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Editoriale

Genitori vs Influencer. Ecco perché gli attori sono tutt’altro che un problema.

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Genitori vs Influencer

Genitori vs Influencer di Michela Andreozzi ha generato qualche mugugno prima ancora di essere visto per la presenza di Giulia De Lellis, personaggio televisivo la cui notorietà è legata alla partecipazione al programma Uomini e donne.

Al di là di condividere o meno il disappunto nei confronti della regista, secondo alcuni colpevole di aver ingaggiato una non attrice  per il ruolo della web star antagonista di Fabio Volo, le rimostranze avevano il difetto di non considerare la natura del contesto a cui la De Lellis avrebbe dovuto partecipare. 

Andato in onda su Sky Cinema il giorno di Pasqua facendo registrare il record di ascolti, Genitori vs Influencer non vuole essere diverso da quello che è, trovando perfetta corrispondenza tra la materia del contendere – uno scontro generazionale trasfigurato nel diverso rapporto con i social da parte di genitori e figli – e l’immaginario degli interpreti chiamati a metterla in scena, entrambi, prima Volo e poi la De Lellis, figli di un immaginario che attinge a vecchi e nuovi media.

Peraltro che anche il cinema debba fare i conti – è proprio il caso di dirlo – con la dittatura dei social network non è più un mistero, considerando l’importanza che ha il numero di like e followers nella scelta dei cast dei film più popolari. Come non lo è neanche il fatto che a certi livelli e per un certo genere di film la riconoscibilità di un attore valga almeno quanto la sua bravura.

Il problema di Genitori vs Influencer non sta, dunque, nella presenza della De Lellis, alla stregua di Volo, perfettamente funzionale alla causa del film, quanto nel verificare se la critica ai costumi dei nostri tempi sia capace di cogliere nel segno o non sia dettata dalla volontà di accontentare le parti in causa; e ancora,  se le semplificazioni di certi snodi psicologici attraverso cui si sviluppano i rapporti tra i vari personaggi aiutino il film  a essere più o meno coerente all’assunto della storia.

Ma qui si entra nel campo dell’analisi cinematografica ed è tutta un’altra storia.

 

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