Per la prima volta viene presentato nella selezione ufficiale a Cannes, e in apertura della sezione Un Certain Regard, un film del Bangladesh: si tratta di Rehana Maryam Noor del giovane regista e sceneggiatore (36 anni) Abdullah Mohammad Saad, visibilmente emozionato insieme a tutta l’équipe del film, e ancora incredulo di trovarsi sul palco della Sala Debussy e di aver realizzato un sogno.
“È davvero un grande onore per me essere a Cannes – ha dichiarato il regista – ed essere selezionati e poter presentare la propria opera. È un incoraggiamento ad andare avanti, poiché un film richiede grande sacrificio, dedizione, tempo ed energia. Quest’anno ricorre il 50° anniversario dell’indipendenza del mio Paese e la selezione del mio film al Festival ha dato fiducia al cinema ed ai cineasti del Bangladesh”.
Rehana Maryam Noor: una donna senza compromessi
Rehana Maryam Noor è un film non facile, che racconta le difficoltà e le rigidità di una madre single, integerrimo medico universitario, che non consente agli alunni di copiare agli esami, né tollera ‘scambi di favori’ tra professori maschi ed alunne femmine. Spesso costretta ad anteporre il lavoro alla cura della figlia e perciò additata come cattiva madre da insegnanti conservatori, in un Paese dove la donna fatica ad emergere e a trovare uno spazio adeguato senza sottomettersi a regole antiche e a conniventi silenzi.
La protagonista del film è una donna dalla personalità complessa che, per affermare i principi in cui crede – l’uguaglianza di genere, l’onestà e la correttezza, l’impegno, lo studio ed il sacrificio come mezzi per progredire – diventa inflessibile con sé stessa e con gli altri, fino a chiedere alla figlia, una bambina delle elementari, di rinunciare alle cose cui tiene di più, come una recita a scuola, e rasentando la crudeltà per non accettare mediazioni o chiedere scuse ritenute non opportune.
Parità di genere e abusi in camice bianco’
Ma Rehana è anche capace di grande empatia e solidarietà femminile di fronte alla violenza e agli abusi maschili. Quando un giorno la nostra eroina vede uscire, dallo studio di un suo collega, una ragazza in lacrime, visibilmente sconvolta, con la camicetta sbottonata, l’ accoglie e la consola, invitandola a denunciare l’accaduto. La studentessa però teme di essere etichettata da tutti e non se la sente. Inoltre confessa di essere andata dall’uomo per chiedere che una sua compagna, espulsa per aver copiato, fosse riammessa all’esame, esponendosi senza rendersene conto a scambi di favori. Tra ripensamenti sul da farsi, silenzi sospesi e minacce di denunciare l’uomo alla facoltà e alla moglie, la situazione sfuggirà di mano a Rehana ed alle stesse studentesse, e neppure il Capo Dipartimento, una donna anziana, vorrà portare avanti la denuncia per non esporsi a livello sociale, chiedendo anzi di insabbiare tutto, pena il licenziamento.
Il Bangladesh: un Paese in trasformazione
Rehana Maryam Noor è un film intenso, in alcuni momenti duro ma necessario, che rifugge dagli stereotipi, non solo di genere ma anche cinematografici, e che disegna una società, quella del Bangladesh, in grande trasformazione, dove i giovani alzano la testa e spesso vogliono arrivare senza farsi troppi scrupoli – anche perché le famiglie fanno enormi sacrifici per pagare gli studi – e con un’idea instabile del rispetto e dell’educazione. Un Paese dove le donne cercano faticosamente di emergere e di conquistare il loro posto nel mondo, ma ad un prezzo ancora troppo alto. Fa onore al regista aver dedicato loro questo film.
Nel ruolo della protagonista la brava attrice Azmeri Haque Badhon.
“Sono cresciuto con tre sorelle maggiori, coraggiose, dinamiche e intelligenti – ha raccontato Abdullah Mohammad Saad – che hanno sempre dominato in famiglia, hanno avuto una grande influenza su di me e mi hanno sempre affascinato. Le ho osservate da vicino, come figlie, sorelle, madri e lavoratrici, ed è così che è nato il mio film: ho sempre avuto in mente questa immagine di una donna testarda. Volevo vedere cosa aveva nello stomaco e fino a che punto poteva arrivare una donna come Rehana.”
Leggi altre recensioni da Cannes 2021
Annette” l’amore e l’odio secondo Leo Carax
Ouistreham Juliette Binoche in una storia alla Ken Loach