“Interessante e commovente questo mediometraggio-documentario dell’olandese Ton van Zantvoort, passato in numerosi festival internazionali e approdato a Roma all’interno del MedFilmFestival. Siamo in Kenia, precisamente nei pressi del lago Naivasha, dove è stabilmente insediata un’industria specializzata nella raccolta ed esportazione di rose”.
Interessante e commovente questo mediometraggio-documentario dell’olandese Ton van Zantvoort, passato in numerosi festival internazionali e approdato a Roma all’interno del MedFilmFestival. Siamo in Kenia, precisamente nei pressi del lago Naivasha, dove è stabilmente insediata un’industria specializzata nella raccolta ed esportazione di rose. Questo meraviglioso fiore cela sangue e miseria, ovviamente dei kenioti.
Trecentomila kenioti sono impiegati in questo settore di mercato realizzando un fatturaro di quattrocento milioni di euro l’anno. Diritti dei lavoratori completamente ignorati, situazioni igienico-sanitarie precarie, dato il massiccio utilizzo di pesticidi e, non ultimo, inquinamento criminale delle acque del lago Naivasha, unica fonte di approvvigionamento idrico di una buona parte del paese. E poi donne costrette a prostituirsi con i responsabili dell’impresa, dazio necessario per evitare il licenziamento.
Insomma la filastrocca dello sfruttamento operato dalle multinazionali nei paesi sottosviluppati non cessa di intonare la sua triste litania e noi, distaccati osservatori, non abbiamo neanche più la forza d’indignarci veramente perché, se davvero ci riuscissimo ancora, dovremmo trasformare radicalmente la nostra vita, magari cominciando a non regalare più fiori alla persona che amiamo (ma anche l’ironia è insufficiente).
Luca Biscontini
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