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Believe di Parnia Kazemipour: amaro sguardo sull’infanzia

Presentato in anteprima europea al Al Festival Sguardi Altrove, Believe è un film sull'innocenza dell'infanzia, sul rancore che cancella i sogni e sulla capacità di perdonare.

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Believe , presentato in anteprima europea al Festival Sguardi Altrove, è un film dalle mille tematiche.

La pellicola del 2019, è diretta dalla regista iraniana Parnia Kazemipoor. Nel cast Aryan Yousefi, Arina Mirzaei, Ali-Ashraf Rezaei, Donya Goftari, Reza Pash Abadi, Hadis Foladvand.

TRAMA:

Bahman è un bambino di 8 anni che vive insieme alla madre, una donna severa, in un piccolo villaggio.Trascorre le giornate a passeggiare per le campagne intorno o a chiaccherare con il nonno, un uomo dall’apparenza mite e saggio. Attorno a Bahaman un universo di case fatiscenti, strade sterrate, animali da pascolo, venditori ambulanti e pochi altri bambini, (tra cui la sorellina Rojin) le cui famiglie sopravvivono a stento alla povertà.  Quando la scuola locale chiude a causa delle poche iscrizioni, Bahman, non sapendo nuotare, è terrorizzato all’idea di dover raggiungere  la scuola di un altro paese al dilà del fiume. Pian piano troverà il coraggio di affrontare la sua più grande paura e  troverà anche il modo di placare nel cuore della madre un odio covato per troppo tempo.

Bahaman e Rojin: l’incanto dell’infanzia e la conoscenza

Hanno qualcosa di unico e speciale i due personaggi centrali del Film, Bahman e Rojin, e il candore dei loro occhi è qualcosa che trattieni a lungo dentro di te dopo la visione del bel film di Parnia Kazemipoor. Si sostengono, si confortano, si raccontano di sogni e speranze, sotto le coperte del letto che dividono nell’unica stanza di casa. Attendono di incontrare questa nuova fantomatica maestra, che giungerà a salvarli dallo spettro dell’ignoranza e gli insegnerà a scrivere dei loro sogni e delle loro speranze. Ci vuole un regalo speciale per colei che giungerà a riportare la cultura nel villaggio e allora Bahman e Rojin rompono il loro salvadanio e  partono  per un breve viaggio, alla ricerca del dono giusto. Il paese dei balocchi offre aranciata e spiedini e si ritorna a casa a mani vuote, perdendo di vista per un po’ il sogno. E’ indicativo come il tema della conoscenza, la necessità del sapere, dell’istruzione sia visto come “vitale” per la maggior parte della comunità di questo povero villaggio. E i bambini parlano della maestra come di una fata turchina che, con le sue lezioni,  possa colorare di bello la bruttura di quel luogo. La speranza che gli dona non ha prezzo, e, per la madre di Bahman, varrà anche il vestito più bello che possiede, indossato alle nozze.

Soprattutto il nonno, preme per riavere la maestra, affinchè il loro piccolo paese abbia una scuola in cui i ragazzi possano riprendere gli studi e  ambire “ad un posto da impiegato o da insegnante“, che li salvi dalla miseria in cui sono destinati a crescere.

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Una colpa da espiare

Per espiare un’antica colpa, e rendere omaggio al ricordo del figlio maestro, il nonno lotta per riavere la scuola in paese, forse anche perchè Bahman non debba così attraversare ogni giorno quel fiume maledetto che gli ha strappato via il figlio. Ma c’è anche un dissidio profondo che lacera questa famiglia e che trova radici ben più lontane. E’ la società stessa, è una cultura radicata su patriarcali regole che hanno ostacolato l’amore tra due giovani e compromesso per sempre la loro felicità. Attraverso la storia dei genitori di Bahman la regista denuncia quelle che sono delle convenzioni ancora forti, che impongono matrimoni tra membri appartenenti ad uno stesso clan e che ostacolano i legami nati fra gruppi rivali. In questo desolante quadro arcaico è soprattutto  la donna ad uscirne più danneggiata. Nonostante tutto però, dietro la sua severità e amarezza, il personaggio della madre di Bahman conserva una sua fierezza. Forte e indipendente, lavora sodo per mantenere la famiglia, con una grande consapevolezza di sè e della sua individualità. Alla fine riesce anche a far spazio al perdono, per non privare i figli del nonno, una figura per loro fondamentale.

Famiglia, legami, futuro e perdono: il film si chiude con un dono speciale che riporta indietro nel tempo ma che allo stesso tempo rinsalda l’oggi, segnando un nuovo inizio.

Producer: Mehrdad Majidi
Production Company:-
Cinematography:Abd Abdinasab

Musica: Mahdi sefidgar

believe_1.jpg 29 Ottobre 2020


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Believe

  • Anno: 2019
  • Durata: 85'
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Iran
  • Regia: Parnia Kazemipour

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