Con una voce fuoricampo introduttiva, veniamo immersi nel mondo di Ötzi e il mistero del tempo, film diretto da Gabriele Pignotta e disponibile su RaiPlay all’interno dell’iniziativa “La rai con il cinema italiano – otto film di Rai Cinema”.
Dopo la vittoria, nella sezione Elements+6 all’edizione 2018 del Giffoni Film Festival, il fantasy italiano sbarca su RaiPlay con la caratteristica di essere l’unico film dedicato a questo giovanissimo target. Grande è, quindi, la responsabilità di portare sulle spalle un’intera sezione dedicata a questa fetta di pubblico che si sta, sempre più, espandendo.
Ötzi e il mistero del tempo. La trama.
La storia, ambientata a Bolzano, vede protagonisti tre giovanissimi, di undici anni. Sono amici inseparabili, tanto da comunicare tra loro con dei walkie talkie, anche durante la notte. Tutto sembra andare per il meglio finché uno dei tre, Kip, dopo aver perso la madre archeologa, riceve dal padre Carl (Vinicio Marchioni) la notizia di un trasferimento per ricominciare da zero. Il ragazzino non accetta, però, di buon grado la decisione del genitore. Insieme ai suoi due amici, Elmer e Anna, si reca un’ultima volta presso il museo della città dove è custodita la mummia Ötzi. Questa viene, però, rubata da una strega dai capelli bianchi, la perfida Gelica (Alessandra Mastronardi). Ma grazie alla mamma di Kip, che gli ha trasmesso la passione per Ötzi, il giovane protagonista sarà il primo a capire che la mummia è in realtà resuscitata.
Il tempo è la vera chiave attorno alla quale ruota tutto.
Il potere speciale di Ötzi è quello di essere in grado di rallentare il tempo. Un potere indubbiamente interessante che quasi tutti vorrebbero avere. Un tempo che si potrebbe guardare nell’ottica della frenesia nella quale viviamo oggi, con una società sempre in movimento e di corsa. In realtà, nel momento della creazione del film, non era questo lo scopo al quale puntare. Ma, col senno di poi, ci si può facilmente riagganciare all’attualità ed è emblematica una frase pronunciata da un personaggio:
“la paura è nemica dell’uomo e il tempo è sempre amico”
A questo non si può non aggiungere che anche i tre giovanissimi protagonisti contribuiscono a dare particolare valore e risalto al tempo. A differenza dei loro coetanei, i tra ragazzini decidono di non chiudersi in casa davanti ai videogiochi o al pc. Loro escono e vanno ad inseguire un’avventura.
Un viaggio negli anni 80.
Nonostante la storia sia ambientata ai giorni nostri e, anche se non ci sono gli elementi tipici della contemporaneità, come cellulari o televisioni, Ötzi e il mistero del tempo è una vicenda universale. Tanto più se si considerano i tanti riferimenti agli anni 80, dei quali il film è disseminato. Anche perché, come ha dichiarato il regista stesso, “una volta letta la sceneggiatura, mi sembrava di essere tornato ai Goonies”. Il fatto che i tre ragazzini usino walkie talkie per comunicare e si divertano, giochino e sognino senza ricorrere ai mezzi tecnologici di oggi è un segnale molto forte per il film che decide di prendere una determinata posizione, avvicinandosi ad un pubblico che non è solo quello più piccolo.
Valorizzare l’Italia e qualsiasi prodotto italiano.
Il tempo e la magia giocano un ruolo chiave. Quest’ultima soprattutto la si deve considerare in ottica metaforica, pensando, a ragione, che ognuno ha un po’ di magia in sé e può e deve riuscire ad usarla nel giusto modo. Ma l’altro grande aspetto è la valorizzazione del territorio italiano e delle sue ricchezze. In primo luogo Ötzi, che appartiene al museo di Bolzano ed è, quindi, a tutti gli effetti italiana, nonostante molti non la conoscono. In secondo luogo anche tutto il territorio circostante che, grazie alla fotografia del film, fa capire ancora una volta perché i ragazzini scelgono di uscire a vivere un’avventura piuttosto che chiudersi in casa. A tutto questo va sommato anche il ricorso a degli effetti speciali semplici, ma efficaci. Non siamo di fronte alle innovazioni hollywoodiane, ma non vogliamo nemmeno esserlo. Il film funziona anche per questo e avrebbe sicuramente stonato un uso più artificioso.
Un buon cast che esce dalla comfort zone.
Tre ragazzini davvero molto bravi nell’interpretare i giovani “cacciatori di tesori”, soprattutto Diego Delpiano, il protagonista Kip, che è riuscito a trasmettere con efficacia la malinconia, ma anche lo stupore e l’entusiasmo che il personaggio prova. Al suo fianco, oltre ai due amici e al riuscito Michael Smiley, attore e comico nordirlandese nei panni di Ötzi, Vinicio Marchioni nel difficile compito di Carl, un padre severo che sembra inizialmente non capire le esigenze e le richieste del figlio. Ma a fare da cornice a questi personaggi, un’inedita Alessandra Mastronardi nei panni della cattiva Gelica che, anche da antagonista, riesce ad imporsi, dando credibilità, senza strafare.
Il target giovanissimo al quale il film si rivolge rappresenta anche il suo punto di forza: un fantasy italiano che, partendo da un fatto reale e con un intento di valorizzazione, crea un’avventura per tutta la famiglia, godibile e mai esagerata, sotto tutti i punti di vista.
Qui per le dichiarazioni in conferenza stampa.