Si è conclusa l’8 dicembre la XIX edizione del Festival del Film di Porretta che per l’anno 2020 si é svolto in streaming dal 1 all’8 dicembre con la supervisione di Luca Elmi, Presidente dell’Associazione Porretta Cinema e la collaborazione per la trasmissione dei film e degli eventi in diretta della piattaforma Mymovies.
Numerosi i Patrocini, i contributi e le collaborazioni, a partire dal MIBAC, a cui si affiancano la Regione Emilia Romagna, la Città Metropolitana di Bologna, la FICE, l’Osservatorio Balcani Caucaso trans Europa, l’AFIC, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, il Comune di Alto Reno Terme, la Cineteca di Bologna, il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Emilia Romagna Film Commission. Numerosi anche gli sponsor e i media partner fra cui RaiRadio 3, Unipol, Helvetia.
L’ufficio stampa del Festival è stato curato da Il laboratorio delle parole.
Nonostante il cambio di sede e la modalità con la quale il Festival è stato trasmesso é rimasta la collaborazione con le scuole con l’immancabile presenza da remoto della Giuria Giovani, formata degli studenti degli Istituti Montessori- Da Vinci e CPIA Montagna, i quali hanno assegnato, come di consueto, un premio speciale e uno al film in Concorso. Ad Affiancare la Kermesse Fuori dal Giro, giunta alla sua VIII edizione,con un programma fittissimo degno di nota, fra cui l’omaggio al regista svizzero Daniel Schimd, un racconto fuori stagione, il documentario Via Tasso per ricordare i 60 anni della Mostra del Cinema Libero, il film d’esordio del cineasta cileno Pablo Larrain ed infine un Focus tutto dedicato alla produzione cinematografica in Emilia Romagna ed ai 100 anni del suo illustre cittadino Enzo Biagi. La collaborazione con la Cineteca di Bologna ha permesso di vivere momenti unici con la possibilità di rivedere film come Via Tasso del regista Luigi di Gianni, pellicola vincitrice della Prima edizione della Mostra del cinema libero di Porretta nel 1960 e della COPPA ANICA al Festival dei Popoli.
Non sono mancati momenti unici e una Mostra interamente dedicata a Giulietta Masina, attrice indimenticabile di cui festeggeremo il centenario della nascita a febbraio 2020, moglie di Federico Fellini, e last but not the least il Premio Elio Petri, un riconoscimento che salda la memoria dell’indimenticabile regista al presente.
La giuria del FCP
A premiare le opere, per la seconda volta, é stata una giuria di critici e cineasti ormai rodati a cui si è aggiunto Jean Gili, amico di Elio e Critico Cinematografico, che hanno avuto il compito di individuare l’eredità artistica del maestro romano, storico frequentatore del Festival del Cinema di Porretta.
Il film La classe operaia va in Paradiso fu presentato da Elio Petri proprio al Festival del Cinema di Porretta nel 1970 in anteprima mondiale. In quella occasione Petri insieme a Gian Maria Volonté, al termine della proiezione, si recarono negli stabilimenti della DEMM, storica industria meccanica della cittadina appenninica a discutere con gli operai l’alienazione e i meccanismi sociali prodotti dalla catena di montaggio.
Oltre a Jean Gigi, la giuria è composta da Steve della Casa, critico cinematografico, direttore di festival e autore e conduttore radio televisivo, David Grieco, attore, scrittore, sceneggiatore, regista, produttore, Giacomo Manzoli, docente, Paola Pecoraro Petri, produttrice, moglie di Elio Petri, Alfredo Rossi, giornalista e critico cinematografico, Walter Veltroni, politico, giornalista, regista e scrittore.
Nella rosa dei sette film finalisti selezionati dalla Giuria del Premio Elio Perri 2020 facevano parte i film:
Hammamet di Gianni Amelio, Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, Scacciapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio, Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, Non odiare di Mauro Mancini, Padrenostro di Claudio Noce e Volevo nascondermi di Giorgio Dritti.
Durante la Cerimonia di Premiazione, alla quale hanno preso parte, oltre al Presdente Luca Elmi, le autorità della Regione Emilia Romagna, del Comune di Alto Reno Terme, della Cineteca di Bologna, sono stati decretati ex aequo i vincitori Hammamet di Gianni Amelio e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.
I due registi hanno espresso la loro soddisfazione e dato appuntamento al Festival di Porretta del 2021 per un incontro che riavvicini tutti alla cultura. Amelio in particolare ha ricordato come Porretta fosse stata per molti anni culla di proiezioni, seminari, incontri fra registi. Il cineasta ha anche evidenziato il coraggio che ha dovuto esprimere nel girare un film come Hammamet.
Il FCP quest’anno ha anche voluto premiare un attore; Andrea Sartoretti.
Il premio alla carriera ai Manetti Bros
Il 5 dicembre é stato invece assegnato il Premio alla carriera ai Manetti Bros di cui é stato proiettato un delizioso film del 2005, Piano 17 con Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Enrico Silvestri, Gianpaolo Morelli, Elisabetta Ricchetti, Giuseppe Soleri, Antonio Iuorio, Enzo G. Castellari, il film di genere noir é girato interamente in tempo reale e si svolge in un ascensore mentre flashback ci spiegano come si sono avvicendati gli accadimenti, fino a condurci al colpevole. I Manetti con pochi ingredienti: un ascensore, un gruppo di amici capaci di calarsi nella parte, una eccellente fotografia le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, hanno dimostrato che, quando c’é il talento, bastano pochi ingredienti per realizzare una buona opera. L’intento é stato quello di riavvicinare lo spettatore al cinema con un genere dalla materia oscura dove non mancano però momenti di ironia,
Tre persone molto diverse fra di loro rimangono bloccate nell’ascensore di una grande azienda, nella borsa di uno dei malcapitati, interpretato da Gianpaolo Morelli, c’è una bomba che sta per esplodere. Gli altri due sono impiegati interpretati da Elisabetta Rocchetti e Giuseppe Soleri. Morelli alias Mancini è il membro di una gang che ha l’incarico di far saltare in aria l’ufficio del direttore per eliminare prove compromettenti.
Morelli, chewing gum in bocca e gestualità efficacissima, riesce a creare una sorta di solidarietà con i due mentre tutta un’altra serie di lotte interne per avere il potere, si consumano all’esterno. In particolare Enrico Silvestri, nei panni di Pittana, senza alcuno scrupolo porta avanti il suo piano per divenire capo supremo della banda.