Presentato al Sundance Film Festival, Superior è il film d’esordio della regista Erin Vassilopoulos, in concorso al Soundscreen Film Festival.
Al centro un tema che, essendo già visto, avrebbe potuto essere sviluppato in modo diverso.
La trama del film Superior
Marian è una donna in fuga. A causa di un tragico evento, decide di tornare nella sua città natale per vivere e nascondersi dalla identica sorella gemella, Vivian. Vivian vive in una bella casa con il marito, con il quale sta cercando di avere un figlio. Le sue giornate sono praticamente identiche, ma la routine viene rotta improvvisamente da Marian. A una bizzarra proposta della sorella, Vivian non riuscirà a dire di no. Ma accettare di giocare con Marian significa giocare col fuoco.
Il tema del doppio con le gemelle
È una tematica già affrontata e già sviscerata, non solo nel cinema, quella del doppio. Un doppio che, tralasciando avventure e disavventure, gioca spesso con lo spettatore. Arriva addirittura a prendersi gioco di lui, mescolando le carte in tavola e non permettendo la comprensione completa. Non è questo il caso di un film come Superior dove il doppio, pur essendo la chiave della vicenda, è sempre ben delineato e delimitato. Lo spettatore sa sempre chi sta osservando. Riesce sempre a riconoscere se quella che sta guardando sullo schermo è Vivian o Marian. Nonostante siano identiche e nonostante si comportino l’una come l’altra, non nascondono niente alla macchina da presa.
Due sorelle, una vittima
L’intento principale di Marian è quello di nascondersi a casa della sorella. Qui potrà essere al sicuro da un passato che la tormenta costantemente (più volte nel film vengono mostrate vere e proprie visioni di uno o più eventi che l’hanno traumatizzata). Potrà allontanarsi da ciò da cui era in fuga nella sequenza iniziale del film e che rimane “in sospeso” per gran parte della narrazione. Per sopravvivere, Marian chiede a Vivian qualcosa che, inizialmente, nasce come un gioco tra le due, ma che poi diventa qualcosa di troppo grande da gestire, e da cui emergono la malinconia e il malessere che prevaricano sul resto. Sia Marian che Vivian vengono sopraffatte da qualcosa di più grande di loro.
Le due facce della stessa medaglia
Da una parte c’è Marian che vuole scappare dal suo destino e continua a nascondersi senza un progetto e senza un futuro. Dall’altra, Vivian che invece stava provando a crearselo un futuro, ma che capisce, forse proprio a causa della gemella, di non riuscire ad afferrarlo. Il tentativo di evasione di Vivian diventa, quindi, il vero fulcro che permette al resto della storia di svilupparsi. Sono le scelte di Vivian a mettere in moto una serie di reazioni a catena. Anche perché non c’è una vera protagonista del film. Ci sono due sorelle e un unico malessere (che sfocia in due direzioni diverse).
Il malessere in un film come Superior
È un malessere uguale e diverso quello di Marian e Vivian. Un malessere identico nel senso che entrambe lo provano allo stesso modo e con la stessa intensità. Ma naturalmente ha due sfumature e due diverse direzioni. Questo non significa che non possa, però, andare a intersecarsi. E anzi lo fa (e lo fa Erin Vassilopoulos molto bene) con la scelta, in diversi punti, di sovrapporre l’immagine che riguarda una delle due sorelle con la voce “fuoricampo” dell’altra. Come se andassero a fondersi in una cosa sola.
I riferimenti ad altri titoli cinematografici, legati al tema del doppio e delle figure gemelle, sono tanti, dai più recenti a quelli meno. Un titolo, su tutti, dove emerge il legame fraterno, più che il doppio, e che, in diversi punti, è “richiamato” da Superior è Wildfire di Cathy Brady. Anche qui una donna torna, dopo un po’ di tempo, a casa della sorella che non aveva più avuto notizie e vi si stabilisce per nascondersi e proteggersi.
Insomma una bella partenza per Superior, che però inciampa lungo il percorso.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli