Stilare una lista è per se assai complicato e frustante. Già sento le voci risuonarmi nelle orecchie, ” a miserabile, non hai messo questo, quello e quell’altro”.
Esatto amico mio , questo, quello e quell’altro non ci saranno, quindi inutile prendersela più di tanto. Per forza di cose una breve lista è fatta di scelte soggettive, titoli se pur ottimi quindi ne rimarranno fuori, poiché privi, almeno in questo caso delle caratteristiche che mi servono.
C’è giustamente da chiedersi quali sono queste caratteristiche che dovrebbero evitarmi il supplizio dell’aquila di sangue? ( chi ha visto Vikings sa che non è una cosa carina) mi spiego subito.
Da una parte ho voluto parlare di serie Anime non molto di successo, con ciò mi riferisco ai principali titoli di punta su Netflix. Non ci saranno quindi nessun Attacco dei Giganti,Castelvania e compagnia dicendo.
Dall’altra parte mi sono immaginato quattro fenotipi di persone da appiccicare sopra alle suddette serie.
Signori e signore, se siete il tipo di persona dalle scelte sbagliate, un intellettuale dimenticato, un patito di arti marziali o un nerd ecco le serie non troppo popolari che fanno per voi.
Dorohedoro e il kebab di troppo.
Avete presente quel Kebab dal sapore chimico che prendete in una serata sbagliata alle tre di notte? Esatto proprio quello che torna a farvi compagnia con abbracci alla cipolla per tutto il giorno successivo.
Ecco Dorohedoro è un po’ così. Quando s’inizia, non se ne capisce bene il perché, però come tutte le scelte sbagliate farne a meno diviene impossibile.
Le dodici puntate della serie tra decapitamenti, gyoza e magie varie volano via che è un piacere. Uscito dalla matita di Q Hayashida, Dorohedoro è sicuramente uno dei manga più sorprendenti degli ultimi dieci anni.
Il protagonista della storia è Cayaman, un uomo che vittima di un sortilegio si ritrova una testa di coccodrillo. Il motore della storia è il tentativo di Cayaman di scoprire chi sia mago che l’ha trasformato, facendogli inoltre perdere la memoria.
Ma più della trama è l’ambientazione il punto di forza dell’Anime.
Ci si trova catapultati in un universo distopico, dove gli elementi caratterizzanti appaiono interminabili e disseminati in ogni dove. Troviamo: maghi da poteri formidabili, uomini mischiati ad animali, demoni che svolazzano tranquillamente e bagni pubblici che collegano all’inferno.
Per questo non state tanto a pensare, interpretare o ponderare, Dorohedoro va ingurgitato tutto di un fiato senza troppi giri di parole.
Non voglio prolungarmi troppo su questo primo protagonista della lista, però se siete interessati, leggete la recensione sempre su Taxidrivers, dove si parla in maniera più approfondita della serie.
Psyco-Pass e l’intelletuale perduto.
Prendete tutto quello che ho appena detto per Dorohedoro e tiratelo della finestra.
Siete quel tipo di persona tradito dal proprio percorso universitario?
Anni d’idealismo tedesco, post-modernismo francese e antropologia inglese, vi hanno portato comunque a sfornare panini?
Nonostante il vostro triste destino, preservate ancora la fiamma della critica sociale? Se vi rispecchiate in tutto questo Psyco-Pass fa al caso vostro.
Nell’immenso capolavoro di Gen “Urobutcher” Urobuchi, c’è veramente di tutto, ma ciò che pervade l’intera opera è l’analisi sociologica del controllo. La critica alla luce della nuova biopolitica che agisce sugli individui a causa della pandemia è d’estrema attualità.
La trama riprende un tema classico nella fantascienza. In un futuro non troppo lontano il Giappone si è chiuso al mondo, protetto da un inedito sistema il Sybil Sistem. Questa tecnologia fredda e cinica, permette di controllare il coefficiente di stress dei cittadini, in modo tale da prevenire i crimini.
A far funzionare questa macchina, ci sono gli esecutori, ex poliziotti il cui coefficiente in bilico li rende criminali latenti. La storia si muove intorno al tentativo di cattura dell’antagonista principale, Tomomi Masaoka, l’incognita impazzita che sfugge al contro del Sybil Sistem.
Psyco-Passvale più di tutti i corsi di scienze sociali seguiti all’università, insomma se non l’avete fatto, recuperatelo!
Kengan Ashura e il marzialista impazzito.
Tra i praticanti di arti marziali gira un morbo, una peste contagiosa, chi vi dice il contrario, semplicemente MENTE!!. Questo virus tanto tremendo è il PARAGONE.
Chiunque, ripeto, Chiunque, pratichi arti marziali si è trovato almeno una volta nella vita a confrontare la propria disciplina con un´altra. Ancora mi sembra di sentirli, quando io tenero e puro, come la cintura bianca che indossavo, venivo bombardato quotidianamento da invettive.
L’hanno capito bene quelle due volpi di Yabako Sandrovich e Daromeon che sono riusciti a confezionare un prodotto semplice e vincente, proprio come un destro da KO.
Kengan Ashura, infatti, non parla quasi di nulla, è solo un gruppo di energumeni che se le da di santa ragione all’interno di un torneo, però seguendo uno schema affascinante. Qui i patiti di arti marziali e sport da combattimento avranno pane per i loro denti.
A scontrarsi, infatti, anche se detto velatamente, saranno i rappresentanti di diversi stili di lotta. Finalmente potrete vedere se è uno Jab è più efficace di una proiezione o se la lotta a terra vale quanto il combattimento in piedi, insomma sbizzaritevi.
C’è a mio avviso una profondità non voluta in Kengan Ashura, mi spiego meglio. I vari combattenti si sfidono portando in campo la bandiera di una compagnia, come la Disney o la Sonic, due dei tanti esempi presenti nell’anime. Gli scontri, la brutalità quella si ricercata, finisco per rappresentare il vero e proprio funzionamento del sistema economico.
Goblin Slayer e la nostalgia di un D20.
Le vostre misere kill su Fortnite o tutti i vostri dribbling fatti su fifa non accarezzano minimamente la gloria eterna del Doungeous&Dragons. Le migliori giornate della mia vita le ho passate attorno ad un tavolo, interpretando (brillamente) un personaggio e partecipando a epiche avventure.
Se non sapete di che sto parlando smettete immediatamente di leggere. Cari amici, so cosa si prova al non avere una compagnia con cui giocare, odiare il master perché ci ha fatto saltare l’ennesima volta una sessione. Difficile sopperire a tutto questo, ma ci si può provare con Goblin Slayer.
Il manga di Kumo Kagyū e illustrato da Noboru Kannatsuki, non prende ispirazione dal D&D, ne è invece un’esatta rappresentazione. La prova lampante è nella rappresentazione delle divinit, quando esse parlano si vedono rotolare i famosi dadi tanto famigliari a chi conosce il gioco.
Inoltre la compagnia è composta dal Guerriero, Ranger, Cherico, mago e evocatore, la sentita la nostalgia vero?
La storia si muove intorno alla figura del Goblin Slayer, personaggio freddo e cinico, il cui unico scopo è nella vita, è il massacro totale dei goblin. I suoi passi s’incroceranno con quelli degli altri personaggi creando una compagnia che affronterà continuamente nuove missioni.
L’anime di White Fox è sicuramente un buon prodotto, anche se non riesce a restituire a pieno l’atmosfera dark e sopratutto l’estrema violenza presente nel manga.
Siamo arrivati alla fine di questa breve lista,insomma se vi siete persi qualcuno di queste anime è ora di recuperarli.
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