‘Il visionario mondo di Louis Wain’, su Prime Video lo psicodramma psichedelico dell’artista amante dei gatti
Nel film di Will Sharpe, Benedict Cumberbatch interpreta l'artista inglese divenuto famoso a inizio '900 per le rappresentazioni di gatti antropomorfi dagli occhi grandi. Storia vera, ma infarcita di tic, colori pop e allucinazioni, finisce per diventare un biopic troppo colorito
Per una volta possiamo anche perdonare la traduzione del titolo originale. Il visionario mondo di Louis Wain, diretto da Will Sharpe, sarebbe, nella versione internazionale, The Electrical Life of Louis Wain. Visionario o elettrico? Ecco, meglio il titolo italiano. Tanto per mettere in chiaro che il brillante artista londinese, che consumò la propria eccentrica e malinconica parabola tra fine ‘800 e inizio ‘900, non fu esattamente un seguace di Tesla o Edison. Ossessionato dall’elettricità, la considerava più una misteriosa forza primordiale che l’ultimo ritrovato dell’evoluzione tecnologica.
Visionario, e maestro della visione, invece, Louis Wain lo fu davvero. Guai a chiedergli un ritratto, se non avevi la coda, le piume o quattro zampe. Girovago di fiere, si specializzò in ritratti animali, che eseguiva con la sprezzatura dell’artista iperdotato. Fu però un altro “diversivo zoologico” a regalargli la fama: la rappresentazioni di gatti antropomorfizzati dai grandi occhi. La più angelica e ispirata delle visioni restò comunque quella dell’amata Emily, più grande di lui, che sposò contro il parere della famiglia. Nella sua biografia, fatta film e approdata su Amazon Prime Video, c’è anche la storia d’amore, il dolore della malattia, certo tormento del genio. Incompiuto: un po’ come il film.
Il trailer e la trama
Tratto da una storia vera. Londra, fine ‘800: Louis Wain (Benedict Cumberbatch) è un artista che cerca di sbarcare il lunario dopo la morte del padre. Più che per ambizione, lo fa per mantenere la famiglia, composta dalla madre e dalle cinque sorelle. Ritrattista di animali, soggetto che ha eletto come unico interesse della propria produzione artistica, passa per necessità dai lavoretti saltuari al lavoro a tempo pieno offertogli da Sir William Ingram (Toby Jones) per The Illustrated London News. Le cose migliorano e sua sorella Caroline (Andrea Riseborough) assume Emily Richardson come governante, sorta di Mary Poppins sensibile e acuta (Claire Foy).
Tra Emily e Louis è sin da subito un incontro di sguardi sensibili, ma la loro relazione in fiore è discussa in città perché lui è più giovane e di rango elevato. I due si sposano, ma poco dopo a Emily viene diagnosticato un cancro al seno. Nel tempo che resta, i due vivono a Londra, lontani dalla famiglia, insieme al gatto Peter, trovato miagolante in giardino. Ispirato proprio da Peter e dalla sua capacità di portare conforto a Emily, Louis inizia a disegnare il felino, pubblicando centinaia di illustrazioni di gatti antropomorfi nel corso della sua carriera. Eppure, né certi traumi dell’infanzia, né il lutto incombente, né le traversie economiche spariranno dal suo mondo visionario.
Wain nella swinging London
È questione di psicologia, ed è anche questione di psichedelia. Oggi Louis Wain, ricoverato negli ultimi anni in una clinica psichiatrica, si definirebbe un neurodiverso, afflitto da incubi ricorrenti e autentiche allucinazioni a occhi aperti. Il suo complesso mondo è ricostruito dal regista Will Sharpe con accenti di tenerezza e poesia, ma anche consegnando a Benedict Cumberbatch un campionario di tic, nevrosi e bizzarrie di varia sorta, che profilano il personaggio come un disegno dai contorni troppo calcati. Specialmente sospetta, come scelta di scrittura, se si considera che sul piano visivo la stessa Londra sembra assecondare, per emanazione, questo carisma allucinato, vagamente flower power.
Con il funerale del padre in apertura, che riprende in ralenti le masse immerse in un inverno blu al seguito del feretro. Con gli scorci di campagna saturati impressionisticamente manco il direttore della fotografia fosse qualche pro-nipote di John Constable. Con certe scene di loop, in cui ritornano ossessivamente, con voice off e strani intarsi geometrici e policromatici, stralci di dialoghi tra Louis ed Emily. Come fa questa London d’inizio ‘900 ad essere già così swinging?
Beautiful mind in un mondo bellissimo
È vero che ci piove, ci nevica persino nella Londra de Il visionario mondo di Louis Wain. C’è anche una scena ghiacciata che sembra venir fuori da qualche fantasia romantica di Caspar David Friedrich. Ma niente che corrisponda al realismo della metropoli, tante sono le accensioni quasi pop della palette fotografica, per il resto molto ocra – negli interni – e affumicata – negli esterni. Prati smeraldo, velluti blu, soprammobili rossi, le stesse opere super-colorate di Wain.
Il visionario mondo di Louis Wain: Louis ed Emily in un paesaggio fiorito
È giusto pensare che questo universo visivo corrisponda, in qualche modo, allo sguardo di Louis ed Emily: una bellezza che si dischiude solo a chi sia abbastanza sensibile da saper osservare. Louis stesso chiede ad Emily, in qualità di istitutrice e in quanto anch’ella pittrice, di insegnare alle bambine soprattutto a osservare. Un dialogo sgombra il campo da ogni equivoco, quando Louis ringrazia la moglie per avergli fatto apparire il mondo così caldo e gentile. E lei:
Io non rendo il mondo bellissimo, Louis. Il mondo è bellissimo.
Across the universe dei cuori innamorati e degli sguardi artistici, la dimensione diventa quasi fiabesca: la voce narrante di Olivia Colman, le musiche da effetto carillon, le camere legnose a lume di candela vivacizzate dalla carta da parati. O da pacchi. Perché il risultato è molto bello, ma appunto: un po’ troppo impacchettato.
The English Dispatch
Laddove più sfumature psicologiche potrebbero elevare Il visionario mondo di Louis Wain dallo status di un curioso biopic, il film sembra non cogliere l’opportunità. La parte della malattia di Emily è un’inevitabile parentesi da cancer movie, tremendamente triste, sia pure chiusa con la magistrale sequenza in cui Louis porta la colazione alla moglie, che resta fuori campo, e si allontana, turbato. L’intuizione di una scomparsa da far intuire, anziché da mostrare. Il rapporto con le sorelle è vissuto in stile Cenerentolo, facendone talora delle arpie insopportabili. Lo stesso Louis è un indecifrabile rompicapo: tra gatti, elettricità, brevetti, dipinti, è più un cubo di Rubik che poliedro di talenti.
Il visionario mondo di Louis Wain: Louis dipinge
Certi momenti incantati, poi, come una gita a teatro per vedere La tempesta, godono sì di un’atmosfera quasi alla Hugo Cabret, ma la sensazione prevalente – per eleganza di stile e stravaganza dei personaggi – è piuttosto quella di un biopic girato da Wes Anderson. Un dispaccio da un mondo ottocentesco e fantasioso, molto illustrativo, ma troppo libresco e perso in vignette, anziché visioni, per incarnare davvero la vicenda umana di Wain.
Probabile che dietro la macchina da presa al buon Will Sharpe, pur apprezzato per la regia di film come Black Pond(2011) e The Darkest Universe(2016), sia mancata questa volta una zampata di stile. O, se si preferisce, la giusta scossa elettrica.
Il visionario mondo di Louis Wain
Anno: 2021
Durata: 111'
Distribuzione: Prime Video
Genere: Biografico, drammatico, storico
Nazionalita: Regno Unito
Regia: Will Sharpe
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