Meryl Streep sarà la protagonista di Places, Please, film drammatico diretto dal vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Michael Cristofer.
Meryl Streep in Places, Please
Il film, la cui sceneggiatura è di Elisabeth Seldes Annacone, è una lettera d’amore a Broadway, dove sia la Streep che Cristofer hanno iniziato la loro carriera. In un’intervista, che i due hanno rilasciato, descrivono il loro inizio insieme in una rappresentazione a Broadway de Il giardino dei ciliegi di Cechov, che compare nel film.
Qui per vedere il trailer di The prom, film con protagonisti Meryl Streep e… il teatro
Places, Please girerà quest’estate a New York e sarà presentato ai compratori per il mercato virtuale di Berlino, con CAA Media Finance che si occupa dei diritti di distribuzione nazionale e Filmnation delle vendite internazionali. La Streep, Steven Rogers (I, Tonya) e Jane Rosenthal (The Irishman) produrranno. Berry Welsh sarà produttore esecutivo.
Chi sarà Meryl Streep in Places, Please
Nel film, la Streep interpreterà Lillian Hall, un’attrice sinonimo di Broadway. Nel corso della sua lunga e illustre carriera, non ha mai perso uno spettacolo, per nessun motivo. Eppure, nelle prove che portano alla sua prossima produzione di Broadway, la sua sicurezza è messa alla prova da persone ed eventi che cospirano contro di lei. Improvvisamente, Hall è costretta a fare i conti con il passato e il prezzo che ha pagato per le scelte che ha fatto nella sua vita e nella sua arte.
Alcune dichiarazioni
Michael Cristofer si è così espresso riguardo l’idea del film: “Mi è stata inviata questa sceneggiatura originale lo scorso novembre, e mi è sembrato un buon momento. È il mondo dal quale vengo io, quando avevo 14, 15, 16 anni. Volevo creare qualcosa per le persone che fanno teatro, specialmente ora, quando in tutto il mondo i teatri sono chiusi. Innesca qualcosa di emotivo sul passato, sul presente e sulle persone che fanno arte e danno la loro vita per realizzare qualcosa di così bello. E quello che ci ho visto è andato oltre il teatro. Qui si parla di come il teatro rispecchia la vita, e tutti coloro che lottano per continuare a fare quello che fanno di fronte a qualsiasi ostacolo.
La sceneggiatura è una lettera d’amore alle persone che lottano per sopravvivere. Curiosamente nella storia del film, c’è un’attrice che sta lottando per aprire una produzione di un’opera teatrale che è Il giardino dei ciliegi di Cechov. Nel 1977, Meryl ed io eravamo entrambi in una produzione di quell’opera a Broadway. Per questo, mentre lavoravo alla sceneggiatura, continuavo a pensare di mandarlo a Meryl.”
Anche Meryl Streep si è pronunciata riguardo la storia: “L’ho amata e ho pensato a quella produzione de Il giardino dei ciliegi. Era al Vivian Beaumont e aveva come protagonista la grande Irene Worth. In quel periodo il teatro era dominato da donne che davano tutto alla loro arte, come Geraldine Page, Zoe Caldwell e Maggie Smith, Vanessa Redgrave. Persone che con grande sacrificio per se stesse, si dedicavano a questa cosa impossibile. Per me, quella produzione è stata un vero punto di partenza. Robert De Niro era tra il pubblico quella sera. Mi ha visto e mi ha scritturato per Il cacciatore. E da lì ho abbandonato il teatro, per un sacco di ragioni diverse. Principalmente, per avere molti figli”.
Una riflessione sull’attualità
Da questi ricordi entrambi hanno voluto fare una riflessione generica sul mondo dello spettacolo e sulle differenze tra cinema e teatro.
La Streep, ad esempio, si è detto nostalgica delle emozioni che dà il teatro, unendo tutti gli attori dello stesso gruppo per un certo periodo, differentemente dal cinema. Quest’ultimo, a livello di tempo personale, ne porta via meno rispetto ai tour teatrali per i quali un attore è costretto a star lontano da casa molto più tempo e molto più a lungo. “Ora poi, con la sfida alla quale ci sottopone il covid, le persone sono isolate le une dalle altre ed è ancora più evidente questa sensazione”.
Anche Cristofer ha voluto dire la sua a proposito della situazione attuale: “Questo è stato peggio di una meteora in un certo senso, perché siamo qui e non possiamo fare quello che vogliamo fare. C’è da dire anche, però, che la pandemia ha avuto molto a che fare con la formazione di questo film. Io passavo attraverso la giornata pensando di non poter fare più uno spettacolo”.
Un film incoraggiante per l’industria del cinema
Un film che è una lettera d’amore per il cinema riuscirà ad aiutare un po’ tutti?
Secondo Cristofer la risposta è sì: “È spaventoso, ma penso che la passione del teatro sia abbastanza forte e che, alla fine, sopravvivrà. Al tempo di Shakespeare i teatri erano spesso chiusi, poi riaprivano e chiudevano. Il teatro è tornato e devo credere che lo farà di nuovo”.
Ma anche la Streep sembra essere fiduciosa: “Forse quello che succederà è che, inizialmente, il pubblico cambierà. È stato in gran parte sostenuto da persone più anziane, ma penso che ci sia un tale appetito da parte dei giovani di uscire, sperimentare le cose e vedere il teatro, non sui loro schermi… La gente muore dalla voglia di uscire e questo potrebbe essere il modo in cui si trasforma per un po’, finché non sarà di nuovo sicuro per le persone più anziane andare”.