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#Alive: su Netflix un nuovo e divertente zombie movie

Disponibile su Netflix, #Alive è il nuovo film in cui un'invasione di zombie sconvolge la vita del giovane protagonista, gamer per hobby e appassionato di social.

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Fare e proporre un film di zombie di questi tempi potrebbe sembrare un’impresa alquanto azzardata. Almeno se l’obiettivo finale fosse quello di raggiungere il successo. Il motivo di tale affermazione è presto detta: ci sono talmente tanti titoli sul tema, che riuscire a distinguersi e a catturare l’attenzione di una certa branca di pubblico non è affatto semplice. Eppure a volte qualcuno ce la fa.

#Alive rientra perfettamente in questi esemplari. Disponibile su Netflix e diretto dal coreano Cho II-hyung, il film è basato su un webtoon (ossia un fumetto digitale) del 2014, Dead Days e sullo script di un altro zombie movie, Alone, con il Tyler Posey di Teen Wolf. Il nome di Matt Naylor si legge dietro tutti i suddetti progetti.

#Alive

Jun-U (Yoo Ah-In) è un giovane appassionato di videogame, che trascorre le giornate in competizione virtuale con i suoi amici. Una mattina si sveglia e qualcosa sembra spezzare la routine. Affacciandosi alla finestra, scopre che un terribile virus ha contagiato gran parte della popolazione. L’unica opzione che gli si prospetta davanti è quella di aspettare che l’epidemia passi e sperare di cavarsela con le poche risorse a sua disposizione.

#Alive | Gli spunti tra serie tv e musica pop

#Alive avrebbe le fattezze di un buon pilot per una serie tv. Il prologo serve a dare un’idea di ciò che aspetta protagonista e spettatori subito dopo i titoli di testa. Questi ultimi propongono in maniera molto elegante e fascinosa l’iter che porta un essere umano a trasformarsi in morto vivente.

La musica ha chiaramente un ruolo di primo piano in questa, come in altre numerose occasioni. Rigorosamente pop e piene di energia positiva, le canzoni che si alternano durante la pellicola danno una marcia in più ad essa e ai personaggi. Ogni momento risolutivo è quindi accompagnato da una hit. Il ritmo si mantiene vivace e accattivante.

Lo stile registico e il discorso sui social

Dal punto di vista registico, alcune intuizioni elevano il livello della narrazione – un esempio su tutti il rumore della pioggia simulato dai passi degli zombie nelle strade e sui ballatoi – sempre sostenuta da un’ironia imprescindibile al fine di non prendersi troppo sul serio. Una vividezza costante caratterizza il progetto, in buona parte grazie all’utilizzo di effetti speciali.

Per quanto riguarda invece il plot vero e proprio, spicca il modo in cui i social entrano nel discorso. Vera e propria àncora di salvezza, permettono al protagonista e a chi è come lui, solo in casa e isolato dal resto del mondo, di mettersi in comunicazione con i sopravvissuti.

Interviene così un altro elemento chiave di #Alive, ossia quello della sopravvivenza. In uno degli ultimi messaggi inviatigli, la famiglia dice a Jun-U “tu devi sopravvivere”. Ed è ciò che si impegna a fare il giovane per oltre novanta minuti di pellicola.

I suoi follower diventano qualcuno con cui sfogarsi, a cui affidare le sue paure più grandi e quei sogni che forse resteranno sempre nel cassetto.

L’incontro con Yu-Bin (Park Shin-hye) gli ridona una sorta di prospettiva ormai perduta. Qui avviene il passaggio definitivo all’action movie, riportando alla mente un’opera simile per temi e riuscita, Exit (visto al Far East Film Festival).

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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