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70 Berlinale: The Roads not Taken di Sally Porter (Concorso)

A fronte di un materiale magmatico ed eterogeneo, Sally Potter impone al film una regia ordinata e lineare. The Roads not Taken risulta così troppo ricco e perfetto per essere anche credibile

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L’ultima volta che l’avevamo vista era stato in “bianco e nero”, alla Festa del cinema di Roma, a cui Sally Porter aveva partecipato con una sorta di versione politica del Carnage di Roman Polanski. Conviene citarlo The Party,  perché trattasi in qualche modo di un film anticipatorio di quello che poi sarebbe stato il proseguo della carriera di questa regista. Presentato in concorso alla 70 Berlinale, The Roads not Taken, infatti, consolida alcune delle peculiarità mostrate nel precedente lungometraggio, a partire dal cotè borghese dei personaggi, dalla cura della confezione cromatica, contrassegnata dalle diverse saturazioni della fotografia, plumbea e funerea quella riferita al presente, luminosa e iperrealista quella relativa al passato e, soprattutto, da un utilizzo convenzionale del linguaggio, privo di quelle astrazioni che rappresentavano l’imprinting della prima ora.

Incentrato sul personaggio di Leo, interpreto da Javier Bardem, e da quello di Molly, impersonato da Elle Fanning, The Roads not Taken racconta il ritorno a casa di un uomo costretto, dopo anni di latitanza, a fare i conti con la malattia che gli impedisce di essere presente a se stesso e alla propria figlia, accorsa al capezzale del padre per prendersi cura del catatonico genitore.

Come in un romanzo di James Joyce, The Roads not Taken mette in scena le azioni e i pensieri del protagonista, dipanandoli nel corso di una giornata esemplare

Come in un romanzo di James Joyce, The Roads not Taken mette in scena le azioni e i pensieri del protagonista, dipanandoli nel corso di una giornata esemplare della vita di chi gli ruota attorno. Del riferimento menzionato in apertura del paragrafo Potter riprende la tecnica narrativa, con i ricordi della vita precedente e le vicissitudini del contingente inserite senza soluzione di continuità in un unico flusso visivo.

A fronte di un materiale magmatico ed eterogeneo, Potter impone al film una regia ordinata e lineare, per cui, alla fine, The Roads not Taken risulta troppo ricco e perfetto per essere anche credibile

A fronte di un materiale così magmatico ed eterogeneo, Potter impone al film una regia ordinata e lineare, capace di non far perdere allo spettatore la rotta narrativa, anche quando di tratta di confondere le acque, celando fino all’ultimo i motivi dell’afflizione di Leo, tormentato dai fantasmi di un indicibile segreto. Se a questo si aggiungono le caratteristiche cosmopolite del prodotto, assicurate dalla presenza di star provenienti da ogni angolo di mondo (oltre a Bardem e a Fanning, il film annovera anche la presenza di Salma Hayek e di Laura Linney), si capisce come a pesare sul computo finale sia una patina di artificialità che ne diminuisce il pathos drammaturgico. Per essere un film che ragiona sul senso della perdita e sulle sue conseguenze, The Roads not Taken risulta troppo ricco e perfetto per essere anche credibile.

  • Anno: 2020
  • Durata: 85'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Gran Bretagna, USA
  • Regia: Sally Potter