Ava: su Netflix una Jessica Chastain in stile badass girl
Disponibile dal 15 gennaio su Netflix, Ava è il nuovo film con Jessica Chastain, che interpreta una killer professionista costretta a prendersi una pausa e a fare i conti con le sue passate decisioni.
Dal 15 gennaio su Netflix, Ava racconta le vicende di una letale e scaltra assassina, costretta a prendersi una pausa e a guardarsi le spalle da chi la assoldava. Dopo 8 anni lontana da casa, Ava torna nei luoghi dove è cresciuta, ritrovando la madre (Geena Davis), ricoverata in ospedale, e la sorella Judy (Jess Weixler), fidanzata con il suo ex (Common).
Non chiamare nessuno felice finché non hai visto il suo ultimo giorno.
Ava | Jessica Chastain è sempre una garanzia
Jessica Chastain presta il volto (e il fisico) a questa badass girl, ed è un vero spettacolo. Tate Taylor la dirige per la seconda volta, affidandole un altro ruolo di rilievo, dopo quello esibito in The Help.
La macchina da presa accarezza i suoi movimenti, enfatizzandone i muscoli in tensione, la grazia innata, la fatica tangibile. Ogni lotta è una danza, orchestrata nei minimi dettagli e mirabilmente trascinante.
L’attrice originaria di Sacramento ci regala l’ennesima incredibile performance, dando un prezioso spessore alla sua Ava. Se l’intrattenimento è l’obiettivo principale del progetto, il fatto di avere, tra gli altri, la Chastain nel cast, lo eleva.
Ava è un personaggio poliedrico. Con un’infanzia travagliata, un rapporto conflittuale con entrambi i genitori, la donna ha ben presto imparato a cavarsela da sola. Ma non senza trascinarsi dietro dipendenze e ferite non rimarginate.
Canalizzando rabbia, frustrazione, dispiaceri, la carriera militare sembra la giusta strada da imboccare. Una medaglia d’onore e una vita da civile praticamente insostenibile. L’unica figura di riferimento è Duke (John Malkovich), suo mentore e mandante.
È lui che l’ha addestrata e l’ha inserita nel giro, ed è sempre lui che tenta di proteggerla con tutte le sue energie. A mettere entrambi nei guai è il carattere stesso di Ava, la sua personalità impossibile da arginare.
Quando i soldati disubbidiscono alla catena di comando, la gente muore.
Se la donna si pone un obiettivo, non v’è dubbio che lo raggiunga. A modo suo, senza compromessi. Eppure c’è una cosa che non torna mai, che lei continua a cercare e non trovare: una risposta alle sue domande.
Essendo una kiler professionista, si presume che il cinismo faccia parte del suo essere, ma Ava ha un’anima e una coscienza molto vive, le quali si affacciano spesso a chiedere il conto. Che sia senso di colpa o un semplice modo per lavarsi la coscienza e dormire bene la notte, non cambia il fatto che avverta fortemente questa urgenza.
Dietro di essa si potrebbe in realtà celare un discorso più ampio, complesso, all’apparenza indistricabile e intimamente legato al suo passato.
Tra Alias e Nikita, la verità dietro la maschera
La famiglia rappresenta quindi uno dei cardini della storia. La protagonista sa di aver abbandonato sua sorella nel momento del bisogno, di averla lasciata da sola a occuparsi di una madre alquanto ingombrante e non facile da gestire. Judy a sua volta ha trovato un appoggio solido nell’ex di Ava, Michael, anch’egli segnato dalla fuga di quest’ultima.
Il confronto è necessario, per lei come per gli altri. La verità deve venir fuori, non si può più nascondere sotto una parrucca o un (pesante) filo di trucco. Ricucire i rapporti e ritrovare in parte la fiducia reciproca segnano dei tasselli importantissimi nell’esistenza della donna, e richiedono un grosso sacrificio.
Un po’ Alias, un po’ Nikita, Ava esibisce tutta una serie di canoni estetici, narrativi e stilistici propri degli action anni Novanta-Duemila, debitamente adattati alla contemporaneità. La Chastain li incarna alla perfezione, forte delle sue precedenti esperienze nel genere e non solo – si pensi al bellissimo The Debt o anche a Zero Dark Thirty.
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