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UMBRIA FILM FESTIVAL: l’ALGERIA del decennio nero in PAPICHA di Mounia Meddour

Con taglio documentaristico, Mounia Meddour, considerata tra le registe esordienti più promettenti in Francia, alla sua prima volta in un lungometraggio di finzione, racconta in modo politico e non retorico le vicissitudini di una giovane stilista, Nedjima, bella, intraprendente, e con molta voglia di cambiare il Paese che ama fortemente.

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L’ultima anteprima nella piazza di Montone in occasione della ventiquattresima edizione dell’Umbria Film Festival è Papicha di Mounia Meddour, che racconta l’Algeria del decennio nero degli anni Novanta.

Dopo Moothon, Bacurau, Mestari Cheng, Days of Bagnold summer, il Festival organizzato da Vanessa Strizzi, Marisa Berna, e Chiara Montagnini e la presidenza onoraria di Terry Gilliam  seleziona un’altra opera proveniente dalla prestigiosa sezione Un Certain Regard di Cannes, e vincitrice in Francia di due premi César.

Papicha, la recensione

Gli anni di piombo algerini

Papicha della documentarista franco-algerina Mounia Meddour cattura il pubblico con una storia di formazione, di genere drammatico sentimentale, che si ispira ai fatti avvenuti durante il decennio nero, in Algeria, negli anni Novanta.

Quegli anni di piombo, dal 1991 al 2002, hanno visto l’Algeria teatro di un acceso scontro civile tra le forze di governo e i gruppi islamici. Il conflitto ha lasciato sul campo morti, feriti, persone scomparse e una piaga difficile da rimarginare.

Con taglio documentaristico, Mounia Meddour, considerata tra le registe esordienti più promettenti in Francia, alla sua prima volta in un lungometraggio di finzione, racconta in modo politico e non retorico le vicissitudini di una giovane stilista, Nedjima, bella, intraprendente, e con molta voglia di cambiare il Paese che ama fortemente.

Papicha, coquette

Nedjima la chiamano Papicha, che in francese algerino vuole dire coquette, civetta.

E’ una ragazza spigliata e indipendente, forte di una consapevolezza che tenta di trasmettere alle sue compagne, ancora legate a schemi tradizionali che vogliono la donna poco istruita e intrappolata in un matrimonio con un uomo scelto dalle famiglie.

E vuole cambiare il suo Paese dall’interno.

Non vuole scappare all’estero.

Non le piacciono i suoi coetanei che tentano le lungaggini burocratiche per ottenere il visto per un altro paese. La giovane donna è il simbolo di una generazione che guarda al futuro di un paese e che vuole rappresentarlo attraverso quello che sa fare meglio: creare abiti di moda.

Papicha Umbria Film Festival

Papicha, la trama

All’interno di un gruppo di giovani studentesse ad Algeri, Nedjima (Lyna Khoudri), studentessa di francese, sogna di diventare stilista di moda. Insieme alla sua amica Wassila, sgattaiola regolarmente fuori dal dormitorio universitario per infilarsi nelle discoteche e vendere le sue creazioni ad altre giovani donne.

L’escalation sempre più drammatica della violenza da parte dei gruppi che si conformano alla regola islamica la colpisce personalmente.

Sua sorella infatti viene uccisa per strada in pieno giorno, proprio durante la ricerca delle stoffe per gli abiti.

Come segno di rifiuto alla sottomissione, decide di organizzare una sfilata di moda con l’aiuto delle sue compagne: vuole usare l’haik, la stoffa rettangolare che costituisce il capo principale degli abiti tradizionali algerini, per trasformarla in un abito più moderno, metafora del cambiamento di cui vorrebbe farsi artefice.

Da quel momento si ritrova davanti ad un’innumerevole serie di ostacoli, tra cui la distruzione della sua collezione da parte degli estremisti islamici.

E nella tensione sempre crescente del Paese, dovrà fare i conti anche con quelle derivanti dalle sue relazioni personali e sentimentali.

La sua migliore amica sembra preoccuparsi per il fatto che il ragazzo che le piace potrebbe non gradire il fatto che lei studi all’università.

E il ragazzo che Nedjima frequenta è intenzionato ad andare in Francia e a portare la ragazza con lui.

L’Algeria è una grande sala d’aspetto. Tutti aspettiamo qualcosa: lavoro, casa, medicine.

Ma Papicha vuole restare e cambiare il corso delle cose. Ad ogni costo.

Papicha, dopo l’Umbria Film Festival la distribuzione in Italia

Papicha sarà in sala in Italia il prossimo 27 agosto, distribuito da Teodora Film.

L’uscita si aggiunge a quelle in Francia, nella Svizzera Tedesca e in quella Francese, in Canada nella regione francofona del Quebec.

L’uscita che era stata prevista in Algeria per lo scorso settembre è stata annullata. Pare che sia stata annullata e che il film sia ancora bandito, poiché il governo non vuole che i fatti del decennio nero siano resi noti.

 

È stato importante per me poter girare in Algeria, anche per inserire nel film delle
scene dal taglio quasi documentaristico e quella parlata tipica, molto creativa, che
unisce arabo e francese e che chiamiamo françarabe. Inoltre, il ricordo del
decennio nero è ancora vivo in Algeria e per molte persone le riprese sono state
un’occasione per esorcizzare quella stagione, anche solo discutendone e
parlandone.

Monia Meddour

Papicha, il trailer italiano

 

  • Anno: 2019
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Genere: Drammatico, sentimentale
  • Nazionalita: Francia, Belgio, Algeria, Qatar
  • Regia: Mounia Meddour
  • Data di uscita: 27-August-2020

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