Giovedì 20 gennaio 2022 è uscito nelle sale il film di fantascienza francese L’ultimo giorno sulla Terra, del regista Romain Quirot, distribuito da Notorious Pictures.
L’ultimo giorno sulla terra La trama
Siamo nel 2050. Il pianeta Terra non se la passa affatto bene. Un cataclisma climatico ha compromesso seriamente la vita, e ucciso quasi tutte le specie vegetali ed animali.
La razza umana ha imparato a vivere dei ricordi nostalgici di quel pianeta verde e lussureggiante, che resta ancora nella mente dei meno giovani. Un aggregato di materia che ora appare come una brulla e infuocata desolazione di terra incandescente.
Un corpo celeste dal colore rosso, in gergo denominato “Luna rossa” come fosse un altro nostro satellite naturale, è apparso a gravitare attorno alla Terra.
La minaccia del pianeta rosso
L’umanità ha pensato bene, seguendo i suggerimenti di un brillante scienziato, di sfruttarne un prezioso minerale, trovato nel sottosuolo del nuovo satellite, e tramutato in combustibile utile al fabbisogno umano.
Ma, ad un certo punto, la gravitazione del pianeta rosso ha iniziato a modificarsi, spingendo lo stesso a raggiungere molto da vicino la nostra gravità.
La circostanza ha compromesso completamente il nostro clima, che è divenuto nocivo alla prosperità di ogni essere vivente.
“La luna rossa bisogna lasciarla in pace“
Il satellite purpureo, così brutalmente sfruttato e modificato, finirà così per cambiare rotta, dirigendosi pericolosamente a cozzare contro il nostro pianeta, peraltro già climaticamente flagellato da quella vicinanza spettrale ed innaturale.
Lo stesso scienziato che ha iniziato ad estrarre il combustibile da quella luna rossa (Jean Reno), conscio di essere uno dei principali responsabili di quell’imminente flagello definitivo per l’intera umanità, decide di trovare una soluzione: prova a convincere il figlio astronauta (Hugo Becker), affidandogli una missione con lo scopo di distruggere il pianeta ostile e salvare quel che resta della Terra.
Ma Paul non crede a quel progetto. Si ribella e fugge, portando con sé una ragazzina tosta e coraggiosa, incontrata in un vecchio negozio lungo la sua fuga (Lya Oussadit-Lessert).
Nella sua fuga verrà inseguito dal suo folle fratello (Paul Hamy), che è invidioso di lui e cerca di riscattarsi dinanzi all’illustre genitore che non lo stima.
La recensione
La storia catastrofica ricorda il recente e apprezzato film di Adam McKay, ovvero l’ironico e sferzante Don’t look up.
Ma, contrariamente a quanto si possa pensare, non ci troviamo dinanzi ad un B-movie concepito in fretta e furia per sfruttare il successo di quel blockbuster pieno di star americane di prima grandezza.
L’ultimo giorno sulla terra è stato in realtà concepito prima, nel 2020: il regista francese Romain Quirot ha tratto spunto, estendendone la sceneggiatura, da un proprio cortometraggio intitolato Le dernier Voyage de l’enigmatique Paul W.R., molto apprezzato presso vari festival tematici (Sitges e pure il Science+Fiction Festival di Trieste).
Il fascino del b-movie
Fatto sta che L’ultimo uomo sulla Terra è diventato una sorta di risposta francese al cinema mainstream di fantascienza americano.
Solo che qui l’inventiva e l’ingegno hanno dovuto sostituire inevitabilmente i budget astronomici tipici delle grandi case di produzione americane, privilegiando in tal modo le idee allo slancio produttivo.
Nella nostra piccola e tradizionale Europa, da sempre generalmente più avvezza ad altri stili cinematografici più introspettivi e meno dipendenti dagli effetti speciali, è impossibile pensare di poter far propri simili stanziamenti.
A meno che non ci si trovi in posizione simile ai “Luc Besson” dei bei tempi del folle ed irriverente Il quinto elemento. Ma questo purtroppo non è il caso di L’ultimo giorno sulla Terra.
Qui infatti trabocca in ogni occasione la sensazione del tutto piacevole del fatto in casa.
Suggestive si dimostrano in particolare le visioni dei simboli della nostra civiltà in rovina, come la Torre Eiffel, o quello che ne resta, che spunta tra le macerie e ricorda gli scenari del primo Il pianeta delle scimmie.
Scene ad effetto che comunicano allo spettatore una sensazione emotiva che non può rivelarsi altro se non il punto di forza in grado di rendere appassionante la visione complessiva del film, almeno a tratti.
La catastrofe che incombe e il messaggio ecologista
Detto ciò, il film, pur assai fragile e vulnerabile da più parti, non può che rivelarsi una piccola chicca a cui è impossibile voler proprio male. Nonostante la presenza ingombrante di Jean Reno che costituisce certo presenza di lusso, ma appare ancor più catatonico rispetto alle sue più recenti sbiadite interpretazioni.
Gli effetti speciali un po’ retrò si rivelano spesso suggestivi, e la storiella a sfondo ecologico, pur gracile, si lascia guardare.
Il regista Quirot promette bene e ci fa sperare che la sua incursione nel cinema di fantascienza “fatto in casa” possa continuare con nuovi capitoli. O, in alternativa, altre storie fantascientifiche animate dal medesimo entusiasmo, e magari supportate da un budget un po’ più consono rispetto a quello che ha caratterizzato tale produzione.
;L;ultimo giorno sulla Terra Esordio sci-fi di Romain Quirot