di scene eliminate e circa sette di sguardo all’ottima effettistica.