Hangry Butterflies contro l’anoressia.
Il 24 aprile del 2019 una cinquantina di ragazze (tra i 14 e i 20 anni ) si sono date appuntamento a Firenze. Il gruppo aveva in mano dei palloncini viola, vestite con una t-shirt bianca e la scritta: «La rinascita delle farfalle».
Allegre e sorridenti hanno passeggiato per la città, da piazza Duomo fino alle Cascine con pausa pranzo.
In quel gruppo colorato c’era Emma, Claudia, Nicole, Chiara, Michela, Rachele e la loro sfida all’anoressia.
Da quelle storie e dall’incontro di Firenze come presa di coscienza e condivisione, nasce il documentario Hangry Butterflies #larinascita delle farfalle.
Domani , giornata internazionale dei disturbi alimentari, il documentario, passato per Alice nella città, andrà in onda su Rai 3 alle 16.05 in anteprima (poi disponibile su RaiPlay) raccontando di questi terribili disturbi di cui soffrono in Italia 2,3 milioni di adolescenti.
Emma, Nicole, Claudia e molte altre hanno scelto di raccontarsi, prima nella community nata su Instagram con #larinascitadellefarfalle che le ha fatte conoscere, e poi davanti a una telecamera.
Hangry Butterflies: DICHIARAZIONI della regista
Hangry» è un neologismo che nasce unendo «hungry» — affamato — e «angry» — arrabbiato —
e descrive quella sensazione di nervosismo, rabbia e inquietudine che ci prende quando siamo affamati e non possiamo mangiare. Non perché non si abbia accesso al cibo, ma perché di quel cibo si ha paura. «Per anni sono stata anche io una farfalla arrabbiata e affamata — racconta la regista Maruska Albertazzi — ma non volevo definirmi malata. Per me le malate di anoressia erano altre: le ragazze magrissime della pubblicità, le modelle alla Kate Moss. E questo è ciò che accade nella società: la gente ti definisce malata, e ti cura, quando sei arrivata al limite, invece la malattia arriva molto prima.
La rinascita delle farfalle