“è stato un’occasione per cercare di capire, attraverso il lavoro di Dorothy Lewis, perché, come esseri umani, ci uccidiamo a vicenda. Dopo aver trascorso diverso tempo con Dorothy, ho iniziato a interessarmi a lei come scienziata e artista. Abbiamo esplorato la sua voce letteraria quasi come fosse un suo “alter ego” distinto. Per girare il film, abbiamo adottato una mescolanza di stili – utilizzando cinema verità, pezzi d’archivio, animazioni, film amatoriali – che rispecchia giocosamente la magnifica complessità della mente umana. “
Il regista chiarisce che il titolo Crazy, Not Insane si riferisce a come il sistema giudiziario – troppo spesso caratterizzato da un senso di giustizia che sconfina nella sete di vendetta – sia in contrasto con il mondo della scienza medica nel definire cosa sia una grave malattia mentale.
“Abbiamo preso in esame casi di pena di morte in cui Dorothy è stata coinvolta per analizzare la sensatezza della pena di morte in sé. Una volta che pericolosi assassini sono stati incarcerati e i cittadini sono al sicuro da essi, perché siamo così determinati a giustiziare questi esseri umani?
Gli americani sono dei serial killer?
E se così fosse, siamo pazzi, o addirittura malati di mente?”.
PRODUZIONE/DISTRIBUZIONE