Grindhouse – A prova di morte è il quinto lungometraggio di Quentin Tarantino, omaggio cinefilo al cinema exploitation anni Settanta.
Grindhouse ovvero l’omaggio al cinema exploitation
Il regista americano, su invito del suo amico Robert Rodriguez, partecipa al progetto di citazione dei film stile Grindhouse. Le Grindhouse erano sale dove venivano effettuate doppie proiezioni di pellicole di serie b a bassissimo budget. Spesso erano coppie di pellicole composte da un film pornografico e da un altro di genere. Predominava un elemento monotematico: sesso, violenza, horror, arti marziali, inseguimenti. Molte volte capitava che i temi si sovrappenessero. Quindi si vedevano pellicole di kung fu violenti oppure horror soft core.
Le locandine dei film erano d’effetto, colorate, pop, che richiamavano un pubblico giovane. L’usura della pellicola per le molteplici proiezioni e il passaggio da una sala all’altra con differenti operatori, danneggiavano il materiale. Così, all’ennesima visione era facile che ci fossero graffi, imperfezioni dell’immagine, salti di pellicola o scene mancanti.
Tarantino ha passato gli anni della sua giovinezza nelle Grindhouse (oltre a sviluppare la sua cultura cinefila lavorando come commesso in una videoteca).
Il precedente film, Kill Bill è la summa estetica della visione di quella stagione, rielaborando i temi con una sceneggiatura complessa e un utilizzo artistico della macchina da presa e dei topoi più utilizzati. Grinhouse – A prova di morte invece ne è il calco perfetto, curato nei minimi dettagli. Se Rodriguez gira Grindouse – Planet Terror rifacendo un film sugli zombi, Tarantino con Grindhouse- A prova di morte si concentra sugli inseguimenti in auto e la violenza dei rapporti tra uomo-donna.
Grindhouse – A prova di morte: la trama
Il film è diviso in due parti con protagonista uno stuntman assassino e misogino Mike McKay (Kurt Russel). Nella prima parte siamo ad Austin in Texas. Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier) è una famosa Dj di una radio locale. Lancia un “concorso” coinvolgendo la sua amica Arlene (Vanessa Ferlito). Il primo uomo che la sera stessa, presso un locale, le offrirà da bere e le reciterà una poesia, assisterà a uno suo spettacolo di lap dance.
Insieme ad altre due amiche girovagano per la città chiacchierando di uomini e sesso. Sono seguite da McKay per tutto il giorno e arrivati al locale sarà proprio lui a vincere e ad assistere alla performance di Arlene. McKay ha un’auto da stuntman – a prova di morte, appunto – e alla fine serata ucciderà le quattro ragazze in uno scontro frontale tra le loro auto.
La seconda parte si svolge quattordici mesi dopo nel Tennessee. Si replica la situazione ribaltandone il finale. Qui abbiamo quattro donne che lavorano nel mondo del cinema. Abernathy (Rosario Dawson), truccatrice e parrucchiera, Kim (Tracie Thoms), stuntwoman, e Lee (Mary Elizabeth Winstead), attrice.
S’incontrano in aeroporto per l’arrivo di una loro amica dalla Nuova Zelanda, Zoe (Zoë Bell). pure lei lavora nel cinema come stunt. Si ripete il pedinamento di McKay e il chiacchiericcio della quattro donne (questa volta oltre che di sesso, la discussione verte anche sul lavoro nel set cinematografico).
Le ragazze poi effettuano una prova di coraggio con una di loro legata su un cofano, mentre corrono su strade sterrate nei dintorni urbani, inseguite da McKay che tenta di tamponarle. Ma questa volta le ragazze si salvano e reagiscono e inizia un inseguimento per vendicarsi dell’uomo. Lo raggiungono e lo picchiano fino a ucciderlo.
Citazioni e replicabilità in Grindhouse – A prova di morte
Il tema del ribaltamento della situazione tra predominio maschile e potere femminile è esplicito e le quattro ragazze del Tennessee sono tutte cloni di Beatrix Kiddo, interpretata da Uma Thurman in Kill Bill, che non si fermano davanti a nulla per eliminare lo stuntman assassino di donne.
Ma il messaggio è labile in Grindhouse – A prova di morte. Quello che conta è la forza citazionista e cinemica del film, in un continuo raddoppio di ruoli e di scene che vivono da sole. Non è importante la coerenza narrativa, non ha senso per un film alla Grindhouse e Tarantino si diverte a comporre senza freno gli elementi caratterizzanti di questo tipo di pellicole.
Cita film di Sam Peckinpah come Convoy. Riempie l’appartamento di Jungle Julia di poster di film degli anni Sessanta, tra cui spiccano Il disprezzo di Jean Luc Godard, Soldato Blu di Ralph Nelson e Paranoia di Umberto Lenzi. Come numi tutelari della pellicola, ma soprattutto come timbri di un’operazione cinefila tout court. Grindhouse – A prova di morte parla, mostra e compone cinema in ogni inquadratura, in ogni scena, in ogni sequenza e dialogo.
Lo stile cinematografico in Grindhouse – A prova di morte
Stilisticamente, Tarantino poi utilizza la macchina da presa in modalità differenti. Nella prima parte si sofferma maggiormente sui personaggi con primi piani e campi medi. Si sofferma su dettagli e particolari. I piedi delle ragazze, parte del corpo feticcio del regista che ritorna in molte sue pellicole. Oppure si sofferma sul teschio disegnato sul cofano di McKay. La prima parte termina con l’incidente ripreso da più angolazioni, una per ogni ragazza uccisa.
Nella seconda parte si concentra invece sul lungo inseguimento sulle strade sterrate con una soggettiva dal parabrezza delle auto. Lo spettatore si trova in un’esperienza immersiva con lo sguardo costantemente incollato sulla strada e sulle auto. Altre citazioni da Mad Max di George Miller o a tutto il genere poliziottesco italiano.
Il lavoro di replicabilità è effettuato anche sul prodotto filmico. Ci sono salti di immagine, graffi della pellicola, salti di scena. Nelle sale in cui il film è proiettato campeggia l’avviso che non si tratta di errori, ma di scelte volute dall’autore. Si arriva fino a creare dei falsi trailer che anticipano la proiezione del film.
Negli Usa e in Inghilterra il film di Tarantino è proiettato in coppia con quello di Rodriguez secondo lo stile Grindhouse. Ma i tempi sono cambiati. La lunghezza (oltre tre ore) e la differenza di stile dei due registi non piacciono al pubblico. Il film viene ridistribuito internazionalmente con la durata di 114’, mentre negli Usa esce in una versione di 90’.
Altri film di Tarantino li trovate nel nostro approfondimento dedicato al regista alla caregoria Approfondimenti.
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