Raised By Wolvesè una serie televisiva di fantascienza, andata in onda su HBO Max e in Italia disponibile su Sky dal 9 febbraio 2021.
Creata da Aaron Guzikowski e prodotta da Ridley Scott, racconta di una coppia di androidi che sbarcano su un pianeta disabitato, Keplero-22b, per far nascere e crescere sei umani.
Ma le cose non andranno per il verso giusto, dall’arrivo di una setta di umani fino alla scoperta di misteriose tracce di altri residenti…
Partiamo dal titolo.
Perché quel Una Nuova Umanità, che è il titolo del primo episodio, già prospetta un panorama artistico che si ricollega immediatamente (specie dopo la visione) all’universo emotivo ed esistenziale di Ridley Scott, producer della serie nonché regista dei due episodi iniziali. Se l’idea di Raised By Wolvesè di Aaron Guzikowski, questa storia sci-fi è vicina all’ambiente xenomorfo di Alien, soprattutto gli ultimi due capitoli, Prometheus e Covenant: vicino perché riecheggia le stesse filosofie trasversali su un nuovo concetto di “umanità”, vicino perché la messa in scena è grandiosa e punteggiata da numerosi misteri.
È vietato lo spoiler, in Raised By Wolves: ma non per la semplice sorpresa di ciò che accade, ma perchè come spesso in Scott -e come nella migliore tradizione del cinema di fantascienza- il disvelamento dell’enigma, o degli enigmi, è strettamente interconnesso con il senso della storia raccontata. E non fa eccezione Raised By Wolves, che dichiara fin dall’inizio un protagonista “allevato dai lupi”.
Il rapporto fra una creatura e il proprio creatore, (sia nel senso di ricerca dell’origine, sia di relazione tra i due) e l’instancabile tenacia femminile che si tramuta in resistenza fisica e in una conquista di un’umanità attraverso la ricerca della stessa: tematiche dalle altezze vertiginose, che se spesso nella saga dell’alieno creato da Giger a volte si scontravano con sceneggiature verbose, qui grazie all’apporto di Guzikowski (autore del bellissimo e vischioso Prisoners di Villeneuve) si innalzano raggiungendo vette narrative insolite, rinfrescando la mitologia fantascientifica televisiva che negli ultimi anni si era appannata.
Arricchendo una trama che vive di mitologia (Lamia, il nome della madre sintetica del piccolo protagonista, nell’antica Grecia era una donna bellissima, dotata del potere di togliere gli occhi dalle orbite, che dopo aver perso i suoi figli per mano della gelosa Era, inizia a divorare i figli delle altre madri) e che si nutre di un immaginario visivo classicissimo eppure perturbante nella sua messa in scena.
Madre/Lamia, insieme al suo compagno Padre, devono combattere sul pianeta Keplero-22b gli invasori seguaci di Mitra (dio dell’amicizia e dell’alleanza): i dissanguamenti, le lotte, gli eccessi di violenza muscolare, sono intrisi di un incessante interrogarsi sul senso delle cose, sul bisogno fisico che ha l’essere umano della religione.
Sono dilemmi sempre vivi e vivi da sempre, che in Raised By Wolves contaminano la -apparente- superficie abbagliante e levigate delle cose e dei corpi un una contaminazione che proviene da qualcosa di estraneo e misterioso, in senso metafisico come materiale.
Così come la poetica scottiana si unisce al senso per la scrittura di Guzikowski, allora, nel serial di Sky l’intrattenimento trova il giusto equilibrio con i temi filosofici che dialogano con l’azione.
In attesa di vedere come la serie evolverà.
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